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Il lato oscuro dell’Unione bancaria

L’Unione bancaria ha aspetti senz’altro positivi. Ma introduce anche rigidità nella valutazione dello stato di salute delle banche e nel meccanismo di risoluzione delle crisi. Il problema è il mancato riconoscimento che moneta, banche e sovranità fiscale sono dipendenti gli uni dagli altri. 

Unione bancaria passo dopo passo

Il Parlamento europeo ha approvato in extremis il progetto relativo al Single Resolution Mechanism: è il secondo tassello dell’Unione bancaria. Raccogliamo in un dossier alcuni contributi apparsi sul nostro sito a proposito di questo tema.

Crisi bancarie: così l’Europa cerca di gestirle

L’accordo per la creazione del Single Resolution Mechanism è molto complesso e presenta innegabili criticità. Ma è importante perché completa l’Unione bancaria. E, per la prima volta, introduce nell’area euro il principio della gestione centralizzata delle crisi bancarie.

Una mini-tassa sulle transazioni finanziarie? Si può fare*

Il dibattito sulla Tobin Tax si trascina dallo scoppio della crisi, ma al di là di alcune applicazioni parziali e infelici, è solo aumentata la confusione. Eppure un’imposta sull’attività finanziaria, opportunamente rivista, avrebbe molti meriti.

L’unione bancaria e la ristrutturazione del sistema

La Bce diventerà presto l’organismo unico di supervisione di gran parte delle banche europee. Ma la ristrutturazione dei sistemi bancari continua a passare per l’intermediazione dei governi nazionali. Serve un meccanismo comune e credibile di liquidazione. E un divieto assoluto di aiuti di Stato.

Unione bancaria europea: se il mercato sostituisce lo Stato

L’Ecofin ha raggiunto un compromesso sul meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie. L’onere si sposta dai contribuenti agli azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100mila euro. Con alcune possibili conseguenze sul credito e sulla stabilità del sistema. La soluzione americana.

Prove di vigilanza della Bce: cosa rischiano le nostre banche

La Bce ha presentato la cosiddetta “valutazione approfondita”, un insieme di esercizi di vigilanza rivolti a centotrenta grandi banche europee, destinati a concludersi entro un anno. Quali sono le ambizioni e i timori che li accompagnano? E le banche italiane hanno più da perdere o da guadagnare?

Un problema di governance

La Banca centrale europea ha fatto capire in questi giorni che Unione bancaria europea non vuol dire bail-in e men che meno bail-out europeo. Alcune banche sono destinate a fallire e saranno i governi nazionali a doversi far carico di eventuali salvataggi. La Bce non avrà riguardo verso nessuno (banca o paese) quando dovrà esaminare i bilanci delle principali 130 banche europee, tra cui il Monte dei Paschi, Banca Carige e il Credito Valtellinese.

Quella soluzione Frankenstein che non aiuta l’Unione bancaria

La gestione delle crisi bancarie è la parte più delicata nella costruzione dell’unione bancaria. È solo tramite un meccanismo unico che si può realmente scindere il legame tra debito delle banche e debito sovrano. Il bail-in ha un ruolo eccessivo, mentre va visto come strumento di ultima istanza.

Cipro: un altro pasticcio europeo

Il salvataggio di Cipro avviene nel segno dell’improvvisazione. Discutibile la decisione di penalizzare i piccoli risparmiatori. Occorrono regole chiare di gestione delle crisi bancarie e maggiore uniformità nella supervisione. Non saremmo a questo punto se avessimo già l’unione bancaria.

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