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Il Punto

Nel terzo trimestre, dopo un rallentamento cominciato a inizio anno, il Pil è sceso per il calo di consumi e investimenti e nonostante la ripresa dell’export. La manovra annunciata (fintamente espansiva) ha pesato in negativo sul clima economico. Dovrebbe essere corretta e resa più prudente per limitarne i danni. Il ristagno è comunque già arrivato anche sul mercato del lavoro che a maggio scorso aveva superato i 23 milioni di occupati e registrato un boom di contratti a termine trasformati in rapporti a tempo indeterminato. Intanto, da un paio di mesi la febbre bancaria ha ripreso a salire, con gli attivi degli istituti a rischio. Non c’è solo l’effetto spread sul valore dei titoli pubblici italiani. Una nuova recessione farebbe di nuovo salire le sofferenze e le inadempienze sui crediti – voce quest’ultima meno monitorata ma altrettanto pericolosa.
Due anni di lavoro e voto unanime dei 193 paesi membri dell’Onu: il Global compact for migration vuole introdurre un quadro di regole per “migrazioni ordinate, sicure e regolari”. Ora che ogni governo è chiamato a firmarlo l’esecutivo italiano fa un passo indietro. Meglio che ne discuta il Parlamento.
Al G-20 di Buenos Aires, Trump e Xi hanno raggiunto una tregua commerciale. Gli Usa non alzeranno i dazi dal 10 al 25 per cento e la Cina (forse) importerà di più dagli Stati Uniti. Il non detto è che l’America vorrebbe fermare l’avanzata tecnologica dei cinesi. Ma per farlo usa i dazi, cioè lo strumento sbagliato.
Per quanto siano spesso visti come modello di federazione da replicare in Europa, gli Stati Uniti non incarnano ancora l’idea di un’area pienamente integrata. Tra gli stati americani rimangono grandi differenze nelle possibilità di trovare lavoro, nei tassi di inflazione, così come nelle loro capacità di fare spesa pubblica.

Dove va l’occupazione*

La ripresa dell’occupazione avviata nel 2014 si è fermata a maggio 2018. Cala ancora il lavoro autonomo. Mentre fra i dipendenti si registra un buon andamento delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato. Ma il “decreto dignità” non c’entra.

Perché i salari non crescono*

I salari non hanno ancora recuperato i livelli pre-crisi. I motivi sono strutturali e la risposta è in una strategia incentrata su competenze e apprendimento durante tutta la vita lavorativa. Affiancata da politiche attive e di supporto al reddito.

Far rete non basta per vincere

Il Rapporto Istat 2018 si concentra sulle “reti”. Danno vita a un welfare informale che inasprisce diseguaglianze sociali, inefficienza nella gestione delle risorse e dei processi di crescita. Il mercato del lavoro ne è un esempio, specie per i giovani.

Istituti tecnici superiori alla prova dei dati

C’è molto entusiasmo intorno agli Its, la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante. Forse ingiustificato a guardare i dati occupazionali a un anno dal diploma. Servirebbe più formazione in entrata nelle aziende.

Il Punto

Scarse le risorse per i comuni nel disegno di legge di bilancio. Ci vorrebbe di più per mettere in sicurezza edifici e territorio. Almeno si potrebbero abolire i vincoli sul lato delle entrate. Invece, a parte Tari e imposta di soggiorno, rimane il blocco delle aliquote. Se un sindaco voleva dare nuovi servizi alla città dovrà rimandare. L’equo compenso ai professionisti è un modo per reintrodurre le tariffe minime professionali, già abolite senza rimpianti. Alla sua riproposizione nella legge di bilancio si oppone preventivamente l’Autorità garante della concorrenza. Nella “finanziaria” arrivata alla Camera c’è anche la web tax che anticipa la normativa Ue allo studio. Il rischio è che la norma scivoli proprio sulle regole europee generali perché potrebbe prevedere trattamenti diversi tra le imprese stabilite in Italia e quelle che operano dall’estero.
Con 85 euro mensili di aumento si chiude il contratto del pubblico impiego? No. Rimane in ballo la complessa parte normativa, dall’assenteismo al part-time. E in più, oltre ai 2,8 miliardi per l’aumento ai dipendenti delle amministrazioni centrali, se ne dovranno trovare altrettanti per quelli degli enti locali.
In un anno in Italia gli occupati a tempo indeterminato sono saliti dello 0,3 per cento, quelli a termine del 14. Tutto il contrario di quanto succede nel resto d’Europa. Se però la mobilità è oggi la prima caratteristica del mercato del lavoro, è arrivato il momento di rimodulare le protezioni dei lavoratori, come stanno facendo in altri paesi.

Gli occupati risalgono, le ore lavorate no

Qual è la situazione del mercato del lavoro? La grave crisi economica l’ha colpito, ma ora il numero degli occupati è tornato a salire. Per valutare l’effettivo apporto produttivo del lavoro bisogna però considerare un altro dato: le ore lavorate totali. 

