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Ritorno alla politica monetaria normale

Il messaggio principale della decisione della Federal Reserve sul rialzo dei tassi è che il regime in cui opera l’economia è tornato normale e anche la politica monetaria può tornare a essere tale. E si possono pianificare le mosse future in modo trasparente.

In equilibrio tra conti pubblici e utili delle banche centrali*

La politica monetaria molto espansiva adottata nell’area euro dal 2008 ha comportato un forte aumento degli utili delle banche centrali. Solo in parte distribuiti agli stati e con modalità decise a livello nazionale. Accantonamenti per garantire l’indipendenza ed esigenze di finanza pubblica.

Il Punto

La crescita economica si conferma a zero. Per tornare alla crescita demografica ci vuol altro che una maldestra campagna pubblicitaria per il Fertility day e il bonus bebè da 80 euro al mese per tre anni. Servono incentivi all’occupazione femminile (in particolare delle madri), asili nido, spinta ai congedi dei padri e politiche abitative per le nuove coppie.
Colpendo il trattamento fiscale di super-favore per Apple in Irlanda, la Ue ha aperto un dossier inedito. Non ha contestato alcuna violazione all’impresa né la legittimità della legge del paese, ma l’atto amministrativo del fisco irlandese che si traduce in aiuto di stato. In attesa di un allineamento dei sistemi di tassazione europei, si deve almeno provare a coordinarli. La partita è complessa anche perché fuori dal tavolo – ma più che mai coinvolto – c’è il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ben deciso a tutelare gli interessi sia delle sue multinazionali in Europa sia del fisco federale. E c’è alta tensione tra Ue e Usa anche sul fronte dei negoziati per il Ttip, il trattato commerciale messo in crisi da prese di posizione tedesche e francesi. Davvero l’accordo sarebbe una resa europea agli interessi americani?
Più negli Stati Uniti che in Europa, le politiche monetarie non convenzionali (come il Quantitative easing) hanno impedito che le crisi finanziarie degenerassero. Creano però danni collaterali sulle banche e su altri investitori istituzionali. Il che fa ritornare attuali le politiche fiscali come stimolo alla crescita.
Abbiamo visto tutti i costi – umani ed economici – di un terremoto. Non c’è altrettanta consapevolezza, invece, della spesa che ogni proprietario d’immobile dovrebbe sostenere per la prevenzione. Che sarebbe da spingere con incentivi pubblici ma anche privati, per esempio con strumenti assicurativi.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Funzionano le politiche monetarie non convenzionali?

Le politiche monetarie non convenzionali hanno permesso di stabilizzare le principali variabili finanziarie e gestire le crisi del debito sovrano. Ma dopo otto anni, crescono le preoccupazioni del mondo bancario e assicurativo. E c’è chi vuole usare la politica fiscale per stimolare la domanda.

Salvare l’Europa dopo Brexit: l’elicottero non serve

Chiedere alla Bce di distribuire denaro a pioggia è un sintomo dell’inefficacia delle normali regole di politica fiscale. Il principio del bilancio in pareggio ha finito per ostacolare ogni ragionevole tentativo di gestire il disavanzo in funzione anti-ciclica. Soluzioni nuove per salvare l’Europa.

Gli idranti di Mario Draghi

La Bce ha annunciato un nuovo ampio pacchetto di misure per stimolare la crescita nell’Eurozona. Ma la deflazione è solo un sintomo, il problema è la combinazione viziosa di eccesso di domanda di risparmio e limite zero sui tassi di interesse. E per risolverlo non basta la sola politica monetaria.

Con il Qe torna la fiducia *

Il Qantitative easing della Bce è partito il 9 marzo 2015. È troppo presto per vederne i primi effetti oppure qualcosa già si muove? La più importante operazione di politica monetaria dalla nascita dell’euro sembra aver prodotto un primo risultato: il ritorno della fiducia tra gli operatori.

Quando le riforme strutturali diventano un boomerang

Le riforme strutturali possono rivelarsi addirittura dannose, se non sono accompagnate da simultanee misure di espansione della domanda. Ma in una unione monetaria ciò è precluso e la politica monetaria non può agire da cinghia di trasmissione tra sacrifici e benefici.

L’Europa non si merita una deflazione

La politica monetaria dell’area euro risulta ancora frammentata e i suoi canali di trasmissione inefficaci. La Bce dovrebbe adottare una politica più accomodante, per indirizzare correttamente le aspettative degli operatori e fornire i giusti stimoli. Altrimenti, avremo una deflazione infinita.

Politica monetaria: se le banche vanno sul mercato aperto *

Nonostante la liquidità fornita al settore bancario con le aste a lungo termine della Bce, nell’area euro il credito al settore privato continua a contrarsi. Da ripensare gli strumenti della politica monetaria. Eliminando gli incentivi delle banche a investire in titoli di Stato.

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