MARTEDì 10 GIUGNO 2025

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Il Punto

Il voto dell’8 e 9 giugno restituisce a caldo l’impressione che per il paese si sia trattato di una serie di occasioni perse. A cominciare dal fatto che i referendum hanno fagocitato tutta l’attenzione, oscurando le elezioni amministrative. Quanto alle consultazioni referendarie, tra questione del quorum, risultati della circoscrizione “estero” e sospetti di un uso politico dei quesiti sul lavoro c’è il rischio che lascino in eredità un’ulteriore disaffezione degli elettori per le urne. Per aumentare la capacità innovativa e la competitività dell’Europa e garantire più uniformità tra le normative, si è fatta largo l’idea di istituire un nuovo regime societario europeo. Ma un “ventottesimo regime” così come concepito dalla Commissione rischia di lasciare troppa libertà di scelta alle imprese su regole che coinvolgono gli interessi di altri corpi sociali. Caratteristica prettamente umana, la creatività sembra aver trovato un’alleata nell’intelligenza artificiale. Ma l’alleanza nasconde il pericolo della sostituzione. E richiede profonde riflessioni sulle conseguenze che le potenzialità trasformative dell’IA generativa hanno sull’autonomia del pensiero umano e sui processi deliberativi collettivi. Dal 2022 è obbligatoria in Italia la raccolta differenziata di tutti i rifiuti tessili, non solo dei capi di abbigliamento. Un sistema efficace di recupero e riutilizzo necessita però di un ripensamento complessivo della produzione e del consumo nel settore e chiama in causa la responsabilità estesa del produttore, dalla progettazione al “fine vita” del prodotto.  

Chi volesse approfondire qual era la posta in gioco nelle cinque consultazioni referendarie può scaricare l’e-book “Verso i referendum”, nel quale abbiamo riunito gli articoli sul tema apparsi su lavoce.info. L’e-book è scaricabile qui.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

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Se credi nella libera informazione e nella competenza, dona e fai donare il 5 per mille dell’Irpef a lavoce in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Lo si può trovare alla categoria “sostegno enti del terzo settore” (art. 46, comma 1, lettera b). Grazie!

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Sabato 14 giugno sarà in edicola e sul web il nuovo numero di eco, dedicato alla “riscossa dell’Europa”. L’Unione europea ha le carte in regola per diventare un punto di riferimento mondiale, autonomo dai blocchi contrapposti guidati da Stati Uniti e Cina. Per svolgerlo deve però rafforzarsi e intensificare il processo di integrazione. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si analizza l’andamento del gradimento che i cittadini europei dimostrano verso l’appartenenza alla Ue: in momenti di crisi far parte dell’Europa appare come una sicurezza.

Il voto e le occasioni perse per il paese

Non solo i referendum: l’8 e 9 giugno si sono tenute elezioni amministrative in vari comuni, di cui si è parlato ben poco: ed è già un’occasione persa. Dalle consultazioni referendarie non escono modifiche legislative. Ma lasciano conseguenze politiche.

Se l’IA impara a essere creativa*

I progressi dell’IA chiamano in causa la relazione tra una caratteristica prettamente umana come la creatività e la capacità delle macchine di replicarla. Di fronte a un vero e proprio cambiamento epistemico, non dobbiamo fermare il progresso, ma regolarlo.

Nei rifiuti tessili serve la responsabilità del produttore

Riutilizzare le fibre tessili, per ridurre lo smaltimento dei prodotti in discarica: per raggiungere questo obiettivo è necessario un ripensamento dell’intero ciclo produttivo, a partire dalla progettazione. I costi ingenti impongono scelte coraggiose.

“Ventottesimo regime”: uno slogan pericoloso

Per avere più uniformità su diritto societario, procedure concorsuali, diritto del lavoro e disciplina fiscale, la Commissione ha proposto l’istituzione di un nuovo regime societario, in alternativa a quelli nazionali. Rischia di essere controproducente.

