L’Europa ha aggiornato le stime del nostro disavanzo strutturale imponendoci un aggiustamento ancora più gravoso. Però nessuno sembra tenerne conto.
Come sarà il Parlamento europeo che uscirà dal voto a fine maggio? Dovremo aspettare dicembre per avere tutte le istituzioni della UE rinnovate e funzionanti.
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La Commissione Europea alza ulteriormente l’asticella della disoccupazione di equilibrio per l’Italia: una stima basata su criteri arbitrari, che si ripercuote anche sulle previsioni del deficit. Rischiando così di vanificare i nostri sforzi per rispettare il Fiscal Compact.
Le province non sono state affatto abolite. E i risparmi del disegno di legge approvato (con fiducia) dal Senato non supereranno i 150 milioni. La fretta di esibire trofei (e di evitare nuovi interventi della Consulta sul blocco delle elezioni provinciali) prevale su riordino vero.
Ce l’abbiamo fatta? Sono effettivamente aumentati i margini di manovra per la politica di bilancio italiana? E di quanto? La Commissione europea concede ai paesi che rispettano la soglia del 3 per cento, riferita al disavanzo effettivo, di deviare dall’obiettivo di medio termine del pareggio strutturale (vale a dire, del disavanzo corretto per il ciclo pari a zero). Purché, tuttavia, si continui a restare al di sotto della soglia del 3 per cento.
Quali sono i poteri del Presidente della Repubblica in fatto di governo dell’economia, in particolare dopo le modifiche costituzionali dovute al fiscal compact? La funzione di garanzia del rispetto degli impegni internazionali e la rappresentanza delle istanze di carattere sociale provenienti dai cittadini.
Con la legge che recepisce nel nostro ordinamento il “fiscal compact” l’Italia ha fatto notevoli passi avanti nello stabilire principi che possano garantire la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche. I punti principali della normativa e l’importante ruolo del fiscal council.