La partecipazione ai programmi di screening mammografico è bassa, nonostante sia un servizio gratuito. Un esperimento sul contenuto delle lettere di invito mostra però che la risposta aumenta se si sottolineano i rischi della mancata partecipazione.
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La sostenibilità del sistema sanitario si garantisce trovando forme aggiuntive di finanziamento. Va ripensato il sistema delle compartecipazioni, con un miglior bilanciamento dei ticket su assistenza specialistica, farmaci e ricoveri ospedalieri.
La politica (anti)ambientale di Trump manda in soffitta gli impegni Usa-Cina per la riduzione del CO2 e quelli successivi presi alla Conferenza di Parigi. E permette a Pechino di guidare la lotta per il clima. All’interno del paese illude i lavoratori dell’industria del carbone, la cui estrazione costa più delle alternative.
Per i politici in cerca di popolarità a buon mercato la proposta di abolire i ticket sanitari è un classico, ricomparso in questi giorni. Il rischio è di far salire la spesa sanitaria non coperta. Meglio sarebbe riformare il sistema delle compartecipazioni alla spesa e delle esenzioni. C’è chi non paga nulla e chi moltissimo, senza tetti. Anche sul territorio il sistema è squilibrato, dato che ogni regione fa la propria politica dei ticket. Spesso determinata in funzione di esigenze di cassa piuttosto che per ridurre l’eccessivo consumo di farmaci.
In calo continuo per cinque anni, il numero di banconote in circolazione in Italia ha ricominciato a crescere l’anno scorso dopo l’innalzamento del limite all’uso di contante da mille a 3 mila euro deciso dal governo Renzi. Senza accompagnarsi a un pari aumento dei consumi delle famiglie. Tutto quel “cash” è finito altrove.
Sono passati otto anni dal terremoto dell’Aquila, quasi cinque dal sisma in Emilia, pochi mesi da quelli in Italia centrale. La successione dei disastri ha portato a migliorare marginalmente gli aiuti alle famiglie per le necessità economiche del giorno dopo: mutui e bollette da pagare, auto distrutte, tasse. Manca però una legge generale sulle emergenze. Anche in tema di ricostruzioni trasparenti post-calamità arrivano le nuove norme sugli appalti. In linea con le direttive europee, la procedura per le gare pubbliche ora tiene conto di un rating sui comportamenti passati delle imprese. Chissà come sarà tradotta nei nostri regolamenti: dando più discrezionalità alle stazioni appaltanti, oppure, come in Francia e Germania, con una rigida applicazione delle norme Ue?
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In Italia i ticket non sono più uno strumento di razionalizzazione della domanda, ma servono per finanziare la spesa sanitaria. In più sono decisi dalle singole regioni, creando una grave disparità di accesso al servizio sanitario nazionale.
L’accordo tra Stato e regioni sulla sanità regionale prevede un taglio da 2,3 miliardi. Raggiunto per l’assenza del Veneto, rinvia tutte le questioni più spinose. Soprattutto prevede un aumento delle risorse per il 2016. E allora chi si metterà a tagliare oggi, quando domani potrà spendere di più?
Il governo vuole finalmente cambiare le regole di voto nelle banche popolari. La loro governance ora prevede in assemblea un solo voto per socio indipendentemente dalle azioni possedute. Il che ingessa il controllo nelle mani dei soliti noti e spalanca le porte all’intrusione della politica nella gestione del credito.
Vincendo le resistenze tedesche, giovedì Mario Draghi annuncerà il Quantitative easing, l’acquisto diretto dei titoli di stato da parte della Banca centrale europea. Con il via libera dell’avvocato generale presso Corte di giustizia europea che si è espresso per un rafforzamento dell’indipendenza dell’istituto di Francoforte. Vediamo in base a quali motivazioni e quali limiti ha richiesto. E ripercorriamo meccanismi e problemi di questo strumento di politica monetaria in un nuovo Dossier che raccoglie i nostri articoli sul tema.
Per attuare i tagli loro imposti dalla legge di Stabilità 2015 le regioni parlano di eliminare l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per gli over 65. Conti alla mano, si aggiungerebbe altra disuguaglianza alla disuguaglianza territoriale che già regna sovrana. Meglio cogliere l’occasione dei tagli per rivedere il sistema da cima a fondo, con l’obiettivo di preservare le tutele di chi ha davvero bisogno.
Paradiso perduto per gli italiani che avevano messo i soldi in Svizzera al riparo dal fisco italiano. L’accordo tra i due paesi dà all’Agenzia delle entrate la possibilità di accedere ai dati delle banche elvetiche. Diventa così più appetibile la voluntary disclosure per i nostri concittadini. E le banche non li perdono come clienti. Lo scalpore (a causa della cosiddetta norma salva-Berlusconi) intorno al decreto sui reati tributari sul tavolo del Consiglio dei ministri ha impedito di metterne in luce i pochi aspetti positivi e quelli pericolosamente negativi dell’intero impianto. Tra i secondi, alcuni rischiano di tenere ancor più alla larga gli investitori internazionali.
A quasi 20 anni dalla riforma Dini della previdenza che ha introdotto il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni, il quadro economico è profondamente cambiato in peggio e mette a rischio le prestazioni allora ipotizzate. Si pone il problema di ridurre gli oneri contributivi, specie per i più giovani, in modo da favorire ripresa e occupazione.
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Circola la proposta di far pagare il ticket anche a chi ha più di 65 anni. L’esenzione resterebbe solo per gravi patologie, famiglie numerose e redditi bassi. Se fosse accolta si tratterebbe di un’occasione persa per correggere le incongruenze più significative del sistema di compartecipazione.