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Che cos’è il Quantitative easing

Il 22 gennaio la Bce ha varato un piano di Quantitative Easing dalla portata ambiziosa. Ma cos’è, e come funziona, il Quantitative Easing? Un dossier di articoli sul tema.

Quante e quali munizioni per il bazooka

L’architettura scelta per il Qe europeo lascia aperti alcuni interrogativi. Meglio sarebbe procedere attraverso una sorta di grande cartolarizzazione, che permetterebbe di rendere quasi privi di rischio di credito i titoli acquistati, senza alcuna mutualizzazione delle perdite.

Il Punto

Annunciando i dettagli del piano di Quantitative easing (Qe), Mario Draghi ha infranto un tabù storico: la Bce da marzo comincerà ad acquistare massicciamente titoli pubblici e privati dell’Eurozona, anche a lunga scadenza. Vediamo i meccanismi (e i compromessi) scelti per attuarla e proviamo a fare qualche previsione. Scontato (soprattutto dai mercati) questo annuncio, ma due caratteristiche positive vanno registrate: il Qe di Draghi è ampio e non limitato nel tempo fino alla realizzazione di un obiettivo di inflazione. Che tuttavia potrà arrivare solo in tempi lunghi: oltre quattro anni. Spieghiamo che cosa serve per ottenerne benefici. Dall’utilizzo di questo strumento non convenzionale di politica monetaria potrà arrivare una diminuzione del costo dei capitali e -forse- una ripresa della domanda. Vediamo in dettaglio come funziona. E riproponiamo un Dossier sul tema, con nuovi contributi.
Cambia, in virtù di una direttiva europea, la gestione delle crisi delle banche. Tra gli strumenti previsti, la vera innovazione è il bail-in, vale a dire il salvataggio dell’impresa a spese dei suoi soci e creditori anziché a carico delle casse pubbliche. Una novità già sperimentata con il default cipriota che nasconde il rischio di una bomba a orologeria.
Un buon sistema elettorale deve far stare insieme rappresentanza democratica e governabilità. L’Italicum fa leva più sulla seconda che sulla prima, con il 60-65 per cento dei deputati nominati dai segretari dei partiti. Una scelta delicata proprio mentre gli elettori disertano le urne. Eppure c’è il modo per correggerla.
Il Jobs act combinato con il decreto Poletti del marzo 2014 che ha liberalizzato il ricorso ai contratti a termine rischia di peggiorare il dualismo nel mercato del lavoro. Per chi ha un’occupazione a scadenza l’instabilità del reddito e l’incertezza del futuro rimangono altissime. Ecco perché nel 2016 -esauriti gli incentivi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato- bisognerà trovare un correttivo per evitare che riesploda il precariato.
Nel momento della scomparsa della madre di Marzio Galeotti, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.

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La versione della Bce

Una sorpresa positiva nel Quantitative easing europeo: non ha limiti temporali, ma è condizionato al raggiungimento di un obiettivo di inflazione. Occorreranno però più di 4 anni per attuare un programma simile a quello della Fed. Senza aspettarsi grandi benefici in termini di maggiore inflazione.

Il Qe in salsa europea è servito

Draghi ce l’ha fatta: ha servito il Qe al tavolo del Consiglio Bce. Ha dovuto condirlo in salsa europea per farlo mangiare anche ai tedeschi (lo digeriranno?), ma va bene così. Adesso bisogna che le altre politiche non remino contro, a cominciare dalla vigilanza bancaria della Bce stessa.

Per un Quantitative easing efficace *

E’ stato annunciato ufficialmente il Qe che da marzo sarà lo strumento a disposizione della Bce contro la deflazione. Vediamo quali sono gli effetti che possiamo attenderci. Insieme a un Dossier che raccoglie i nostri interventi sul tema. 

