Qualsiasi governo si formi in Germania nel prossimo mese proseguirà con le riforme politiche ed economiche già intraprese. Ma sarà instabile nel lungo periodo e probabilmente non esisterà più dopo le prossime elezioni. L’instabilità politica deriva dalla crisi economica e da programmi che forniscono risposte molto simili. A dominare lo scenario politico nei prossimi decenni saranno i partiti capaci di dare una chiara prospettiva di riforma anche a quegli elettori che oggi pensano di essere gli sconfitti dei cambiamenti economici e politici in atto.

Il sorprendente risultato delle elezioni tedesche di domenica scorsa permette, in linea teorica, cinque soluzioni.
La prima è un governo formato da cristianodemocratici e socialdemocratici. Non piace a nessuno, ma la grande coalizione è l’alternativa più probabile. Entrambi i due grandi partiti si confrontano con lo stesso problema di guadagnarsi l’appoggio di elettori dagli interessi sociali ed economici molto diversi e i loro programmi sono molto più vicini di quanto non sia apparso in campagna elettorale. Inoltre, questa coalizione avrebbe una maggioranza nella seconda camera, il Bundesrat, e sarebbe in grado di trovare una maggioranza di due terzi del Parlamento per la più che urgente riforma del sistema fiscale. Infine, avrebbe l’appoggio dei mass media, del settore imprenditoriale e, a seconda del programma concordato, anche dei sindacati.
La grande coalizione ha però anche una grande debolezza: è un accordo per un periodo di tempo limitato e ciascuno dei suoi attori cercherebbe di creare le condizioni che gli permettano di diventare la prima forza politica alle prossime elezioni. È la ragione per la quale i socialdemocratici insistono perché Gerhard Schöder resti cancelliere. Un cancelliere cristianodemocratico ridurrebbe infatti drasticamente le possibilità di vittoria dei socialdemocratici nel prossimo turno elettorale.
La seconda alternativa è la cosiddetta coalizione Giamaica (dai colori dei partiti: nero, giallo e verde), formata da cristianodemocratici, liberali e Verdi. Questa ipotesi crea i problemi maggiori ai Verdi: malgrado appartengano in prevalenza alla classe media, gli elettori del partito si percepiscono a sinistra dei socialdemocratici. Partecipare a una coalizione o anche solo appoggiare cristianodemocratici e liberali, spaccherebbe il partito e farebbe perdere così tanti voti da mettere in discussione la sopravvivenza stessa del partito. Così, anche se i tre partiti riuscissero a mettersi d’accordo su un programma, la coalizione Giamaica non è un’opzione politicamente praticabile per i Verdi.
Terza possibilità è la cosiddetta coalizione semaforo: socialdemocratici, liberali e Verdi. È la soluzione preferita dei socialdemocratici, ma è respinta dai liberali. In pratica per lo stesso problema dei Verdi con la coalizione Giamaica: la stragrande maggioranza degli elettori del partito liberale si percepisce come di centrodestra, e dunque una coalizione con socialdemocratici e Verdi non è un’ipotesi praticabile per il partito liberale.
Quarta alternativa: una coalizione di socialdemocratici e Verdi appoggiata dall’esterno da Nuova Sinistra. Una simile eventualità è stata esclusa dai socialdemocratici prima e dopo le elezioni. Inoltre, il successo di Nuova Sinistra si deve essenzialmente alla sua opposizione all’agenda di riforme proposte dal governo rosso-verde. Non è dunque una dunque una coalizione possibile sul piano politico, ma i socialdemocratici la possono usare come minaccia nei negoziati con i cristianodemocratici.
La quinta possibilità è la convocazione di nuove elezioni. Il sistema tedesco prevede ostacoli di natura legale a una soluzione di questo tipo. Ma una volta accertato che né Angela Merkel né Gerhard Schröder né altri candidati sono in grado di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, il presidente può indire nuove elezioni. Una scelta del genere sarebbe però decisamente impopolare. Tuttavia, è possibile che Schröder e i socialdemocratici intendano alla fine giocare anche questa carta. Nel gioco di potere hanno due vantaggi. In primo luogo, Schröder è il cancelliere in carica e può quindi aspettare più a lungo della sua controparte cristianodemocratica. La teoria dei giochi insegna che il giocatore in grado di aspettare più a lungo può essere, alla fine, il vincitore. In secondo luogo, esiste in Parlamento una potenziale maggioranza di sinistra e questo apre ulteriori orizzonti politici. Per esempio, Schröder come cancelliere potrebbe comunque avere una maggioranza relativa o anche assoluta in Parlamento anche se tutti i negoziati con i cristiano democratici fallissero. È però una strategia molto impopolare e molto rischiosa, osteggiata dai mass media, perché l’incertezza politica potrebbe danneggiare l’economia.

