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Passi avanti nella digitalizzazione della Pa

Da anni la pubblica amministrazione cerca di diventare più semplice e più efficace, anche attraverso la digitalizzazione. La prima concreta sperimentazione delle sue potenzialità è nel settore degli appalti. Le sperimentazioni della provincia di Trento.

Obiettivo semplificazione

L’urgenza di rendere più efficiente il settore pubblico ha prodotto negli ultimi anni diverse misure finalizzate alla riorganizzazione della burocrazia e alla digitalizzazione e semplificazione dei procedimenti e dei servizi pubblici.

Semplificazione ed efficienza non sono soltanto fondamentali forme di espressione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità, ma anche strumenti di sviluppo economico e attuazione dei diritti, dato che la qualità dell’attività amministrativa condiziona la realizzazione di infrastrutture, la competitività del sistema produttivo, gli standard dei servizi pubblici, il livello dei diritti di cittadinanza e l’efficacia della loro tutela.

Non a caso da circa venti anni si inseguono riforme “epocali” che ripropongono gli stessi temi: semplificazione degli adempimenti e riduzione degli oneri burocratici, trasparenza, rafforzamento degli strumenti di raccordo dei diversi livelli di governo, razionalizzazione delle strutture burocratiche e delle società partecipate, responsabilizzazione del personale pubblico e meritocrazia, incremento della performance degli apparati burocratici.

Considerato che l’attività della pubblica amministrazione consiste in gran parte in prestazioni che scontano i limiti di permeabilità agli interessi e deficit di competenze ed efficienza tipici del cosiddetto “fattore umano”, negli ultimi anni si è diffusa la convinzione che la digitalizzazione delle procedure possa renderle più veloci, tracciabili, trasparenti, imparziali ed efficienti, e rivestire un ruolo strategico nella semplificazione dei rapporti con cittadini e imprese e in generale nella crescita dell’economia.

La disponibilità di ingenti risorse destinate alla trasformazione digitale della Pa, di tecnologia avanzata, di banche dati pubbliche e di piattaforme digitali consente di finalizzare il lungo percorso intrapreso a partire dal codice dell’amministrazione digitale del 2005, rendendo l’intera attività amministrativa interoperabile e interconnessa, attraverso il rafforzamento delle infrastrutture digitali, la realizzazione di siti web e di servizi online di ultima generazione, il ricorso a piattaforme dati interoperabili. A ciò si aggiunge poi l’intelligenza artificiale applicata alla pubblica amministrazione, la trasformazione secondo il paradigma cloud delle piattaforme strategiche, lo snellimento delle procedure secondo il principio once-only, in forza del quale i cittadini e le imprese forniscono dati e documenti soltanto una volta a un solo sistema informativo – la piattaforma digitale nazionale dati – che li rende disponibili a tutte le autorità pubbliche, che possono accedervi, condividerli e riutilizzarli per tutti i procedimenti e le procedure di gara cui i soggetti partecipano.

La missione del Pnrr “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” della Pa, il Piano triennale per l’informatica e le numerose misure incentivate dalle politiche di coesione europeamirano a perfezionare e finanziare gli strumenti che consentono di ridurre tempi, costi e oneri burocratici, di mettere a disposizione di cittadini e imprese servizi digitali innovativi, semplici e accessibili, progettati sulla base delle esigenze dei destinatari e del rilevante patrimonio informativo della Pa, di garantire efficienza, trasparenza e controllo dell’azione amministrativa.

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Cosa succede negli appalti

La prima concreta sperimentazione del ruolo e delle potenzialità della digitalizzazione nell’incremento di efficienza dell’esercizio dell’attività pubblica è iniziata dal 1° gennaio 2024, con il settore degli appalti pubblici. Il nuovo Codice dedica un’intera sezione alla digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici e alla realizzazione dell’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (cosiddetto e-procurement), attraverso il passaggio completo al digitale di tutto il ciclo di vita degli appalti, dalla programmazione alla esecuzione finale.

La piattaforma digitale nazionale dati, il fascicolo virtuale dell’operatore economico, il riferimento all’uso di algoritmi nelle decisioni da assumersi mediante automazione e ai registri distribuiti (cosiddetto blockchain) sono alcuni degli strumenti strutturati per snellire e accelerare le procedure di acquisto delle amministrazioni, allargare la partecipazione dei soggetti che operano nel mercato, garantire trasparenza e condivisione delle informazioni, attuare il principio dell’unicità dell’invio (once only) in modo che i dati relativi a tutto il ciclo di vita degli appalti siano forniti una sola volta a un solo sistema informativo, e resi disponibili alle stazioni appaltanti e agli operatori economici.

Grazie a questi strumenti, imprese e professionisti non dovranno più fornire all’amministrazione i loro dati per ogni singola procedura, le stazioni appaltanti potranno verificare il possesso dei requisiti attraverso l’interoperabilità tra le banche dati, superando i controlli sulle autocertificazioni, la tracciabilità delle procedure renderà più semplici ed efficienti i controlli e il sistema di trasparenza e di prevenzione della corruzione.

Si tratta di soluzioni estensibili all’intero perimetro delle attività pubbliche, funzionali a realizzare principi prescritti a partire dalla legge 241/1990 ma rimasti sostanzialmente virtuali: tempestività della conclusione dei procedimenti amministrativi, divieto di richiedere documenti in possesso della amministrazione procedente o di altre pubbliche amministrazioni, partecipazione dei privati al procedimento amministrativo, accessibilità a dati e informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni, raccordo tra quelle coinvolte nel medesimo procedimento.

