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Regno Unito, dove il muro anti immigrati è la soglia di reddito

Nel Regno Unito sta per entrare in vigore una nuova legge sugli immigrati extraeuropei. Innalza la soglia di reddito che permette di rimanere nel paese più di cinque anni. L’obiettivo della politica restrittiva è attrarre solo migranti altamente qualificati. Ma potrebbe avere conseguenze opposte.

Almeno 35mila sterline di reddito per restare

Ad aprile 2016 entra in vigore nel Regno Unito la nuova politica per i migranti economici extra-europei presentata, nel 2012, dal ministro degli Interni, Theresa May. La legge innalza da 21mila a 35mila sterline la soglia di reddito che l’immigrato deve percepire entro il limite massimo di cinque anni per continuare a risiedere nel paese. Chi non raggiunge quella cifra può rimanere nel Regno Unito solo per un ulteriore anno, prima di essere costretto a tornare nel proprio paese d’origine.
Non a caso, secondo l’Eurobarometro, una delle maggiori preoccupazioni dei cittadini britannici negli ultimi anni è stata proprio l’immigrazione, mentre nel resto dell’Europa nello stesso periodo, ci si preoccupava di più della disoccupazione (grafico 1). Il tema dell’immigrazione è destinato a giocare un ruolo importante anche nel referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, col rischio di eccessive strumentalizzazioni.

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Fonte: European Commission: Public Opinion Eurobarometer interactive search system 

Le decisioni dei migranti

Le decisioni del migrante per ragioni economiche sono ragionevolmente influenzate dalla consapevolezza dell’incertezza riguardo alla possibilità di restare nel paese di destinazione per più di cinque anni. Un immigrato che intende risiedervi solo due anni si comporta diversamente da colui che prevede di trascorrervi venti anni. Infatti, gli incentivi sono diversi: il primo migra per conseguire vantaggi di breve periodo, ad esempio un salario maggiore o semplicemente un lavoro, e non investe in capitale umano e sociale perché spera di tornare presto nel proprio paese di origine. Non spreca perciò tempo prezioso per integrarsi e costruire relazioni, mentre cerca di lavorare e guadagnare il più possibile per risparmiare e investire nel paese di origine o per coprire spese urgenti e transitorie con le rimesse. Più facilmente tende a ghettizzarsi con altri immigrati temporanei, senza apprendere la lingua. Invece, il migrante economico che intende restare nel paese di destinazione per almeno venti anni, investe nel costruire relazioni con nativi e integrarsi, perché i benefici di tale scelta sono distribuiti su un arco di tempo maggiore.
Nel caso del Regno Unito, l’incertezza sulla possibilità di riuscire a percepire entro cinque anni un reddito di almeno 35mila sterline finisce inevitabilmente per influenzare il comportamento e le scelte di un migrante economico con prospettive a medio-lungo termine: il desiderio di investire nel costruire relazioni e nell’apprendere la cultura e le norme sociali britanniche si riduce perché l’orizzonte è limitato a cinque anni. L’incertezza può scoraggiare così l’arrivo dei migranti economici che hanno intenzione di integrarsi e rimanere per periodi più lunghi, spingendoli a considerare altri paesi di destinazione. Potrebbe invece attrarre immigrati poco qualificati, che non hanno comunque intenzione di integrarsi e risiedere a lungo, ma vogliono solo svolgere qualunque lavoro per guadagnare ciò che si sono prefissati, prima di fare ritorno al proprio paese di origine.

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Fonte: Department for work and pensions-National Insurance number (NINo)

E le scelte del governo inglese

La politica di May ha l’obiettivo dichiarato di attrarre solo immigrati altamente qualificati, tanto che esiste una lista di professioni protette che non sono soggette alle nuove norme e che comprende per esempio i ricercatori, chi ha un PhD e gli infermieri, la cui offerta è limitata. Tuttavia, la lista non include categorie socialmente rilevanti come gli operatori del terzo settore (beneficenza) o i neo-imprenditori (con tempi per conseguire il break-even più lunghi) e dunque potrebbe essere rivista (ad esempio, la professione infermieristica inizialmente non era stata inclusa). Ma questo contribuisce ad aumentare l’incertezza. D’altra parte, esiste anche la possibilità che coloro che non rientrano nelle professioni protette e non raggiungono l’obiettivo delle 35mila sterline decidano comunque di continuare a risiedere nel Regno Unito, diventando così immigrati illegali.
Più in generale, le decisioni di politica migratoria dovrebbero valutare in modo approfondito la complessità delle scelte dei migranti economici, rispetto agli obbiettivi socio-economici generali, e come queste scelte siano connesse alle aspettative degli immigrati di restare e integrarsi nel nuovo paese. Spesso gli investimenti in politiche di integrazione hanno una contropartita in termini di sicurezza e benessere sociale, che sono rilevanti non solo in termini etici, ma anche in valore economico complessivo, soprattutto nel medio-lungo termine.
E tuttavia va tenuto presente che la maggior parte dei cittadini non è interessata alle analisi statistiche sul fenomeno dell’immigrazione, conta molto di più la percezione che si ha di questi dati. La politica del governo britannico mira dunque a rispondere alla pressione dei molti cittadini che temono le conseguenze che l’immigrazione potrebbe avere sul loro stile di vita e sull’occupazione. Tuttavia, una parte della popolazione inglese non si vuole rendere partecipe di una simile politica. Per questo motivo è stata promossa una petizione per richiedere al parlamento di discutere di nuovo la politica sull’immigrazione. Le centomila firme necessarie sono già state raccolte e dunque il 7 marzo il parlamento di Londra è chiamato a una nuova discussione della legge, che sarà trasmessa anche in streaming.

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Il Punto

  1. bob

    ..pensare di affrontare l’epocale discorso dell’immigrazione con una barriera reddituale e come tenere il dito nel buco della diga per non farla crollare. E’ un auto distruggersi ! E’ folle pensare di non intervenire su squilibri mondiali in termini di diritti, economia, opportunità, ormai insopportabili tra le varie aree del mondo

  2. bob ha ragione da vendere, ma c’è di più: aumentare la soglia di reddito (a più di 45000 €) sarà quasi barriera a domanda interna, un provvedimento da “zappa sui piedi”

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