Le valutazioni sull’operato dei dipendenti pubblici e sulle loro competenze sono sostanzialmente neutralizzate dagli accordi fra la Pa e i sindacati, con un ruolo quasi esclusivo dell’anzianità di servizio. Il caso del ministero dell’Interno.
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Da anni la pubblica amministrazione cerca di diventare più semplice e più efficace, anche attraverso la digitalizzazione. La prima concreta sperimentazione delle sue potenzialità è nel settore degli appalti. Le sperimentazioni della provincia di Trento.
Come in altri settori, anche nel pubblico impiego aumentano le difficoltà a trovare personale per soddisfare una domanda di lavoro in crescita a causa dei tanti pensionamenti e della necessità di gestire le risorse del Pnrr e della politica di coesione.
I dipendenti pubblici italiani sono quelli con la maggiore anzianità di servizio tra i grandi paesi europei, un fenomeno dovuto alla bassa mobilità. Le rotazioni di personale andrebbero pensate anche come uno strumento di sviluppo delle carriere.
Un pesante fardello di oneri e adempimenti burocratici obbliga i cittadini e le imprese a sostenere ingenti costi per gestire i rapporti con la Pa, stimati fino a 150 miliardi. Tutto ciò ha effetti negativi sul sistema produttivo e sul welfare.
Sotto la gestione dei commissari prefettizi, l’autonomia finanziaria dei comuni aumenta. Questi amministratori non ricercano infatti il consenso necessario ai sindaci per essere rieletti. Ma coniugare la democrazia con la capacità amministrativa è cruciale.
La novità più importante della riforma del pubblico impiego è l’introduzione della “progressione verticale” per l’accesso alla qualifica dirigenziale. Ma una procedura guidata e riservata al personale già dipendente si presta a condizionamenti.
Le regole europee prevedono che i conti di tutta la pubblica amministrazione siano sotto controllo. Per questo anche i comuni sono sottoposti a vincoli. Va però chiarito quale sia la quota di indebitamento netto consolidato della Pa loro riconosciuta.
Per la ripresa non bastano gli investimenti nelle infrastrutture, servono riforme per la modernizzazione del nostro paese. Su questa base il Pnrr disegna strategie chiare, con una concreta definizione di indirizzi e di tempi di attuazione delle opere.
Come si può arrivare a decisioni rapide e flessibili sugli appalti pubblici? È necessario ridurre il numero dei centri decisionali. E ripensare la cornice normativa, intervenendo su Codice degli appalti, ruolo dell’Anac e commissioni di gara.