Sono una imprenditrice, stanca di pagare inutili balzelli e di alimentare l’esistenza di una pubblica amministrazione, che non serve proprio a niente.
Credo che la vera riforma della pubblica amministrazione, che manca in questo Paese e che non si ha in realtà il coraggio di fare, è quella di riuscire finalmente a far a meno di tutti, proprio tutti, gli enti inutili.
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Nel secondo trimestre 2015 in Italia si consolida la crescita del Pil. Più lenta e graduale che in passato anche perché lo scenario internazionale – seppure positivo – non è favorevole come allora. Per spingere la ripresa urge approvare e attuare speditamente le riforme in cantiere da troppi mesi.
Anche se inaspettatamente è tornata a crescere, la Grecia sta sicuramente peggio di noi. Il nuovo piano di aiuti in approvazione nei parlamenti europei non risolve i problemi del paese, ma almeno ne evita l’insolvenza. Fra tre anni saremo punto e a capo, in attesa del prossimo salvataggio.
A seguito della proposta di 218 parlamentari si parla di legalizzare la cannabis. Anche sulla base del caso del Colorado, tra le conseguenze ci si potrebbe aspettare un risparmio delle spese per reprimere una diminuita criminalità e introiti fiscali per 5-8 miliardi. Difficile da calcolare il possibile aumento del consumo di droghe leggere.
Risparmi, semplificazione, spoil system, digitalizzazione: sono i (soliti) cardini della riforma della pubblica amministrazione presentata dal ministro Madia. Sarà efficace e – come dichiarato – potrà contribuire al contenimento della spesa pubblica? Lo sapremo una volta emanate le tante deleghe legislative previste.
Sul mercato del lavoro l’esperienza conta. Per capirlo si possono studiare le carriere di coppie di giocatori di calcio (di cui domenica comincia il campionato) nati nello stesso anno, uno all’inizio e l’altro alla fine. Dai dati viene fuori che i giocatori con più esperienza hanno maggiori probabilità di giocare in Serie A rispetto ai loro coetanei meno fortunati.
Sono sempre più i laureati in materia scientifiche nei paesi in via di sviluppo. Per quanto la distribuzione geografica non implichi l’eccellenza accademica, dobbiamo stare attenti a non perdere uno dei punti di forza dei paesi ricchi: la migliore istruzione, spesso punto di forza della capacità di un paese di adottare le tecnologie. Importante quindi la valutazione della qualità della ricerca (Vqr) operata dal ministero dell’Università. Una riflessione su come è stata organizzata la Vqr 2004-2010 consente, ora che ne inizia la seconda fase, di avanzare alcune proposte per un suo ridisegno migliorativo.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
Della legge delega di riforma della pubblica amministrazione non appare chiara la direzione. Si vuole ampliare o ridurre l’intervento dello Stato? Si vuole un apparato amministrativo tecnicamente autonomo o strettamente legato alla politica?
Nel disegno di legge sulla pubblica amministrazione è stato prima introdotto e poi ritirato un emendamento che riguardava l’opportunità di “pesare” il voto di laurea nei concorsi statali. Quel testo era confuso, ma il tema andrebbe ripreso, facendo leva sul concetto di valutazione relativa.
La prevenzione della corruzione non può essere lasciata solo ai segretari comunali, come prevede la legge attuale. L’inchiesta Mafia Capitale ne è la conferma. Meglio creare nuclei alle dipendenze funzionali dell’Autorità anticorruzione, anche per rafforzare le sue funzioni di prevenzione.
Nella nuova formulazione del reato di falso in bilancio è stato eliminato ogni riferimento alle voci oggetto di valutazione, che sono quasi tutte quelle che compongono un bilancio. Necessario farle rientrare fra le fattispecie che costituiscono reato, purché la valutazione alterata sia fraudolenta.
L’ennesimo scandalo negli appalti delle grandi opere impone la ricerca di strumenti di contrasto alla corruzione. La tanto invocata rotazione dei dirigenti è già legge, ma va applicata. Sarebbe utile un diverso ruolo dell’Anac nei controlli. L’idea di accentramento degli appalti
Difficile sostenere che la riforma dell’articolo 18 contenuta nel Jobs Act non si applichi al lavoro pubblico. Vero però che serve un’armonizzazione, per evitare storture applicative. Ricollocazione del dipendente licenziato e pagamento degli eventuali indennizzi sono le questioni più spinose.
Si chiamano cicli e ricicli. L’idea di mettere il Tfr in busta paga continua a riaffiorare nella politica italiana. Recuperiamo un pezzo d’archivio che discuteva questa proposta tre anni fa. E prima di allora Tremonti e Damiano ne avevano trattato. È una misura sicuramente popolare ma che apre voragini sul futuro pensionistico di molti e ben difficilmente potrà rilanciare i consumi. Se è questo l’obiettivo, il Governo dovrebbe anzitutto dimostrare di saper coprire il bonus di 80 euro e altri tagli alle tasse. Ma della spending review nella manovrina si è persa ogni traccia.
Riuscirà la legge di stabilità che il Governo sta preparando a non venire rimandata al mittente da Bruxelles? Bene riguardare i vincoli europei raccolti in un nostro Dossier che riproponiamo.
Con la riforma della pubblica amministrazione la politica dovrebbe rimanere fuori dalla porta. Peccato che sia prevista la possibilità per gli enti locali di assumere dirigenti a tempo determinato. Un modo per cooptare esponenti di partito nelle amministrazioni.
Altro che olio per gli ingranaggi! La corruzione fa crescere la spesa pubblica per il maggior costo dei servizi e dei beni e allo stesso tempo diminuisce il tasso di crescita del Pil e perciò riduce il gettito fiscale. Eppure né da questo Governo né dai precedenti sono arrivate misure efficaci per arginarla.
Michele Tronconi, presidente di Assofondipensione, commenta l’intervento di Stefano Patriarca “Tfr in busta paga?“
La riforma della pubblica amministrazione prevede la possibilità per gli enti locali di assumere dirigenti a tempo determinato. Non è spoils system all’italiana, ma la possibilità di cooptare nelle amministrazioni esponenti di partito. Aggirando i tentativi di diminuire le cariche politiche.