L’esperienza della provincia di Trento

Anche al di fuori dell’ambito degli appalti si procede alla sperimentazione di processi di digitalizzazione generalizzata dell’attività pubblica, facendo ricorso anche a strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale e il cloud, in grado di snellire le procedure burocratiche e ridurre la complessità amministrativa e gli adempimenti burocratici, garantendo al contempo controlli efficienti, uguali opportunità e semplicità nell’accesso ai servizi.

Il progetto “Bandiera” avviato dalla provincia di Trento (con risorse del Piano nazionale complementare Pnc) prevede, ad esempio, l’utilizzo da parte delle amministrazioni provinciali di soluzioni di intelligenza artificiale in grado di supportare le necessità di analisi di sistemi molto complessi (contesto socio-economico, stato del territorio, sistemi e servizi pubblici) e il decision making basato sui dati, modelli predittivi e simulazioni (“digital twin”), la migrazione al cloud delle piattaforme applicative strategichee dei sistemi informativi per alcuni settori strategici, la creazione, nell’ambito del portale istituzionale della provincia, di un catalogo unico di tutti i servizi pubblici e dei correlati procedimenti amministrativi di competenza delle strutture provinciali (oltre mille), la digitalizzazione dei servizi ancora gestiti con modalità tradizionali e il relativo sviluppo tramite integrazione con le piattaforme abilitanti e le basi dati nazionali (tramite la piattaforma digitale nazionale dati).

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La prima applicazione degli strumenti di intelligenza artificiale e della trasformazione delle piattaforme della provincia riguarda ambiti strategici dell’attività amministrativa,relativi a gestione del territorio, emergenze ambientali, mobilità, dinamiche del mondo produttivo, dello sviluppo economico, politiche attive del lavoro, politiche di sostegno al bisogno familiare, incentivi alle imprese.

Il Protocollo di intesa sottoscritto con la presidenza del Consiglio e il piano operativo prevedono la realizzazione di reti ultraveloci e infrastrutture digitali, la modernizzazione dei processi e l’utilizzo di sistemi di sensoristica e componentistica distribuita in relazione ad alcuni asset strategici (agricoltura, acqua, foreste, turismo), misure di semplificazione e digitalizzazione delle procedure per ridurre i tempi della burocrazia, servizi digitali modellati sulle reali necessità dell’utenza che consentiranno di superare le forme tradizionali di comunicazione (per esempio compilazione di moduli cartacei, Pec) e di migliorare le prestazioni pubbliche analizzando l’esperienza diretta degli utenti, l’evoluzione delle piattaforme strategiche in modelli di dati in grado di abilitare motori e agenti di intelligenza artificiale, che, attraverso use case, miglioreranno l’efficienza delle decisioni pubbliche in materie strategiche, quali territorio e la mobilità e il mondo produttivo, emergenze ambientali, mercato del lavoro, incentivi alle imprese.

Queste iniziative dimostrano che le amministrazioni pubbliche dispongono, o possono disporre, di risorse e strumenti che consentono loro di fornire servizi digitali evoluti semplici e accessibili, strutturare forme più intense di collaborazione con privati, utilizzare piattaforme certificate interoperabili per realizzare procedure interamente digitali, in grado di ridurre gli adempimenti burocratici e la complessità amministrativa e fornire maggiori garanzie e tutele della legalità dell’azione amministrativa e degli interessi di cittadini e imprese.

Si tratta di mettere a punto le misure normative e tecniche necessarie per dare attuazione all’evoluzione digitale delineata da oltre quindici anni, ma costantemente rinviata e garantire il concreto supporto dell’attività delle strutture burocratiche.

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  1. Savino

    E’ il fattore umano che deve cambiare con un complessivo ricambio generazionale.
    Bisogna, inoltre, ridimensionare l’eccessivo smart working. Non è possibile, nè eticamente accettabile che a ben 4 anni dal lockdown molti lavoratori delle P.A. siano ancora imboscati in casa, quando non c’è emergenza e ciò rallenta tantissime pratiche, si pensi a quanto tempo ci voglia oggi per un banale rinnovo di carta d’identità.

    • Alex

      Non parliamo poi del rilascio di un passaporto!…Ne deve passare di acqua sotto i ponti…

  2. francesco graziani

    Spero che questo processo continui a svilupparsi per poter fornire i risultati sperati e attesi da molto tempo.
    Un warning: la qualità della produzone legislativa e della stessa ragione di introduzione di nuove leggi con la bonifica delle leggi precedenti. Non so ma temo che per questa funzione manchino strutture dedicate e risorse. Comunque una grande speranza.

  3. Carmine Meoli

    Non ho commenti! Fughe in avanti non mancano e sarebbero da incoraggiare .
    Provate tuttavia a verificare se l’INPS vi scrive al vs domicilio digitale o alla PEC riportata nel vostro profilo nel sito dell’Istituto . No vi manda all’ufficio postale e ritirare la raccomandata che un frettoloso portalettere ha pensato di non consegnarvi preferendo lasciare l’avviso .
    Non diciamo della mancata indicazione di una Pec -nonostante un obbligo di legge – alla quale potete notificare le Vs risposte all’INPS ! Così se è se vi capita !

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