Le valute digitali non sono semplicemente la versione smaterializzata del contante, ma introducono un nuovo tipo di moneta, che potrebbe far concorrenza a quella bancaria. Le tre grandi aree economiche – Usa, Cina e Eurozona – perseguono strategie diverse.

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Una moneta tutta nuova

In un discorso tenuto il 10 luglio nella capitale slovena Lubiana, Piero Cipollone, membro del board della Banca centrale europea e responsabile dell’euro digitale –- ha ribadito i vantaggi della moneta digitale. Pochi giorni dopo, il 18 luglio, il presidente Usa, Donald Trump, ha firmato una legge che ammette le criptovalute ancorate al dollaro, come veri e propri strumenti di pagamento equiparabili a bonifici e carte di credito negli Stati Uniti. Cosa sta succedendo sul mercato delle valute digitali, sovrane e private?

Ben 72 sono oggi i paesi che stanno sviluppando una propria valuta sovrana digitale (e in altri 35 il progetto è in corso di studio). Nelle economie più grandi del mondo – Stati Uniti, Unione europea e Repubblica popolare cinese – il processo avviene a ritmi e con obiettivi diversi, e ciò dipende dalle priorità economiche, politiche e anche geopolitiche, di ciascuno. Infatti, le Central Bank Digital Currencies (Cbdc) – questo il nome ufficiale delle valute sovrane digitali – non sono semplicemente la versione smaterializzata del contante, in tal senso simile in apparenza alla moneta elettronica, ma introducono un nuovo tipo di moneta, che fa concorrenza a quelle già esistenti. I diversi approcci che i paesi seguono nello sviluppo delle rispettive Cbdc nascono dal fatto che esse stanno diventando uno strumento strategico. Vediamo come e perché.

A che punto è la sperimentazione

La Repubblica popolare cinese è leader nell’adozione e nella sperimentazione della Cbdc: lo yuan digitale (e-Cny) è in fase pilota avanzata.Nel febbraio 2022, tutti gli occhi erano puntati sull’e-Cny, durante i Giochi olimpici invernali di Pechino e Zhangjiakou, dopo le sperimentazioni in dieci regioni della Cina dal 2020, come riportato nel tracker dell’Atlantic Council GeoEconomics Center. Oggi il programma è stato esteso a più di venti città e aree nazionali, tra cui Shanghai, Pechino e Shenzhen. Gli obiettivi principali della Pboc (People’s Bank of China, la banca centrale cinese) sono migliorare il controllo internodel governo su flussi finanziari e monetari;ridurre il potere delle big tech cinesi – alle piattaforme e-commerce sono infatti associate applicazioni per pagamenti digitali (comeAlipay e WeChat Pay), cheoffrono un’alternativa diretta alla moneta della banca centrale; favorire l’internazionalizzazione dello yuan, promuovendo l’uso dell’e-yuan negli scambi internazionali, specialmente nei paesi coinvolti nella Belt and Road Initiative; migliorare l’efficienza neipagamenti domestici (attraverso la digitalizzazione totale del sistema, anche in zone rurali o meno sviluppate). Da notare la rapidità con la quale Pboc ha lanciato il progetto pilota anche per le transazioni cross-border, sin dal 2021, attraverso il progetto mBridge, che mirava a esplorare una piattaforma di valuta digitale multicentrica e che secondo la Bis (Banca dei regolamenti internazionali) ha raggiunto la fase di prodotto minimo vitale (Mvp) a metà del 2024.

Nell’area euro, l’euro digitale è in fase avanzata di progettazione, con gli obiettivi principali di preservare la sovranità monetaria europea, riducendo la dipendenza da sistemi di pagamento esteri (come Visa e Mastercard), e rafforzare l’autonomia economica europea; migliorare la resistenza ai rischi di cripto e stablecoin private, che potrebbero minacciare la stabilità monetaria; promuovere l’inclusione finanziaria (garantendo l’accesso al denaro digitale anche a chi ha difficoltà con i conti bancari o strumenti digitali complessi). A differenza di quanto accade a Pechino, dove la protezione della privacy non è un tema, nell’area euro si cerca un equilibrio tra privacy dell’utente e possibilità di tracciare transazioni per motivi di sicurezza o antiriciclaggio.

