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Riuscirà il concordato a ridurre l’evasione?

Il concordato preventivo è già stato sperimentato in passato con scarsi risultati. La versione attuale si avvale di nuovi strumenti che si fondano su dati individuali e analitici. Ma resta da capire se riuscirà nel suo obiettivo: ridurre l’evasione.

I nuovi strumenti del concordato preventivo

Il concordato preventivo biennale è il principale provvedimento inserito nel primo decreto legislativo di attuazione della legge delega di riforma del fisco approvato dal governo. Si tratta di un istituto che riprende un’idea già sperimentata in passato, con scarso successo, attuandola, peraltro, con strumenti nuovi.

L’idea è quella di un accordo preventivo tra fisco e contribuenti che autodichiarano il proprio reddito, cioè lavoratori autonomi e imprenditori individuali. L’intesa è di natura volontaria e prevede che l’Agenzia delle Entrate proponga al contribuente una quantificazione della base imponibile delle imposte sul reddito (Irpef o Ires) e sul valore della produzione (Irap) e che il contribuente, se accetta la proposta, sia vincolato a dichiarare quelle basi imponibili per un biennio.

La novità sta negli strumenti. Per i contribuenti a cui si applicano gli Isa (indici sintetici di affidabilità, che hanno sostituito gli studi di settore), ovvero con fatturato non superiore a 5 milioni di euro annui, e che non sono nel regime forfettario, la proposta si baserà sui dati per l’applicazione degli Isa stessi. Infatti, per questi contribuenti la prima condizione per accedere al concordato è l’ottenimento di un punteggio di affidabilità fiscale pari almeno a 8 (su 10). È quindi plausibile che la proposta richieda al contribuente di dichiarare almeno i redditi necessari ad arrivare a questo punteggio. Per i contribuenti che aderiscono al regime forfettario – a cui gli Isa non si applicano – la proposta dovrebbe nascere dall’utilizzo delle banche dati disponibili nella prospettiva dell’analisi del rischio, a sua volta ulteriormente ampliata e potenziata dall’articolo 2 del decreto legislativo. In entrambi i casi, l’accesso al regime è condizionato anche dalla non esistenza di debiti tributari di importo superiore a 5 mila euro.

È sicuramente positivo che la proposta venga elaborata, almeno per i contribuenti Isa, sulla base di dati individuali e analitici. A dire il vero, è meno chiaro quanto ciò potrà essere vero anche per la proposta inviata ai contribuenti forfettari, ma in linea di massima sembra di poter escludere il pericolo che il reddito venga indicato dall’Agenzia in modo massificato e quindi sostanzialmente arbitrario.

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Come funzionerà

Ma a quanto ammonterà il reddito proposto e, soprattutto, sarà superiore o inferiore alla cifra che il contribuente avrebbe altrimenti dichiarato? Tentare di rispondere alla domanda è di fondamentale importanza per comprendere le conseguenze del provvedimento sul gettito e più in generale sul recupero di evasione.

Consideriamo innanzitutto i contribuenti Isa nel 2024, quando vanno dichiarati i redditi del 2023. Dalla lettura del decreto sembra di capire che il contribuente Isa, tra maggio e novembre 2024, dopo aver comunicato i dati rilevanti ai fini degli indici e aver ricevuto il relativo punteggio, potrà accedere al concordato preventivo biennale se il punteggio ottenuto non sarà inferiore a 8. In questo caso, al contribuente verrà formulata, sempre via software, una proposta di reddito e di valore della produzione per il 2024 e per il 2025. La proposta partirà dal dato dichiarato dallo stesso contribuente e considererà presumibilmente anche la sua storia e ulteriori possibili componenti di reddito. L’idea dovrebbe essere di spingere il contribuente a incrementare il reddito e il valore della produzione rispetto a quello da lui spontaneamente dichiarato, e quindi di collocare la proposta al di sopra di questi valori. Ciò dovrebbe valere in particolare per i contribuenti con ISA oggi inferiore ad 8.

A questo punto sorge spontanea la domanda: perché mai il contribuente dovrebbe accettare questo tipo di proposta? Due sono le risposte possibili.

