I giovani sotto i 35 anni sono il 21 per cento dell’elettorato. E sono a forte rischio astensione. Per loro, la proposta cardine del Pd è la “Dote ai diciottenni”. Il Centrodestra risponde con la ricetta “più pensionamenti, più giovani al lavoro”.
Tag: giovani Pagina 2 di 11
Il disagio economico e sociale è alla radice dell’astensionismo nelle elezioni politiche. La sua crescita, soprattutto tra i giovani, indebolisce la partecipazione politica e corrode alla base i fondamenti democratici della società civile.
Il Partito Democratico ha proposto un bonus di duemila euro annui per i giovani in affitto. Si tratta di una misura che potrebbe aiutare in maniera efficace ad abbandonare la casa dei genitori e che, se ben regolata, non avrebbe un costo eccessivamente elevato.
Luigi Di Maio ha annunciato che Impegno Civico, il suo nuovo partito, si batterà per allargare l’accesso dei giovani ai mutui per l’acquisto della prima casa. Ma è una scelta che non tiene conto delle loro reali necessità.
Parlamentari e membri del governo non sono mai stati particolarmente giovani. Ora, però, tra le generazioni più giovani sembra essersi affievolita anche la partecipazione politica diretta. È un distacco che va ricomposto, ascoltando i loro interessi.
È vero che i giovani italiani partecipano al voto meno del resto della popolazione, ma una parte consistente mostra comunque interesse per la politica. Per aumentare l’affluenza tra gli under-25, occorrerebbe considerare le loro esigenze specifiche, come il voto per i fuorisede.
La flessibilità dei contratti a tempo determinato diminuisce in modo significativo la probabilità di trasformazione in tempo indeterminato, con riflessi negativi sui salari, anche nel medio periodo. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i giovani.
I tempi di attuazione delle misure previste dal Pnrr si allungano e le ricadute positive sull’accesso dei giovani al mondo del lavoro si allontanano. Per favorire l’occupazione giovanile, può essere utile allentare i vincoli sul contratto a tempo.
Le disuguaglianze di reddito in Italia sono più elevate di quanto si pensasse e con un trend in crescita a partire dal 2008. Il fenomeno è multi-dimensionale. A essere maggiormente colpiti dall’aumento delle disparità sono giovani, donne e Meridione.
La pandemia ha modificato piani e prospettive degli italiani espatriati negli ultimi anni. Arrivano a 600 mila quelli che rientrerebbero in patria se ci fossero le condizioni giuste. Molti sono millennials laureati, emigrati per lavoro e non per scelta.