I rischi per la Germania e per l’Europa

Il risultato delle elezioni tedesche ha senza dubbio generato qualche incertezza, ma i rischi sono limitati. Una coalizione di cristianodemocratici e socialdemocratici proseguirebbe con le politiche di riforma avviate da Schröder. Anzi, le riforme economiche potrebbero addirittura acquistare nuovo slancio, perché diversamente dal governo rosso-verde, la grande coalizione avrebbe la maggioranza in entrambe le camere e avrebbe perciò il potere di far approvare le sue riforme.
Ma ancora più interessante è il fatto che anche tutte le altre coalizioni possibili continuerebbero comunque sulla strada delle riforme: sia la coalizione Giamaica sia la coalizione semaforo hanno programmi di riforma che non si discostano molto da quelli di agenda 2010, anzi in molti campi vanno anche oltre. In teoria, un governo rosso-verde appoggiato dall’esterno da Nuova Sinistra avrebbe i problemi maggiori ad attuare il programma di riforme. Tuttavia, non di rado queste coalizioni riescono comunque a realizzarle, come è accaduto per esempio nei paesi scandinavi. Inoltre, nei due Lander dove Nuova Sinistra ha responsabilità di governo è difficile distinguere nella pratica la sua politica da quella del partito socialdemocratico. Così, dal momento che i programmi dei partiti cristianodemocratico, socialdemocratico e liberale sono relativamente vicini, i rischi politici sono limitati.
La strategia di ricorrere a nuove elezioni politiche provocherebbe certamente il maggior livello di incertezza politica. Che però durerebbe solo per un periodo di tempo limitato. Sei mesi dopo avremmo un nuovo governo, guidato o dai cristianodemocratici o dai socialdemocratici. Il problema maggiore è che il governo Schröder difficilmente potrebbe vedersi approvato il bilancio dal Parlamento e proseguire con le riforme nel periodo di interim. Gli investimenti potrebbero essere rimandati e la fiducia dei consumatori ridursi ulteriormente. Sarebbe certo uno spreco di tempo, ma non una catastrofe.
Quello che abbiamo tracciato è un quadro di breve periodo: qualsiasi governo si formi nel prossimo mese, sarà instabile nel lungo periodo e probabilmente non esisterà più dopo le prossime elezioni. E questo solleva la questione della prospettiva di lungo periodo.
Il panorama politico tedesco sta cambiando. L’instabilità politica deriva da una crisi economica e da programmi che forniscono risposte molto simili. Gli elettori chiedono invece alternative politiche. A dominare lo scenario politico in Germania nei prossimi decenni saranno i partiti capaci di dare una chiara prospettiva di riforma anche a quegli elettori che oggi pensano di essere gli sconfitti dei cambiamenti economici e delle riforme politiche in atto.

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The German Gamble, Herbert Brücker