Il Punto

Domenica 8 e lunedì 9 giugno sono aperti i seggi per il voto sui cinque referendum. Tre quesiti propongono di abrogare alcune norme del Jobs act. I dati, però, non confermano la tesi secondo la quale questa normativa avrebbe smantellato le tutele dei lavoratori. I nodi della precarietà e di una più precisa regolamentazione dei rapporti di lavoro vanno affrontati con altri strumenti. La riforma del 2015 ha invece ridotto il contenzioso giudiziario in materia di lavoro, come si vede dall’andamento di procedimenti e pendenze. Il tasso di litigiosità è tornato a crescere quando alcune modifiche hanno allargato l’area di discrezionalità del giudice su licenziamenti e indennità. La validità dei referendum dipende dal raggiungimento del quorum dei votanti, un aspetto che ha suscitato molte polemiche anche in questa tornata referendaria. Vale la pena allora ripercorrere la genesi dell’istituto referendario ai tempi dell’Assemblea costituente e fare un confronto con le normative degli altri paesi dell’Eurozona. Le regioni svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del Pnrr. Per questo preoccupano i ritardi accumulati nella fase di esecuzione dei progetti: è la sanità il settore dove le difficoltà sono più evidenti. Avranno conseguenze sui programmi di investimento per la coesione successivi al 2027 i rilievi sollevati dalla Corte dei conti europea sull’impostazione e sull’attuazione del Rrf, il dispositivo di ripresa e resilienza. La questione centrale è la valutazione degli interventi e il livello al quale avviene.

“Verso i referendum” è titolo dell’e-book nel quale abbiamo riunito gli articoli apparsi su lavoce.info a proposito dei cinque referendum abrogativi sui quali si vota l’8 e 9 giugno. Vogliamo così offrire ai nostri lettori informazioni chiare, affidabili e basate sui dati e sui fatti, per aiutarli a orientarsi tra norme, numeri e conseguenze concrete che, per ogni quesito, potrebbe comportare la vittoria del “sì” o del “no”. L’e-book è scaricabile qui.

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È in edicola e sul web il numero di maggio di eco, dedicato al tema della difesa europea. Se l’Europa non sembra avere altra scelta che imparare a difendersi da sola, anche militarmente, bisogna sgombrare il campo dalle illusioni: spendere di più per la difesa significa diminuire la spesa civile. Occorre dunque farlo bene, evitando sprechi e duplicazioni. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si analizzano i dati sulla spesa per la difesa dei paesi europei, mettendoli in relazione con la distanza geografica da Mosca.

La giustizia del lavoro ai tempi dei referendum

Dopo la pandemia, il tasso di litigiosità in materia di licenziamenti è tornato a crescere, toccando nel 2024 un picco di 1,6 nuovi procedimenti ogni cento licenziamenti. È un elemento da tenere in considerazione alla vigilia dei referendum sul lavoro.

Un focus sui referendum dell’8 e 9 giugno

L’8 e 9 giugno 2025 gli elettori italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi. I temi al centro delle consultazioni toccano aspetti cruciali: dalla cittadinanza per gli stranieri non comunitari alla disciplina dei licenziamenti e della precarietà occupazionale.

Questo ebook nasce con uno scopo semplice ma ambizioso: offrire a chi vota informazioni chiare, affidabili e basate sui dati, per aiutare a orientarsi tra norme, numeri e conseguenze concrete.

Il pdf è scaricabile qua.

Potete sostenere il nostro lavoro di analisi e commento con una donazione a questo link.

Attuazione del Pnrr: regioni ostacolo o protagoniste?*

Le regioni italiane svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del Pnrr. Ma alla fine del primo trimestre 2025 il bilancio per la parte di loro competenza è negativo. E la sanità è il settore che più ne paga il prezzo, con i ritardi più gravi.

Se la Corte dei conti europea bacchetta i Pnrr*

I rilievi della Corte dei conti europea sull’attuazione del Rrf danno indicazioni su come dovranno essere strutturati i programmi di investimenti per la coesione successivi al 2027. La questione ruota attorno al livello al quale avviene la valutazione.

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