Sondaggi e umori dei cittadini prospettano una sconfitta storica dei conservatori nelle elezioni britanniche del 4 luglio. Pesa la situazione economica, ma soprattutto la mancanza di idee sul futuro. Le posizioni dei laburisti e del redivivo Farage.
I sondaggi sul voto nel Regno Unito
Con una mossa che ha colto tutti di sorpresa nel Regno Unito, il primo ministro Rishi Sunak ha indetto le elezioni per il 4 luglio. L’aspettativa generale è che i tory subiranno una disfatta senza precedenti. I sondaggi rimangono unanimi nel dare oltre 20 punti percentuali in più ai laburisti, che tradotto in seggi dal sistema uninominale predice una catastrofica umiliazione dei conservatori, che rischierebbero addirittura di non essere nemmeno la “leale opposizione di sua maestà”.
La figura 1 riporta una previsione dei seggi calcolata tenendo conto della diversa composizione demografica di ciascuno dei 650 collegi uninominali.
Figura 1
C’è chi sospetta che il 4 luglio molti elettori voteranno in modo diverso da come oggi dichiarano di voler fare, ma la figura 2 suggerisce che essere meno impulsivo di Liz Truss e meno bugiardo di Boris Johnson non giovi granché a Sunak.
Figura 2 – Media dei sondaggi di opinione della risposta alla domanda “chi pensi sia il miglior primo ministro per il paese?”
I tory oggi sono detestati da ampi settori di cittadini, per l’arrogante sfrontatezza e il disprezzo verso i valori di gran parte della popolazione che dimostrano azione dopo azione e intervista dopo intervista. Le donne e gli uomini della strada sono disgustati che ci siano 7 milioni e mezzo di pazienti in lista d’attesa, che la polizia riesca a risolvere un crimine su 20, e che si versi liquame nei fiumi regolarmente e con impunità. Per non parlare della corruzione, storicamente di entità trascurabile, ma che con Johnson ha raggiunto livelli senz’altro competitivi con l’Italia e altri paesi europei: tra i molti esempi, l’elevazione alla camera dei Lord di un’imprenditrice che ha fornito al servizio sanitario materiale difettoso durante la pandemia. Non sorprende perciò che molti candidati seguano l’esempio di Ben Houchen, rieletto sindaco nel nord-est il mese scorso, che ha nascosto il fatto di essere un tory sia durante la campagna elettorale sia dopo l’annuncio della sua conferma (per chi non fosse familiare con la coreografia delle dichiarazioni dei risultati elettorali, confermo che è di rigore la coccarda con i colori del proprio partito durante la proclamazione).
Un quadro economico difficile
Ma il problema maggiore per Sunak è lo stato dell’economia. L’asfittica crescita del Pil del primo trimestre, lo 0,6 per cento su base annuale, che lo riporta al livello di due anni fa, non basta a evitare che il potere d’acquisto del cittadino medio sia più basso alla fine della legislatura di quanto fosse all’inizio. Non era mai successo dall’epoca napoleonica. I salari non aumentano: stanno solo adesso ritornando al livello del 2008. Se è plausibile sostenere che la crisi finanziaria sia stata più grave nel Regno Unito, non è così né per la pandemia, né per la guerra in Ucraina, regolarmente addotte a scuse per l’aumento del costo della vita nel paese. La riduzione dell’inflazione, dovuta quasi esclusivamente all’assorbimento dei passati aumenti di prezzo dell’energia e dei prodotti alimentari degli ultimi mesi, non aiuta però chi deve pagare il mutuo, visto che la Banca di Inghilterra non ha abbassato il tasso ufficiale di sconto, dopo averlo fatto salire il da 0,1 per cento a 5,25 per cento in meno di un anno. Tutti gli indicatori di povertà sociale peggiorano inesorabili. Il numero di bambini in famiglie indigenti, che negli anni in cui Tony Blair e Gordon Brown guidavano il governo era sceso decisamente, è ora a livelli vergognosi per un paese civile: metà dei bambini che vivono con un solo genitore sono poveri e un milione di bambini (e quasi 3 milioni di adulti) sono in estrema povertà. L’unico settore che cresce è quello dei banchi alimentari.
