Si avvicina la scadenza del Pnrr ed è sempre più chiaro che alcune misure non saranno attuate in tempo. Più che una revisione generale del Piano servono modalità e strategie alternative, che permettano di salvaguardare gli obiettivi. Il legame con il Psb.
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Due documenti ufficiali fanno il punto sullo stato di avanzamento del Pnrr. La relazione del governo evidenzia lo sforzo fin qui fatto e la speranza di una proroga. La Corte dei conti è preoccupata per la capacità di spesa e la rendicontazione.
La spesa Pnrr del 2024 sembra ridursi drasticamente. Circa 20 miliardi sono rinviati agli anni successivi. I ritardi incidono anche sugli effetti sul Pil. E crescono gli interrogativi sulla capacità di rispettare le scadenze. Occorre maggiore chiarezza.
Nonostante i progressi formali, per alcune misure il Pnrr registra ritardi significativi nella spesa. Un semplice indicatore consente di monitorare i livelli di quanto speso per ciascun intervento. Diventano così evidenti quelli che sono più indietro.
Il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per il Pnrr. Dell’attuazione sono incaricati i comuni. Lo stato di avanzamento dei lavori segnala difficoltà che potrebbero non essere recuperate entro giugno 2026.
Il Pnrr ha promosso lo sviluppo delle cure domiciliari per gli anziani. Finora però i numeri dell’utenza sono saliti a discapito dell’intensità e della durata del servizio. Così il sistema continua a non rispondere alle esigenze della non autosufficienza.
Gli investimenti destinati dal Pnrr ai servizi educativi per la prima infanzia consentiranno di aumentare la copertura a livello nazionale. Rimangono però due criticità: la persistenza di significativi divari territoriali e l’incognita dei costi di gestione.
Molti comuni, specie tra quelli che più ne avevano bisogno, hanno rinunciato alle opportunità di compensare i ritardi accumulati e migliorare i propri servizi offerte dal Pnrr. Il motivo è il timore di non poter far fronte alle spese di gestione dei progetti.
Al bando Pnrr del 2021 per le mense scolastiche avevano partecipato pochi comuni meridionali, benché fossero le zone dove più c’era bisogno di incrementare il servizio. Ora, invece, c’è stato un cambiamento di rotta, che ha varie interpretazioni.
Il Piano strutturale di bilancio prevede per gli asili nido un tasso di copertura regionale di almeno il 15 per cento dei bambini sotto i tre anni, anche attraverso strutture private. Si accetta così che i territori in ritardo non adeguino le infrastrutture.