Il primo decreto attuativo del Jobs Act è l’inizio di una vera riforma del lavoro. Quello che ancora manca è la lotta contro la precarietà. E sarebbe bene disegnare le regole del mercato del lavoro in condizioni normali, senza i benefici fiscali. Troppa confusione sui dipendenti pubblici.
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L’articolo 18 sembra non avere un impatto significativo sulle scelte dimensionali delle imprese. Ma ne ha sul contratto offerto al lavoratore: aumenterebbe l’incidenza di quelli a termine di 2,5 punti percentuali. E ne ha anche sulla produttività. Come il Jobs Act può cambiare la situazione.
Gli immigrati sono una delle componenti più vulnerabili della forza lavoro: la crisi economica li ha colpiti più duramente rispetto agli italiani. Ancora più gravi sono state le conseguenze per gli stranieri irregolari. Sale la percezione di precarietà.
Mentre il tasso di disoccupazione giovanile sale, scende la fiducia dei giovani nella possibilità di trovare un lavoro, tanto più se adeguato al livello di istruzione. Forse anche perché le politiche sulla fase di ingresso nel mercato del lavoro si sono spesso rivelate inadempienti e inefficaci.
Si è appena conclusa la consultazione pubblica su la “buona scuola”. Un confronto con il sistema inglese, di cui il Governo vuole mutuare alcuni aspetti, appare dunque utile. Le differenze con la nostra scuola restano comunque significative, a partire dal concetto di classe fino agli esami.
In Italia la normativa sulla sicurezza sul lavoro è ipertrofica e sostanzialmente inapplicabile. Anche perché l’Unione Europa ha adottato misure complesse che ogni paese ha recepito in modo autonomo. Servono norme scritte a livello continentale e con le aziende. Il problema della responsabilità.
Di nuovo al centro del confronto politico, l’articolo 18 è un tema di discussione troppo spesso viziato dall’ideologia. Per evitare sterili discussioni, bene allargare invece il ragionamento a tutto il tema dei contratti di lavoro. Una selezione di interventi de lavoce.info.
È ancora molto lunga la strada della legge delega di riforma del mercato del lavoro. Ma è bene che sin d’ora si discuta nel merito di ciò che ci sarà nei provvedimenti di attuazione, anche in rapporto ai provvedimenti già varati dal Governo Renzi. Iniziamo dal contratto a tutele crescenti.
L’afflusso di manodopera straniera non ha ripercussioni esclusivamente sul mercato del lavoro, ma può anche influenzare le scelte in termini di intensità di capitale umano e fisico, livelli di automazione e specializzazione delle imprese manifatturiere italiane.
Un commento sulla Dote unica lavoro *
Di Desk
il 31/07/2014
in Commenti e repliche
GLI ASPETTI POSITIVI
Negli ultimi giorni il sistema della Dote unica lavoro (Dul) di Regione Lombardia è stato oggetto di diverse analisi (1), che ne hanno evidenziato punti di forza e punti di debolezza, avanzando anche proposte di miglioramento.
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