L’impresa di prendere un taxi

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In questa puntata parliamo con Andrea Giuricin – economista dei trasporti dell’Università di Milano-Bicocca – di un’anomalia tutta italiana: il mercato dei taxi. Un servizio pubblico scarso e costoso, frenato da vincoli normativi e da decenni di mancate riforme, che limita la mobilità di cittadini e turisti e ostacola l’efficienza complessiva del sistema dei trasporti.

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  1. bob

    pensare di risolvere il problema della mobilità soprattutto nelle grandi città solo facendo leva sulla concorrenza e quindi sul privato è pura illusione. Una mobilità pubblica efficiente( bus- metro- trasporto disabili etc.) regolerebbe molto più il mercato. Portate gli esempi di altri Paesi Francia Spagna Germania etc. è assolutamente fuorviante perchè lì il trasporto pubblico funziona e quindi fa da “regolatore” naturale del mercato.
    L’ esempio di paesi come dice il professore ( Vietnam etc.) non è paragonabile perchè sono servizi scadenti se non pericolosi.
    La concorrenza selvaggia soprattutto verso categorie piccole non crea necessariamente un servizio migliore ma spesso molto spesso servizi più scadenti.
    La qualità di vita nostra non può essere paragonata agli Stati Uniti. A Lisbona sono spariti tassisti ormai tutto gestito da Uber .
    Non sarebbe il caso di prendere esempio da Londra dove i taxi funzionano e prendere una licenza comporta esami e controlli.

  2. Enrico

    Da tempo propongo un compromesso vantaggioso per tutti: moltiplicazione delle licenze in cambio di taxi calmierati (e sussidiati) di notte e in periferia al posto dei servizi pubblici che tanto non funzionano.

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