In the short-run, German policies will be dominated by the gamble on political power rather than by the discussion on political and economic programmes. Hypothetically, the election results provide five options.
First, a government of Christiandemocrats and the Socialdemocrats. Although nobody among the actors likes it, it is the most likely option. Both large parties face the same problem of gaining support from voters with very different social and economic interests and their programs are more close together than it looks during the election campaign. Moreover, this is constellation has a majority in the second chamber of the parliament (Bundesrat), and is able to find a majority of two-thirds in parliament for an urgently needed reform of the fiscal system. Finally, it will receive support by the mass media, the enterprise sector, and, depending on the agenda, also by the trade unions. However, this constellation has a main weakness: it is coalition for a limited period of time and each partner will try to improve the conditions to become the main political force after the next elections. This is the background why the Socialdemocrats insist that Schröder remains chancellor. A Christiandemocratic chancellor will severely reduce the chances to win the next elections for the Socialdemocrats.
Second, the so-called Jamaika coalition (called after the party colours: black, yellow, and green) out of Christian Democrats, Liberals and Greens. This coalition forms mainly a problem for the Green Party: although socially a middle-class party, the voters of the Greens perceive themselves as left of the Socialdemocrats. Particating in coalition or even tolerating the Christian Democrats and the Liberals would split the party and will cost a lot of voters, which may endanger the existence of the party. Thus, even if these three parties could agree on a joint agenda, it is not a viable option for the Greens.
Third, the so-called traffic-light coalition our of Socialdemocrats, Liberals and Greens. This coalition is favoured by the Socialdemocrats, but rejected by the Liberals. Basically, the Liberals have the same problem as the Greens: The overwhelming majority of the Liberal voters perceive themselves as centre-right, such that joining a coalition with the Socialdemocrats and the Greens is not a viable option for the Liberal party.
Fourth, a coalition of the Socialdemocrats and the Greens which is tolerated by the Left Party. This has been ruled out by the Socialdemocrats before and after the elections. Moreover, the success of the Left Party can be traced back to their opposition to the reform agenda of the red-green government, such that this is hardly a viable political constellation. Nevertheless, this option can be used by the Socialdemocrats as a threat in the negotiations with the Christiandemocrats.
Fifth, new elections. There are high legal barriers for new elections in the German system, but when neither Merkel nor Schröder or another candidate gains the absolute majority in parliament, the president can call for the next election round. However, this solution would be very unpopular. Nevertheless, it is possible that Schröder and the Socialdemocrats plan to play this card at the end. They have two advantages in the power gamble: First, Schröder is chancellor and can therefore wait longer than his Christiandemocratic counterpart. As game theory tells, the player which able to wait longer can eventually win the game. Second, there is a potential left majority in parliament which offers additional policy options. As an example, Schröder may gain a relative or even absolute majority as chancellor in parliament if all negotiations with the Christiandemocrats fail. However, this is a very unpopular and risky strategy, since the political uncertainty may hurt the economy and will not be supported by the media in Germany.

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What are the risks for Germany and Europe?

The outcome of the German elections has created without doubts some uncertainty. However, the risks are limited. A coalition out of the Christiandemocrats and Socialdemocrats will continue with the reform policies which have started under Schröder. Economic reforms may even gain momentum, since – in contrast to the red-green government – the coalition has the majority in both chambers of the German parliament and has therefore the power to enforce their reforms. Interestingly enough, all other coalitions will also continue with the reform agenda: both the Jamaika- and the traffic-light coalition will have reform agenda which will not deviate fundamentally from the agenda 2010, and perhaps go in many areas beyond it. A red-green government which is tolerated by the Left Party will have most problems to pursue a reform agenda. However, those constellations are not seldom for example in Scandinavian countries. Moreover, in the two Federal States where the Left Party participates in government, it is hard to distinguish its practical policies from those of their Socialdemocratic counterparts. Thus, since the agenda of the Christiandemocrats, the Socialdemocrats, and the Liberal Party and the Greens are relatively close, the political risks are limited.
The new election strategy will certainly create the highest level of political uncertainty. However, it will last only for a limited period of time. After half a year or so, a new government under the lead of either the Christiandemocrats of the Socialdemocrats will be formed. The main problem is that the Schröder government can hardly get his budget though the parliament and pursue further reforms during this interim period. Moreover, investment might be postponed and consumer confidence may further decline. This will be a waste of time, but not a catastrophe.
This is the short-run perspective. Any government which will be formed during the next month, is unstable in the long-run will presumably not exist any more after the next elections. This raises the question of the long-run perspective. The political landscape in Germany is changing. The political instability is a result of an economic crisis and programmes which provide very similar answers. The voters ask however for political alternatives. In the long-run, parties which provide a clear reform perspective also for those voters which perceive themselves as the losers from the current economic changes and political reforms, will presumably dominate the political landscape in Germany for the next decades.

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