Negli Stati Uniti, fino al 3 giugno, il dollaro digitaleè stato in fase di studio, con l’obiettivo di preservarne la supremazia (cioègarantire che rimanga la valuta dominante nei pagamenti internazionali, anche in un futuro digitale). In tal senso rappresenta una risposta strategica diretta alla Cina, volta a evitare che lo yuan digitale diventi una valuta dominante nelle transazioni globali o nelle zone di influenza cinesi. Una Cbdc rappresenterebbe poi un’importante innovazione per favorire l’inclusione finanziaria, migliorando l’accesso ai servizi finanziari, soprattutto nei settori non bancarizzati. Poiché l’opinione pubblica e i legislatori richiedono una forte tutela della privacy, il progetto si è recentemente arenato (per la gioia dell’American Bankers Association (Aba): il 3 giugno, il Congresso ha infatti approvato il Cbdc Anti-Surveillance State Act che vieta alle banche del sistema della riserva federale di offrire determinati prodotti o servizi direttamente a un individuo, appunto con l’obiettivo di impedire l’uso della moneta digitale della banca centrale per la politica monetaria e per altri scopi. Qualche giorno dopo, il 18 giugno, il Senato ha approvato il Genius Act (Guiding and establishing national innovation for US stablecoins act), un primo passo di normativa federale per le stablecoin (un tipo di criptovaluta in cui il valore dell’asset digitale è ancorato a un asset di riferimento). Sebbene non sia chiaro se il divieto di emettere dollari digitali riguardi solo il mercato retail (cioè l’uso da parte dei singoli individui) o anche quello wholesale (le transazioni interbancarie e tra la Fed e le banche commerciali), gli Stati Uniti hanno per ora sospeso il progetto.

Strategie diverse per filosofie diverse

Le grandi differenze sopra delineate tra le principali banche centrali del mondo nello sviluppo delle Cbdc corrispondono a diverse filosofie e visioni sul ruolo dello stato nel mercato della moneta, riassunte nella tabella qui sotto.

Uno dei temi centrali e delicati nel dibattito è quello della concorrenza tra Cbdc e la moneta bancaria (l’insieme di tutti i mezzi di pagamento creati dalle banche commerciali , che oggi rappresenta più del 90 per cento del denaro in circolazione), cioè tra la moneta pubblica e quella privata. Se i cittadini potessero detenere Cbdc direttamente presso la banca centrale, potrebbero preferirlo ai depositi bancari, percepiti come meno sicuri in periodi di crisi. Questo causerebbe una fuga di liquidità dalle banche commerciali, con effetti potenzialmente destabilizzanti. Poiché le banche usano i depositi per finanziare prestiti, se i primi si riducono, si riduce anche la capacità di erogare credito all’economia reale. La Cbdc, se non ben progettata, potrebbe quindi ostacolare il ruolo di intermediazione delle banche commerciali.

Ben consapevoli del rischio di competizione con le banche commerciali, le banche centrali hanno adottato alcune strategie nello sviluppo delle Cbdc: non remunerarle o associar loro un tasso d’interesse negativo per renderle meno attraenti rispetto ai depositi bancari, che possono offrire interessi più alti; imporre limiti alla detenzione di valuta digitale per impedire trasferimenti di massa dai conti bancari alla Cbdc; consentire l’uso delle Cbdc solo per piccoli pagamenti retail, quindi come sostituto del contante; introdurre una Cbdc ibrida o a due livelli (two-tier model), dove le banche centrali emettono la Cbdc, ma la distribuzione e la gestione avviene tramite le banche commerciali.

Riguardo queste diverse strategie di emissione, le tre aree economiche principali adottano approcci diversi.

La Bce presta massima attenzione a non destabilizzare il sistema bancario, pertanto l’euro digitale sarà distribuito dalle banche, con probabili plafond.

In Cina la preoccupazione per la concorrenza alla moneta bancaria è minima e l’e-Cny è progettato semmai per contrastare il dominio delle applicazioni di pagamento private come Alipay o WeChat.

Negli Stati Uniti, il nuovo Genius Act apre la strada all’utilizzo di stablecoin, incluso l’Usd Coin, più efficienti e agili nelle transazioni di prodotti digitali, ma dal valore stabile (cambio col dollaro è pari a 1), a differenza delle altre criptovalute. L’Usdc avrà il vantaggio di non avere limiti, e pertanto si propone di fare concorrenza sia alle criptovalute sia alle Cbdc.

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