Potrebbe aderire il contribuente che prevede di guadagnare di più nel 2024 e/o nel 2025, non solo rispetto a quanto ha dichiarato per il 2023 ma anche rispetto alla proposta del fisco per il 2024 e per il 2025. Se la previsione del contribuente si rivela corretta, è, di fatto, un caso in cui il fisco perde gettito, nel caso opposto, invece, è il fisco a guadagnarci.

In secondo luogo, potrebbe aderire il contribuente che non prevede di guadagnare di più nel 2024, ma che è attratto dalla possibilità di accedere ai benefici ulteriori offerti dal concordato preventivo biennale.

È bene porre molta attenzione su quali siano questi benefici ulteriori. Il regime premiale degli Isa attualmente in vigore prevede già una serie di benefici per chi raggiunge un punteggio di almeno 8. Consistono essenzialmente in una minore probabilità di essere accertati: nei confronti dei contribuenti che accedono al regime premiale, sono esclusi gli accertamenti basati sulle presunzioni semplici nonché quelli sintetici ed è ridotto di un anno il periodo in cui i redditi possono essere accertati, che quindi passa da 5 a 4 anni; ciò si aggiunge alla maggiore possibilità di utilizzare i crediti Iva e di essere considerati come società pienamente operative.

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Secondo i dati del 2021 diffusi dal Dipartimento delle finanze, su un totale di 2,4 milioni di contribuenti che applicano gli Isa, circa il 55 per cento ha un punteggio inferiore a 8, mentre il 45 per cento ha già un punteggio pari o superiore a 8. Quale beneficio aggiuntivo, connesso al concordato preventivo biennale, potrebbe generare la spinta ad arrivare a 8 per questo 55 per cento di contribuenti, circa 1,3 milioni di soggetti? La risposta non può essere l’assenza totale di qualsiasi accertamento perché il decreto prevede esplicitamente che anche i contribuenti che aderiscono al concordato preventivo (e quindi hanno un punteggio pari almeno a 8) possano essere accertati. Del resto, il concordato preventivo non copre l’Iva, e quindi da questo punto di vista gli accertamenti sembrano pienamente possibili. Il tema diventa quindi quello di capire come questo istituto e la sua applicazione saranno percepiti dai contribuenti (e dai loro commercialisti). Andrà trovato un non semplice equilibrio tra, da un lato, la necessità che la proposta sia sufficientemente elevata (rispetto al reddito che il contribuente normalmente dichiarerebbe) per generare emersione (e gettito) e quella, per certi versi opposta, che tale proposta sia percepita come conveniente e venga quindi accettata da un numero significativo di contribuenti. 

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  1. Mose

    Con i politici che maturano la pensione in soli 4 anni e sei mesi di registrazione in parlamento, con la pletora di fannulloni nel pubblico impiego e negli ospedali con medici imboscati, evadere le tasse è un dovere, per chi puo’ permetterselo. Se postessi lo farei anche io.

  2. Savino

    Non è un dato credibile quello per cui la maggior parte degli italiani dichiara un reddito annuo inferiore ai 15.000 Euro. Non è un dato compatibile in alcun modo con il tenore di vita effettivo.

  3. Lantan

    “… In questo caso, al contribuente verrà formulata, sempre via software, una proposta di reddito e di valore della produzione per il 2024 e per il 2025. La proposta partirà dal dato dichiarato dallo stesso contribuente e considererà presumibilmente anche la sua storia e ulteriori possibili componenti di reddito. …” Mi immagino la scena: l’Agenzia delle Entrate dice al contribuente: “Le proponiamo un reddito di 15mila euro/anno”. Il contribuente: ” ma no è troppo! Facciamo 10mila!”. L’Agenzia: “E va bene vada per 10mila, ma ci offre almeno un caffè!”
    In più il concordatario evasore usa il Servizio Sanitario Nazionale, non spende un euro per la Polizia ed i Carabinieri (ma li chiama eccome quando ne ha bisogno!) e non spende un euro per ka Difesa del suolo patrio (ma vorrebbe che l’Esercito stesse sempre per le strade!).
    Io dico che quando il popolo di coloro che pagano le tasse fino all’ultimo cent (anche per coloro che non le pagano) prenderà coscienza di essere stato DERUBATO e SFRUTTATO per decenni, sarà un bagno di sangue. Cominciamo ad oliare i kalashnikov…

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