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Ansia da elezioni per tutto il 2024

Secondo diversi studi nei periodi elettorali aumentano stress e malesseri psicologici dei cittadini. Il 2024 ha in calendario elezioni in vari paesi, dagli Usa all’Europa. In un mondo molto polarizzato, il rischio è che ad ammalarsi sia la democrazia.

Elezioni e salute dei cittadini

Almeno nelle democrazie, le elezioni sono lo strumento attraverso il quale viene garantito il trasferimento pacifico del potere politico, riducendo i conflitti e le violenze. Il diritto elettorale cerca di regolamentare questa delicata fase della vita politica per limitare tensioni e contestazioni. Tuttavia, le campagne elettorali e i risultati delle urne spesso creano aspri conflitti sociali e disordini. Esemplare è il caso delle ultime elezioni presidenziali americane, dove il rifiuto di Donald Trump di riconoscere i risultati del voto portarono alle manifestazioni a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, in occasione della proclamazione di Joe Biden, che causarono cinque morti e tredici feriti. Altrettanto emblematico è il caso delle recenti elezioni in Bangladesh, dove le opposizioni hanno boicottato il voto poiché molti dei loro leader erano stati imprigionati nei mesi precedenti.

Al di là dei casi “emblematici”, esiste una vasta letteratura, sia aneddotica che scientifica, che attesta come durante i periodi elettorali lo stress, l’ansia e altri malesseri psicologici aumentino. Secondo i risultati di un sondaggio condotto negli Stati Uniti nel periodo delle elezioni presidenziali del 2016 per oltre la metà degli americani il voto è stato una fonte “forte” o comunque “significativa” di stress. A Taiwan le elezioni presidenziali del 2016, secondo i giornali locali, hanno causato insonnia, mal di testa, svenimento, perdita di appetito, rabbia e tendenze violente.

Numerosi studi medici in diversi paesi del mondo mostrano, poi, come durante i periodi elettorali aumenti negli elettori la produzione sia di testosterone che di cortisolo, due ormoni che generano aggressività, cattivo umore, ansia e depressione.

Un recente lavoro pubblicato dal Nber, che analizza le polizze sanitarie di 900 mila assicurati di Taiwan, mette in evidenza come durante le elezioni presidenziali del 2020 la spesa per l’assistenza sanitaria sia aumentata del 17-19 per cento, mentre durante il voto amministrativo l’incremento è stato del 7-8 per cento. In particolare, le patologie che hanno registrato il maggiore incremento sono state le infezioni respiratorie acute e i problemi gastrointestinali.

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Ovviamente, gli effetti negativi della chiamata alle urne dipendono dal grado di polarizzazione del quadro politico del paese così come dalle tensioni geopolitiche internazionali. Anche il sistema elettorale può risultare rilevante. Non è difficile ipotizzare che un sistema proporzionale puro generi meno ansia di uno uninominale o di uno con un forte premio di maggioranza. Più ambiguo è il ruolo giocato dal livello di partecipazione alle urne. Da un lato, infatti, l’astensionismo delegittima i risultati delle urne e quindi può accrescere le tensioni, dall’altro può essere un indice di disinteresse per la politica. In questo caso, la crescita dell’astensionismo gioca a favore della salute mentale e fisica degli elettori.

La “recessione democratica”

Il 2024 è l’anno elettorale più importante della storia. Infatti, quest’anno più di 64 paesi nel mondo, per una popolazione complessiva di circa 4,2 miliardi di abitanti, sono andati o andranno alle urne. Fra questi ricordiamo il Bangladesh (7 gennaio), Taiwan (13 gennaio), gli Stati Uniti, l’India, l’Indonesia, il Pakistan, il Sudafrica, il Messico, l’Unione europea e persino regimi autocratici come la Russia e l’Iran.

Lasciando stare le autocrazie che usano le elezioni per santificare il loro potere (operazione che per altro in alcuni casi si è rivelata rischiosa), è indubbio che le tornate elettorali a cui assisteremo nei prossimi mesi possano riservarci importanti sorprese. È tanto più vero in un mondo sempre più polarizzato e diviso, dove assistiamo a una “recessione democratica” per usare le parole di Larry Diamond, in cui il numero di regimi autocratici è andato aumentando negli ultimi dieci anni.  

Insomma, sulla carta nel 2024 potremmo assistere a un bell’esercizio di democrazia. Questo certamente ci permetterà di non annoiarci e forse ci farà passare qualche notte insonne. Speriamo solo di non ammalarci e poi di dover affrontare una lunga convalescenza.

*Lo stesso articolo è presente su Repubblica Plus del 29 gennaio 2024.

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  1. Savino

    Mi pare che l’ansia da prestazione l’abbia di più una classe politica che vive solo di consenso, divenuto una professione, poichè queste persone una professione non la hanno e sono costrette ad elemosinare dalla politica e dai suoi lussi e privilegi.

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