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Al via la delega per la riforma fiscale

Dalle imposte sui redditi a quelle indirette fino alla revisione del catasto, la delega approvata dal governo è ambiziosa ma ancora molto vaga nei contenuti. Tutto dipenderà dai decreti attuativi e dall’ammontare delle risorse messe in campo.

Riforma fiscale: il compromesso delle Commissioni

Presentato il documento conclusivo della proposta di riforma del sistema tributario. Una sintesi apprezzabile per un documento che rimane molto sbilanciato sull’Irpef e in cui non mancano i nodi irrisolti. A partire dalle coperture delle misure.

Dopo la crisi: dallo stato-giocatore allo stato-allenatore

Al picco della crisi, lo Stato è al massimo della sua presenza. Sempre più spesso è arbitro e giocatore sul mercato e nella vita delle imprese. Con l’attenuarsi della pandemia si dovrà procedere a un graduale ridimensionamento della mano pubblica.

Cassa depositi e prestiti, cosa fanno gli omologhi europei

Il ruolo di Cdp, sempre più protagonista in questo periodo di crisi da pandemia, ripropone al centro del dibattito la questione dell’intervento pubblico nell’economia. Ma come funziona in Francia, Spagna e Germania? E quali le alternative?

Se torna in auge il golden power a difesa delle aziende

Nell’emergenza sanitaria anche il governo italiano ha ampliato i suoi poteri speciali per evitare acquisizioni predatorie di società considerate di rilevanza strategica per l’economia. È una mossa condivisibile, purché rimanga limitata e provvisoria.

Il Punto

La strage presso la sinagoga di Pittsburgh riporta ancora l’attenzione sulla diffusione delle armi negli Usa. Tema che ora riguarda anche l’Italia, dove il governo Lega-M5s ha recepito in modo estensivo una direttiva europea. In nome della sicurezza, ma a vantaggio dell’aggressiva lobby dei detentori di pistole e fucili.
Dopo la bocciatura della Ue arriva finalmente il testo della manovra. Il mancato rispetto degli impegni di deficit viene ascritto dall’esecutivo al rallentamento dell’economia in atto da mesi e di cui solo ora si è accorto anche il governo. Ma l’effetto espansivo previsto verrebbe compensato in negativo dal rialzo dei tassi d’interesse dovuti all’aumento dello spread. Si illude chi – tra ministri e politici della maggioranza – ritiene che il problema spread svanirebbe se solo la Bce si mettesse a comprare titoli pubblici italiani. Non può farlo in modo incondizionato ma solo con un intervento su un’economia in grave crisi e soggetta a un severo programma di risanamento. Tra le misure fiscali in arrivo ci sono tasse al 15 per cento per le piccole imprese e lo sconto fiscale per chi crea occupazione e investe in macchinari. Ma scompaiono la deduzione Ace, che favoriva la capitalizzazione delle piccole e medie imprese, e l’Iri, l’imposta sul reddito imprenditoriale, che avrebbe comunque ridotto le aliquote sugli utili.
Tanti bei proclami sui “problemi dell’occupazione”, ma poi rischiamo di perdere quasi 1 miliardo del Fondo sociale europeo a disposizione delle regioni per le politiche attive del lavoro. Perché non sono state usate risorse nel 2014 e nel 2015. Intanto un miliardo andrà a rafforzare i burocratici centri per l’impiego proprio mentre l’automazione cambia la natura del lavoro, eliminando certe mansioni e richiedendo nuove competenze. Un processo con cui nessun paese riesce a tenere il passo.

Crescita più difficile con le nuove misure fiscali

Pur restando in attesa della norma definitiva, la legge di bilancio sembra voler abolire un apprezzato sistema di tassazione delle imprese coerente, neutrale e favorevole alla crescita. A sostituirlo sarà una detassazione degli utili macchinosa e complessa.

Iri: quando una buona riforma è rinviata per far cassa

L’Iri permette di uniformare la tassazione delle imprese ed eliminare la penalizzazione al reinvestimento degli utili per società di persone e imprese individuali. Ma la legge di bilancio ne rinvia l’applicazione al 2018, solo per recuperare 2 miliardi.

Il Punto

Con la legge di bilancio l’Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri) viene incredibilmente rimandata al 2018. Per mettere in cassa 2 miliardi in più. Al costo di non attuare una buona idea (già preventivata) che uniforma le tasse sulle imprese e favorisce il reinvestimento degli utili nelle piccole e micro-aziende. Tra le pieghe della “finanziaria”, anche un condono sulle somme che le aziende farmaceutiche devono allo stato per lo sforamento dei tetti di spesa. Il tutto per un tragicomico pasticcio da miliardi di euro. Protagonisti: Agenzia del farmaco, imprese del settore, Tar del Lazio, regioni, ospedali. E contribuenti.
Elaborando i dati Istat sui permessi edilizi si possono valutare i piani casa delle regioni. Varati nel 2009 per incentivare ricostruzione e ampliamento di edifici residenziali con premi di superficie o volume in mezzo a una crisi dell’immobiliare, hanno prodotto investimenti modesti, permettendo però di sopravvivere a piccole imprese e artigiani.

Luci e ombre del decreto fiscale

Superamento degli studi di settore, rottamazione dei ruoli, abolizione di Equitalia e nuova imposta sul reddito dell’imprenditore sono le principali novità fiscali della legge di bilancio 2017. Tra interventi condivisibili e altri che porteranno a cadute di gettito, restano questioni aperte.

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