Non sarà il turismo a salvare l’Italia

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Il paradosso di Trump sui tassi

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Il Punto

  1. Savino

    Solo la trasformazione di materie prime in beni finiti genera PIL e benessere per davvero. Lo dice la storia della seconda metà del novecento. Gli apprendisti stregoni dell’economia, negli ultimi 20-30 anni, hanno fatto finire l’artigianato, la manifattura, l’industria. Per il profitto di Amazon e di poche altre multinazionali è finito il commercio al dettaglio. Dell’agricoltura ci siamo accorti solo con molto ritardo e ora stiamo improvvisando una valorizzazione delle eccellenze. Questo è successo anche in America e Trump se ne accorgerà che non è l’Europa o la Cina il suo nemico, ma questa dannata epoca, dove si vogliono fare solo i soldi facili producendo aria fritta. Ai giovani, in questo senso, non stiamo insegnando l’importanza della cultura del lavoro. Il turismo può lo stesso essere una percentuale dell’economia in Italia, ma quello culturale o paesaggistico, non quello della cattiva e cafona immagine del Twiga dell’indagata ministra Santanchè (e anche una ministra indagata è cattiva immagine e scarsa credibilità internazionale).

    • Enrico

      In effetti al posto del PIL i sovietici calcolavano il prodotto materiale lordo, che includeva solo miniere, agricoltura e industria. I servizi erano considerati una forma di redistribuzione del valore creato da questi settori. Forse esageravano, ma ora abbiamo incluso anche prostituzione e produzione e spaccio di droga.

  2. bob

    Turismo? Un signore spaparanzato al bar con un telefonino gestisce 10 appartamenti e fa concorrenza ad un Hotel che garantisce occupazione e formazione delle professioni. Questa breve sintesi è lo specchio della nostra “classe” politica”. Non una programmazione o un progetto di sviluppo come un Paese dovrebbe avere e neanche un favore ad una lobby, ma il favore di turno ai quattro amici degli amici per rassicurarsi il posto alla prossima legislatura.
    Una follia di un Paese che procede con i “rattoppi” con le chiacchiere e con la propaganda del ciarlatano

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