Giustizia Civile
e Diritto Fallimentare continuano ad essere le palle al piede per la crescita delle imprese italiane e scoraggiano gli investitori esteri. I tempi troppo lunghi del processo civile (dovuti anche alla mancata liberalizzazione delle tariffe degli avvocati) rendono rischiosi i contratti e difficile laccesso al credito. Per sopravvivere, le imprese cementano la fedeltà di partnership con leffetto di impedire lingresso di nuove imprese, che non possono entrare in queste consorterie. Anche la riforma del fallimento servirebbe a ridurre i rischi degli investitori e facilitare laccesso al credito. Ma si allontana sempre più dallorizzonte.
Nel frattempo lItalia precipita nelle classifiche degli investitori compilate dalla Banca Mondiale (dal 40simo al 70simo posto). E la piccola impresa non riesce a crescere. Altro che “piccolo è bello”!
Stefano Micossi replica all’intervento di Lorenzo Stanghellini sulla riforma del diritto fallimentare. La controreplica dell’autore.
Aggiornamenti: Più occupazione senza prodotto di Pietro Garibaldi.
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E il guardiano dei conti si ritrovò solo di Roberto Perotti
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