Il decreto del governo cerca di garantire un ombrello protettivo del reddito a un grande numero di lavoratori e di favorire la conciliazione famiglia-lavoro. Alcune categorie però restano escluse. Forse si dovrebbe ascoltare di più il terzo settore.
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La legge del 2017 sul lavoro agile impone all’imprenditore di informare per iscritto il dipendente che lavora da casa e il responsabile per la sicurezza sui “rischi specifici” di questo modo di svolgere la prestazione. Ora l’Inail ci spiega quali siano.
Essere governati da una coalizione di centro-destra o da una di centro-sinistra non è la stessa cosa per quanto riguarda la spesa sociale e le politiche del lavoro. Le politiche cambiano, anche se di poco e lentamente: gli effetti si vedono dopo decenni.
In Italia la percentuale di lavoratori autonomi è sempre stata al di sopra della media europea. Ma negli ultimi anni il loro numero è sceso significativamente, in particolare in alcune categorie. Un fenomeno che ha riflessi economici, sociali e urbanistici.
L’apprendistato professionalizzante è un contratto che prevede un obbligo di formazione da parte dell’azienda. E alla scadenza può diventare automaticamente un rapporto a tempo in determinao. Una ricerca dice che può creare occupazione permanente.
La riduzione dei divari di genere nel mercato del lavoro passa anche da una maggiore consapevolezza delle imprese. E gli obblighi di comunicazione dei dati sulle retribuzioni e sugli occupati uomini e donne possono essere uno strumento importante.
L’andamento del mercato del lavoro italiano è altalenante e molti impieghi sono di bassa qualità. Si spiega così il senso diffuso di precarietà. La soluzione non è il ripristino di vecchi strumenti, perché non garantiscono una rete di protezione generale.
Il divario di genere nel tempo dedicato alla famiglia e alla cura è ancora forte in Europa, solo nei paesi del Nord si è raggiunta una parziale parità. C’è necessità di aumentare le possibilità di scelta per uomini e donne, senza imporre un unico modello.
Oggi l’età pensionabile è legata all’aspettativa di vita. Che però è diversa tra Nord e Sud e per livello di istruzione. Ecco come permettere il pensionamento anticipato e senza penalità a chi ha un lavoro gravoso, con un costo sostenibile per lo stato.
Trovare un lavoro per i poveri. A questo doveva servire il reddito di cittadinanza secondo la comunicazione dei suoi promotori. Ma si tratta di un obiettivo irrealizzabile. E il rischio è che a pagarne le conseguenze sia proprio chi sta peggio.