Le amministrazioni comunali dovranno gestire 43 miliardi del Pnrr. Il rischio è che siano utilizzati per finanziare investimenti in viabilità e trasporti, particolarmente cari ai sindaci nell’anno pre-elettorale. Servono regole per evitarlo.
Quanto spendono i sindaci per la viabilità
Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, le amministrazioni comunali dovranno gestire 43 miliardi. È importante evitare che queste ingenti risorse vengano utilizzate a fini elettorali. Vi è una recente letteratura che mostra come i sindaci seguano il ciclo elettorale nel determinare la spesa pubblica. In un nostro recente lavoro, sviluppato assieme a Massimiliano Ferraresi, stimiamo come l’effetto sia particolarmente presente nella spesa per investimenti in viabilità e trasporti, il cui incremento nel periodo pre-elettorale non risulta fra l’altro collegato ad alcuna variazione nel livello di sicurezza stradale.
Nel periodo 2010-2015, i comuni hanno speso in media circa 4 miliardi di euro per investimenti in viabilità e trasporti nell’anno pre-elettorale (figura 1); negli altri anni della legislatura l’importo è pari, in media, a 2,8 miliardi di euro. In pratica, la spesa per viabilità e trasporti aumenta di circa il 43 per cento nell’anno precedente le elezioni rispetto a quelli non pre-elettorali. Partendo da questa evidenza preliminare, ci siamo posti due domande: la spesa dedicata ai servizi stradali è condizionata da esigenze di visibilità a fini elettorali? E se sì, porta comunque ad incrementare la sicurezza dei cittadini sulle strade?
Tutto sulle strade
Per rispondere alle due domande, utilizziamo un dataset a livello comunale, che consente di analizzare correttamente le informazioni dettagliate sui bilanci dei comuni italiani unitamente al numero di incidenti.
I nostri risultati mostrano che i politici aumentano la spesa per investimenti relativa alla funzione di viabilità e trasporti prima delle elezioni, una voce del bilancio che non è solo economicamente rilevante, ma è anche probabilmente tra le più visibili agli elettori. Nello specifico otteniamo che, tre anni prima delle elezioni, la spesa per questa funzione comunale aumenta di circa il 16 per cento rispetto all’anno elettorale (14 euro pro capite) e continua a crescere due anni prima delle elezioni (+24 per cento; 20 euro pro capite) e un anno prima delle elezioni (+32 per cento; 27 euro pro capite), mentre cala nell’anno appena dopo le elezioni.
La funzione viabilità e trasporti si articola in tre servizi: viabilità stradale, illuminazione pubblica e trasporto pubblico locale.
I risultati sono interamente guidati dal servizio viabilità stradale dedicato alla manutenzione straordinaria, riqualificazione e costruzione delle strade. Per le altre due componenti della funzione di spesa non si osserva alcuna variazione determinata dal ciclo elettorale. L’effetto è più forte quando il sindaco può essere rieletto per un successivo mandato e si indebolisce quanto più elevato è il livello di istruzione dei cittadini. Allo stesso tempo, non rileviamo alcuna relazione tra l’aumento degli investimenti in viabilità indotto dal ciclo politico e il numero di incidenti su strade di competenza comunale.
Alla luce di ciò, sembra forte il rischio che la parte dei fondi Pnrr destinata ai comuni che sarà dedicata ad investimenti in infrastrutture possa essere dirottata sul rifacimento e costruzione di strade in periodi precedenti alle elezioni senza che ve ne sia un effettivo bisogno. Il rischio potrebbe emergere nei prossimi anni visto che nel triennio 2022-2024 ci saranno più di 5.500 comuni che rinnoveranno i sindaci e i consigli comunali, quasi il 70 per cento dei comuni italiani.
Regole da introdurre
È urgente quindi pensare ad alcune regole per evitare questo comportamento opportunistico dei sindaci. Un primo approccio potrebbe essere quello di fissare una soglia di spesa nell’anno precedente l’elezione per alcune voci di bilancio, in particolare per quelle che potrebbero essere più visibili, come quelle relative alla manutenzione e costruzione di strade comunali. Un’alternativa potrebbe essere quella di stabilire una formula per cui la spesa per investimenti su tali voci di bilancio non possa superare, nell’ambito del mandato del sindaco, il livello di investimento fissato nel corso dell’anno precedente. La norma impegnerebbe i sindaci a riformulare il proprio piano di investimenti in modo tale da raggiungere il livello massimo nel primo anno di mandato e avere un livello di investimento decrescente o al massimo uguale negli anni successivi. In questo caso, se il livello di investimento fosse motivato da reali bisogni, sarebbe vincolato a quanto pianificato nel primo anno, rafforzando così il ruolo di un piano di investimenti adeguato e controllato.
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Paolo
L’analisi è molto interessante (oltre che disperante per il livello della nostra politica locale). Andrebbe estesa anche agli altri capitoli del bilancio comunale: quali di essi sono soggetti alla medesima dinamica patologica?
Per quanto riguarda la proposta sono pessimista, l’autonomia degli enti locali è difficile da mettere in discussione; più semplice e più efficace vincolare la destinazione dei fondi PNRR a specifiche categorie di intervento (es. riqualificazione degli edifici pubblici).
Raffaele Cavaleri
Bellissima evidenza, bisognerebbe a mio umile parere rivedere le regole fissate andando ad indagare se le opere fatte pre elezioni siano effettivamente utili nonché se esiste un effetto “trattenimento” delle risorse per spenderle gli anni subito a ridosso delle elezioni. Singolare è la bassa spesa al primo anno: ciò tradisce innanzitutto sia l’intuizione degli autori e mio parere anche le promesse dei neofiti sindaci sarebbe interessante valutare la spesa al primo anno per sindaci rieletti e non.
Grazie mille