A Renzi piace stabilire scadenze precise agli impegni che prende con il paese. Ma quante ne rispetta? In una tabella i lettori troveranno sempre aggiornato lo stato delle promesse del Governo.
Dietro al groviglio politico per la scelta del presidente della Commissione europea, si confrontano coloro -come Cameron- che vogliono un’Europa dei governi e chi vuole istituzioni più democratiche. Il colpo d’ala per scioglierlo potrebbe essere fare del capo della Commissione anche il presidente del Consiglio europeo.
Abbiamo un tessuto di imprese piccole ma anche vecchie. Piccolo è bello solo quando è anche start-up. Per fermare il declino economico bisogna stimolare la creazione di capitale fisso, vale a dire le immobilizzazioni tangibili (come gli impianti industriali) e intangibili (brevetti, marchi ecc.).
Bene che l’Autorità anticorruzione abbia finalmente i poteri per operare. Per estirpare il malaffare è necessario rompere tutti i meccanismi burocratici, economici e sociali che lo favoriscono. Un nuovo Dossier sul tema.
Anticipare la scuola a cinque anni d’età, come proposto dal ministro Giannini, è un’iniziativa senza fondamento di un ministro che vuole solo far parlare di sé. Una ricerca in Italia conferma gli studi internazionali: chi entra più giovane alle elementari trova maggiori difficoltà.
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Federico
Sulla chiosa finale mi trovo in disaccordo: può darsi che le difficoltà, evidenziate negli studi internazionali (quali?) derivino proprio dalla differenza anagrafica rispetto ai compagni non anticipatari, che, seppur lieve (solitamente c’è un solo anno di differenza, anche se esistono casi di anticipatari a quattro anni), può essere di grande ostacolo nella fase di integrazione in una classe di alunni anagraficamente omogenea, ed impedire al soggetto in questione di instaurare un rapporto paritario coi propri compagni. Tale problema non si porrebbe se l’età di inizio del percorso di studi venisse fissata, per tutti, a cinque anni. Credo altresì che una scelta del genere da un lato consentirebbe ai bambini di anticipare l’ ingresso in un contesto, quello delle scuole elementari, che è grande fonte di stimoli per un cervello così giovane e in fase di maturazione; dall’altro costituirebbe un vantaggio temporale strutturale nel percorso di studi e di formazione dei futuri ragazzi italiani, appartenenti ad una generazione che si trova a vivere in un mondo di saperi sempre più specializzati e dalle sfide sempre più incalzanti lanciate dalla globalizzazione.
Manuel Giangualano
Io credo che sia molto difficile rispettare delle scadenze ben definite. Mi sembra però che questo sia il governo più attivo degli ultimi 20 anni almeno. Mi sbaglio? Poi si può condividere o meno l’impostazione. Spero che il lavoro prosegua. Franchi tiratori e Mineo a parte.