Le regioni italiane svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del Pnrr. Ma alla fine del primo trimestre 2025 il bilancio per la parte di loro competenza è negativo. E la sanità è il settore che più ne paga il prezzo, con i ritardi più gravi.
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I rilievi della Corte dei conti europea sull’attuazione del Rrf danno indicazioni su come dovranno essere strutturati i programmi di investimenti per la coesione successivi al 2027. La questione ruota attorno al livello al quale avviene la valutazione.
Siamo arrivati alla quinta revisione del Pnrr e già se ne preannuncia un’altra per l’autunno. Riguarderà misure cruciali, come “Transizione 5.0” e gli interventi nei settori del turismo, lavoro e inclusione sociale. Sarà dunque una rimodulazione decisiva.
Una comunicazione della Commissione europea consente di finanziare gli interventi in ritardo di attuazione dei Pnrr attraverso le risorse della coesione. Per il nostro paese si tratta di un’opportunità che porterebbe vantaggi anche per i programmi Fesr.
Si avvicina la scadenza del Pnrr ed è sempre più chiaro che alcune misure non saranno attuate in tempo. Più che una revisione generale del Piano servono modalità e strategie alternative, che permettano di salvaguardare gli obiettivi. Il legame con il Psb.
Due documenti ufficiali fanno il punto sullo stato di avanzamento del Pnrr. La relazione del governo evidenzia lo sforzo fin qui fatto e la speranza di una proroga. La Corte dei conti è preoccupata per la capacità di spesa e la rendicontazione.
La spesa Pnrr del 2024 sembra ridursi drasticamente. Circa 20 miliardi sono rinviati agli anni successivi. I ritardi incidono anche sugli effetti sul Pil. E crescono gli interrogativi sulla capacità di rispettare le scadenze. Occorre maggiore chiarezza.
Nonostante i progressi formali, per alcune misure il Pnrr registra ritardi significativi nella spesa. Un semplice indicatore consente di monitorare i livelli di quanto speso per ciascun intervento. Diventano così evidenti quelli che sono più indietro.
Il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per il Pnrr. Dell’attuazione sono incaricati i comuni. Lo stato di avanzamento dei lavori segnala difficoltà che potrebbero non essere recuperate entro giugno 2026.
Il Pnrr ha promosso lo sviluppo delle cure domiciliari per gli anziani. Finora però i numeri dell’utenza sono saliti a discapito dell’intensità e della durata del servizio. Così il sistema continua a non rispondere alle esigenze della non autosufficienza.