Perché Sunak è in difficoltà
E piove sul bagnato: la campagna elettorale di Sunak passa da una gaffe all’altra. Dopo quelle iniziali (annunciare lo scioglimento del parlamento sotto il diluvio, chiedere ai gallesi se sperano di far bene agli europei di calcio – non si sono qualificati -, la frottola, prontamente contraddetta dal ministero dell’Economia, che i laburisti aumenteranno le tasse di ognuno di 2 mila sterline, e così via), ha lasciato tutti attoniti la decisione di andar via dalla commemorazione dello sbarco in Normandia senza incontrare i veterani. La sua scusa? “Era un evento francese”. Sunak sembra aver abbandonato ogni speranza di convincere i laburisti che avevano votato per Johnson (il “muro rosso”), limitandosi a cercare di ridurre l’emorragia di voti verso il partito Reform. Ecco quindi la proposta di reintrodurre il servizio di leva (o militare o civile), accolta con evidente entusiasmo dai potenziali beneficiari: se il 4 luglio votassero solo i giovani tra i 18 e i 24 anni, i tory raccoglierebbero il 12 per cento dei voti e non eleggerebbero nemmeno un deputato. Seguita a ruota da un’altra idea considerata sballata anche dai giornali di destra: quella di esentare dalle tasse la pensione di stato, proposta che beneficerebbe soprattutto i pensionati che hanno una sostanziosa pensione privata, oltre a quella statale. Un’ulteriore stangata sui giovani, che guarda caso, domandano a Sunak perché li odia così, e la più influente think-tank tory non può che essere d’accordo. Ma se la strategia è contenere il Reform Party, andarsene dalla Normandia sembra una scelta suicida visto che permette a Nigel Farage, il carismatico leader di quel partito sceso dall’Aventino per candidarsi ai Comuni, di accusare il primo ministro di non essere patriottico.
Il problema dei tory è il futuro: i vari Jacob Rees-Mogg, Suella Braverman, Kemi Badenoch che oggi, come fantini alla Mossa del Palio di Siena, cercano prima del via di assicurarsi la posizione migliore per il dopo elezioni, hanno idee che non sono assolutamente in sintonia né con il paese, né con i loro elettori. Il 59 per cento del paese vorrebbe più politiche verdi, ma Sunak si tira indietro: “sono pragmatico”, dice. Keir Starmer ha promesso di cancellare l’esenzione dall’Iva per le scuole private e pochi cittadini si dichiarano d’accordo con le proteste della stampa di destra. Queste percentuali non sono solo una conseguenza della perdita di consenso dei tory: anche tra chi intende votare quel partito, più di due terzi dichiara di essere contrario a riduzioni fiscali, a favore della nazionalizzazione dell’acqua e contrario a tagli al welfare. Il sogno di Farage di inglobare i tory nel Reform Party come fece l’omonimo partito in Canada dopo le elezioni del 1993 in cui i Progressive Conservative persero 154 dei 156 seggi che avevano in Parlamento, forse non si realizzerà, ma almeno terrà svegli la notte molti deputati tory, a domandarsi se il 5 luglio dovranno cercarsi un altro lavoro.
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B&B
Tutto puo’ accadere quando l’economia non tira. Se la destra attuale ha fallito, da verificare, la sinistra lab non è la soluzione come ampiamente verificato negli anni passati.
In Italia, ad esempio, dilagano informazioni artefatte, secondo le mie verificeh, sul voto europa 2024:
Voti validi min.int. al 14 giugno 23.277526/51214388 elettori=45,45%;
Voti persi rispetto europee 2019 (Meloni+Fi+MOD.+Lega) = (-)1.968.471);
Voti persi rispetto europee 2019 (PD+Comunisti+Verdi) = (-) 2.429.611);
bob
L’Inghilterra del Brexit la metafora poi non tanto metafora dell’ Europa in declino