Il Punto

Il governo vuole finalmente cambiare le regole di voto nelle banche popolari. La loro governance ora prevede in assemblea un solo voto per socio indipendentemente dalle azioni possedute. Il che ingessa il controllo nelle mani dei soliti noti e spalanca le porte all’intrusione della politica nella gestione del credito.
Vincendo le resistenze tedesche, giovedì Mario Draghi annuncerà il Quantitative easing, l’acquisto diretto dei titoli di stato da parte della Banca centrale europea. Con il via libera dell’avvocato generale presso Corte di giustizia europea che si è espresso per un rafforzamento dell’indipendenza dell’istituto di Francoforte. Vediamo in base a quali motivazioni e quali limiti ha richiesto. E ripercorriamo meccanismi e problemi di questo strumento di politica monetaria in un nuovo Dossier che raccoglie i nostri articoli sul tema.
Per attuare i tagli loro imposti dalla legge di Stabilità 2015 le regioni parlano di eliminare l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per gli over 65. Conti alla mano, si aggiungerebbe altra disuguaglianza alla disuguaglianza territoriale che già regna sovrana. Meglio cogliere l’occasione dei tagli per rivedere il sistema da cima a fondo, con l’obiettivo di preservare le tutele di chi ha davvero bisogno.
Paradiso perduto per gli italiani che avevano messo i soldi in Svizzera al riparo dal fisco italiano. L’accordo tra i due paesi dà all’Agenzia delle entrate la possibilità di accedere ai dati delle banche elvetiche. Diventa così più appetibile la voluntary disclosure per i nostri concittadini. E le banche non li perdono come clienti. Lo scalpore (a causa della cosiddetta norma salva-Berlusconi) intorno al decreto sui reati tributari sul tavolo del Consiglio dei ministri ha impedito di metterne in luce i pochi aspetti positivi e quelli pericolosamente negativi dell’intero impianto. Tra i secondi, alcuni rischiano di tenere ancor più alla larga gli investitori internazionali.
A quasi 20 anni dalla riforma Dini della previdenza che ha introdotto il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni, il quadro economico è profondamente cambiato in peggio e mette a rischio le prestazioni allora ipotizzate. Si pone il problema di ridurre gli oneri contributivi, specie per i più giovani, in modo da favorire ripresa e occupazione.
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Perché la Svizzera si sgancia dal cambio fisso con l’euro

La decisione della Banca centrale svizzera di sganciare il franco dalla parità con l’euro mostra come sia difficile oggi gestire il tasso di cambio. Ma fa anche pensare che il Quantitative easing della Bce sia ormai alle porte. Mentre gli investitori sono ancora alla ricerca di sicurezza.

Semaforo verde per il Quantitative easing

Parte il Quantitative easing (Qe) della Bce. Anche grazie a un implicito parere positivo dell’avvocato generale presso la Corte di giustizia europea che apre la strada a uno strumento di politica monetaria in cui sono riposte forti aspettative.

Il Punto

Il terrorismo è il risultato della strategia deliberata di una minoranza di fanatici, non -come molti ritengono- il prodotto degli errori dell’Occidente. Per combatterlo è necessario ricorrere a vari strumenti e strategie. Tra i primi, l’utilizzo -non facile- dei big data come, per esempio, la mole di dati sul trasporto dei passeggeri tra paesi europei (informazioni che comunque ledono la privacy dei cittadini). Tra le seconde, minare la credibilità delle organizzazioni che reclutano aspiranti stragisti e colpire le fonti di finanziamento.
Area euro in piena deflazione. Un nuovo Dossier raccoglie gli articoli sul tema pubblicati da lavoce.info. Per capire come mai ci risiamo dentro, perché è considerata una bestia nera, quali sono le ricette per uscirne. Una è l’uso da parte della Bce del bazooka del Quantitative easing (acquisto di titoli di stato dell’Eurozona). Vediamo con quali aspettative e quali rischi. Mentre rimangono da definire alcuni criteri per attuare questa politica monetaria. Come suddividere tra i bond dei diversi paesi i 500 miliardi previsti? E con quali scadenze, visto che molte emissioni a breve termine hanno rendimenti negativi? Le risposte implicano scelte tecniche e politiche, condizionate anche da vincoli di mandato della banca centrale.
Bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro e bassa fecondità sono due nodi -apparentemente contraddittori- che il Jobs act affronta su quattro direttrici: rafforzamento nella tutela dei diritti, incentivi fiscali, potenziamento dell’offerta di servizi, flessibilità. Cerchiamo di capire se sono misure utili e il rischio di un flop.
Perché, contrariamente alle aspettative, i prezzi delle case nuove si mantengono alti mentre quelli degli immobili esistenti hanno subito un forte calo? Forse una risposta si trova nel comportamento delle banche.
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