Le quote di genere per aumentare la partecipazione delle donne nei board delle società quotate sono tra le azioni positive più discusse e controverse. Comprendere quali fattori influenzano il sostegno alla misura è cruciale per garantirne l’efficacia.
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Le banche quotate italiane hanno effettivamente aumentato la rappresentanza femminile nelle posizioni di vertice, come prescritto dalla legge Golfo-Mosca, senza mettere in atto pratiche per aggirare la norma. Ma non c’è stato l’auspicato cambio culturale.
Dal 2018, le quote di genere si applicano anche alle liste per l’elezione di Camera e Senato. L’equilibrio di genere in Parlamento è molto migliorato negli ultimi 25 anni. Ma il vizio di cercare scappatoie rimane. A destra e al centro un po’ più che a sinistra.
Le quote di genere, dove applicate, sono state efficaci nell’aumentare la partecipazione delle donne nei board delle società quotate, ma spesso l’impatto positivo si ferma ai board, senza generare effetti “a cascata”.
Nel mercato del lavoro saranno sempre più le persone a selezionare le imprese, e non viceversa. Cambia di conseguenza anche il modo di garantire la libertà e la sicurezza dei lavoratori. Non si tratta più di difenderli dal mercato, ma di rafforzarne la posizione nel mercato, attraverso il potenziamento dei servizi di orientamento, informazione e formazione. Conoscere le basi dell’economia e della finanza permette di compiere scelte personali più consapevoli e lungimiranti. Ma diffondere la cultura economico-finanziaria migliora anche il benessere collettivo e permette di costruire una società più inclusiva. Nei paesi dove sono state applicate, le quote di genere sono riuscite ad aumentare la presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società quotate. Le imprese ne hanno tratto beneficio, con incrementi della produttività e del valore delle esportazioni. Non si osservano però ancora effetti “a cascata” sulla probabilità delle donne di accedere ad altre posizioni manageriali. In Italia si fa fatica a superare una concezione della disabilità legata essenzialmente all’assistenza. I progetti per la realizzazione del Pnrr sono l’occasione per attuare precisi criteri di inclusività e di valorizzazione delle capacità delle persone con disabilità, senza limitarsi a prevederli solo sulla carta. Al Sistema sanitario nazionale non mancano certo le risorse. E come ha insegnato la pandemia, più che preoccuparsi di riaffidare la gestione allo stato, sarebbe necessario impegnarsi per costruire una European Health Union. Definire il merito non è semplice. Cosicché si ricorre spesso ad assunzioni sulle uguali opportunità per tutti, oppure lo si assimila alla posizione sociale. La meritocrazia ha poi anche un lato oscuro, che può finire per aprire le porte alla disuguaglianza.
Merito, diversità, giustizia sociale sono i temi del Festival internazionale dell’economia di Torino, che si conclude il 4 giugno. Ecco il programma completo. All’interno del Festival, il 1° giugno si è tenuto il Convegno per i venti anni de lavoce, nata nel 2002: è possibile rivederlo a questo link, insieme al ricordo dedicato a Francesco Daveri.
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