Il Punto

In un recente rapporto l’Istat ha aggiornato le stime sul peso del sommerso e dell’economia illegale che arriverebbe a 207 miliardi all’anno (il 12,6 per cento del Pil). Il peso degli stupefacenti è misurato dal lato di chi acquista, prostituzione e contrabbando di tabacco da quello di chi offre questi peculiari beni e servizi.
Tornato sulla scena politica, Berlusconi rivendica di “non aver messo le mani nelle tasche degli italiani” durante i suoi quattro governi. Il fact-checking de lavoce.info mostra però che nel 2011 l’ex Cavaliere aumentò l’Iva e mise le basi di legge per gli aumenti degli anni successivi. Altri dati che si prestano a interpretazioni di parte sono quelli sul mercato del lavoro. Dove i buoni numeri sull’occupazione sono controbilanciati dalla persistenza del tasso di disoccupazione e il mancato recupero delle ore lavorate totali. Tra le anomalie del mercato del lavoro in Italia, la più lenta crescita dei salari del mondo industrializzato da 20 anni a questa parte. Colpa della produttività stagnante, non dell’euro.
Con il mancato pagamento di 200 milioni di interessi sul debito sovrano, il Venezuela è di fatto in default. Il suo futuro è ora in mano ai principali creditori, cinesi e russi. I primi sono grandi acquirenti del suo petrolio, i secondi – meno esposti – coltivano soprattutto un interesse geo-politico nella regione.

Il Punto

Trump ha chiesto ai cinesi di aprire la finanza ai capitali esteri. Pechino ha risposto ribadendo che rivedrà complessivamente le barriere alle partecipazioni e acquisizioni estere nei settori bancario, finanziario e assicurativo. Belle parole a cui dovrebbe far seguito un’agenda chiara e credibile di riforme.
Il terzo trimestre di quest’anno ci regala una crescita dell’Eurozona allo 0,6 per cento e dell’Italia allo 0,5. Peggio dei partner europei ma un po’ meglio delle aspettative. L’economia, dunque, continua a macinare crescita. A meno che la Germania pretenda la fine del Quantitative easing della Bce.
Nel ddl bilancio 2018 vari articoli a favore di amministrazioni e popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia e nuove risorse per il Fondo investimenti che per un quinto viene utilizzato per la prevenzione dei rischi sismici. Oltre a stanziare, c’è poi da spendere bene e velocemente senza alimentare la corruzione.
Decolla a fatica l’alternanza scuola-lavoro, ora obbligatoria nelle superiori. Quando era facoltativa (dal 2005) l’hanno attivata molto più gli istituti professionali e tecnici dei licei. Eppure non ci sono dati per rispondere alla domanda più importante: quali effetti determina sulla condizione occupazionale degli ex-studenti?
Se in Italia ci sono tanti risparmiatori traditi e gabbati è anche perché, se mai li leggono, non capiscono quasi nulla dei documenti informativi finanziari. Linguaggio burocratico e criptico da una parte, ignoranza economica dall’altra. Se n’è accorta anche la Consob.

Il Punto

Non ci volevano i referendum autonomisti per capire che si devono riordinare i rapporti tra le tante e diverse regioni a statuto ordinario e speciale e lo stato centrale. Nel nostro parlamento languono da anni varie proposte al riguardo. Intanto in Francia il numero delle regioni è sceso da 22 a 13, sette delle quali nuove.
La posta in gioco nel braccio di ferro tra governo e Tim è il controllo della rete. Da scorporare – secondo il primo – e unire a Open fiber (Enel più Cdp) per sviluppare la banda larga in tutto il paese. Da tenersi ben stretta – per la seconda – perché porta ancora profitti. Ma il vero business si sta spostando altrove.
Cambio di rotta nei dati sull’occupazione a settembre: aumenta per i maschi con più di 35 anni di età, diversamente che nei mesi precedenti. Donne e giovani perdono posizioni e questo non va bene. Così come preoccupa il brusco stop al calo degli inattivi, che hanno ripreso a salire. Questi dati, come quelli degli ultimi anni, sanciscono anche la crisi degli autonomi. Fino a ieri emblemi del nostro mercato del lavoro, in quasi 15 anni i lavoratori indipendenti sono diminuiti di quasi 1 milione. Un calo meno marcato tra gli stranieri e più evidente tra gli italiani commercianti e artigiani. In controtendenza i liberi professionisti.
Ma è vero che gli stranieri scippano le case popolari agli italiani? A conti fatti l’allarme appare esagerato, sospetto di strumentalizzazione politica. Gli immigrati – anche comunitari – sono intorno all’8,5 per cento negli alloggi popolari, in linea con la loro incidenza sulla popolazione del paese.

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