Anche se il conflitto in Medio Oriente non si espanderà, i mercati finanziari continueranno a risentire delle tensioni internazionali. Le economie dei paesi europei saranno le più colpite. L’allargamento dello spread segnala i rischi che l’Italia corre.
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Nell’ultimo anno il tema della sicurezza e dei costi dell’energia è diventato una preoccupazione costante per molte famiglie e imprese. La crisi ci offre tre lezioni. E la consapevolezza che la transizione energetica è su un percorso tortuoso.
I paesi europei hanno accolto i rifugiati ucraini, garantendo il diritto di protezione umanitaria. Ma la crisi non ha portato a un cambiamento della politica comunitaria sull’asilo. Servirebbe invece una accoglienza diffusa, condivisa e di qualità.
Monitorare l’attività economica in Russia è di notevole importanza per comprendere gli effetti delle sanzioni e predisporre eventuali nuove azioni. Servono però indicatori costruiti senza ricorre ai dati delle fonti ufficiale russe. Ecco un esempio.
Le dure sanzioni imposte dai paesi occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina non hanno portato al tracollo l’economia russa. I motivi sono da ricercare in misure inizialmente blande su gas e petrolio, nelle contromosse russe e nel contesto internazionale.
Cambiamenti climatici, pandemie, guerre sono fattori che minano la sicurezza alimentare anche dei paesi avanzati. Più che illudersi di poter fermare i fenomeni, il compito dei governi nazionali è cercare di minimizzarne le ricadute. Ma l’Italia è in ritardo.
La guerra ha devastato la già debole economia ucraina. La perdita di capitale umano è enorme, con milioni di persone costrette a rifugiarsi all’estero o in altre zone del paese. La ricostruzione del mercato del lavoro richiederà quattro assi di intervento.
Una guerra nucleare non può essere vinta, semplicemente perché porterebbe alla distruzione dell’umanità. Eppure, si è fatta strada l’idea che si possano usare armi nucleari tattiche, con effetti più limitati. Ma si tratta di un’illusione pericolosa.