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I vizi dell’obbligo vaccinale e le virtù delle terze dosi

Un’indagine statistica mostra che il numero dei contrari al vaccino non è cresciuto nel tempo, ma nemmeno calato. L’introduzione di un obbligo probabilmente non spingerebbe questi “irriducibili” a vaccinarsi, ma rischia di aumentare ulteriormente il conflitto sociale. Per ridurre il rischio di nuove ondate, sarebbe meglio spingere sulle terze dosi.

I dati parlano chiaro: la campagna vaccinale in Italia è stata un successo. Partita del tutto a marzo, ha raggiunto a Natale oltre l’85 per cento della popolazione dai 12 anni in su, oltre 46 milioni di persone.

La ricerca ResPOnsE Covid-19 dell’Università degli Studi di Milano mostra come, in effetti, la campagna sia stata efficace nel raggiungere praticamente tutti i cittadini che erano disponibili ad essere vaccinati. I dati, rilevati con interviste online su un campione di oltre 10 mila casi distribuito in modo proporzionale alla popolazione maggiorenne, si riferiscono al periodo marzo-dicembre 2021.

La Figura 1 mostra la porzione di popolazione vaccinata (linea verde), che sale dal 10 per cento di marzo a oltre l’80 per cento di dicembre. La figura offre anche una chiara rappresentazione di come questa percentuale sia stata raggiunta: tutte le persone che erano disponibili a farsi vaccinare (linea gialla) piano piano sono effettivamente andate a unirsi alle fila degli immunizzati. Tanto che a dicembre il serbatoio dei disponibili alla vaccinazione, ma non ancora vaccinati, si è praticamente esaurito.

Figura 1 – Andamento settimanale della percentuale di popolazione già vaccinata e (per i non vaccinati) delle disponibilità a vaccinarsi

Nota metodologica

Rimane invece una minoranza di scettici (linea grigia), che è leggermente calata da marzo a oggi; e una ancor più marginale di fortemente contrari, certi di non vaccinarsi, assestati a poco più del 5 per cento (linea rossa). Questa percentuale rimane costante attraverso tutto il periodo.

La valutazione di questi dati ci offre la possibilità di avanzare due congetture importanti: la prima è che la contrarietà ai vaccini è un atteggiamento fortemente minoritario e non è cresciuto in questi mesi; la seconda è che, allo stesso tempo, la fetta della popolazione fortemente contraria alla vaccinazione si mantiene salda in questa posizione.

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I costi dell’obbligo

Mettendo insieme queste osservazioni, abbiamo una prima indicazione forte rispetto alle possibili opzioni per il governo: l’imposizione dell’obbligo vaccinale generalizzato per raggiungere un più alto livello di immunizzazione nella popolazione sarebbe una misura estremamente costosa, soprattutto in termini simbolici. Verosimilmente, porterebbe a pochi risultati e a tanti problemi. Le ragioni sono chiare: l’obbligo andrebbe a impattare su una fetta di popolazione refrattaria a mutare la propria opinione e, molto probabilmente, ancor più contraria a essere effettivamente vaccinata. Di fronte a questa situazione, un governo che decidesse per l’obbligo dovrebbe non solo trovare sanzioni proporzionate per chi rifiuta di allinearsi alla regola generale, ma anche applicarle. E due sarebbero gli esiti possibili, entrambi estremamente negativi nei confronti dell’autorità pubblica: scontrarsi con la resistenza degli irriducibili o lasciar correre. Una situazione in cui si perde sempre.

A rafforzare questa lettura, c’è un ulteriore dato che proviene da una domanda posta solo a chi si dice certo di non voler vaccinarsi. A questi si chiede come si comporterebbero nel caso fosse imposto l’obbligo: a dicembre, solo il 14 per cento risponde che, in questo caso, si farebbe vaccinare. Il 70 per cento sarebbe irriducibile e rifiuterebbe il vaccino anche in caso di obbligo. Il 16 per cento invece non sa ancora come si comporterebbe.

Le virtù della terza dose

Come affrontare allora il problema della massimizzazione dell’immunizzazione? Una indicazione ci è data dalle risposte alla seguente domanda: “Nel caso in futuro si ripetesse di nuovo una situazione simile a quella del COVID-19, se ci fosse un vaccino, lei quanto sarebbe favorevole a vaccinarsi per proteggersi dal virus?” Le modalità di risposta vanno da 0 “completamente contrario” a 10 “completamente favorevole”.

Questa domanda è mutuata dagli studi elettorali, dove si chiede agli intervistati la probabilità di votare in futuro per un determinato partito. Così noi abbiamo fatto relativamente alla vaccinazione. Chiamiamo questo indicatore “propensione alla vaccinazione”. Anche in questo caso, i risultati sono inequivocabili.

Tra coloro che già si sono vaccinati, la media della propensione alla vaccinazione è 9, sulla scala da 0 a 10. Nessuna sorpresa nello scoprire che questa media scende a 1 tra quelli che non si vogliono vaccinare.

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Da questo dato, che in parte può apparire banale, viene però un’altra forte indicazione: la strada maestra per massimizzare il livello di immunizzazione nella popolazione è quello dei richiami o, cosiddette, terze dosi. I costi per applicare questa misura sono verosimilmente bassi, essendo rivolta ad una platea composta da persone che già hanno completato il ciclo vaccinale e che, come mostrato, sono altamente propense a vaccinarsi di fronte a ulteriori rischi pandemici.

Ultimo elemento da considerare è la trasversalità di questo atteggiamento positivo verso una possibile futura immunizzazione tra chi è già vaccinato. La propensione alla vaccinazione non manifesta infatti differenze significative relativamente alle principali caratteristiche socio-demografiche (Figura 2).

Conclusioni

A noi sembra che i dati siano così chiari che non è nemmeno necessario aggiungere conclusioni. Ma visto che nel dibattito pubblico la confusione è tanta, è bene ribadire il messaggio: se l’obiettivo è quello di raggiungere il massimo livello di immunizzazione nella popolazione per contrastare qualsiasi recrudescenza pandemica, in condizione di risorse scarse, è molto più efficiente ed efficace spingere sulle terze dosi piuttosto che considerare l’introduzione di un obbligo vaccinale, che, oltre ad avere costi simbolici e materiali enormi, potrebbe anche rivelarsi un boomerang sull’autorevolezza del governo.

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15 commenti

  1. Henri Schmit

    Sono perfettamente d’accordo con la conclusione. I grafici mostrano che il rifiuto del vaccino è abbastanza equamente ripartito, più di quanto avrei pensato. Sarebbe interessante indagare sulle motivazioni dichiarate e effettive dei non vaccinati senza controindicazioni: ignoranza, paura e furbizia. È difficile lottare contro la prima se è ancorata a convinzioni fisse; impossibile sconfiggere l’ultima; rimane la paura che la protezione provata procurata dalle vaccinazioni dovrebbe (tasso di malati gravi e di decessi dei non vaccinati) aiutare a superare. Servirebbe forse più chiarezza giuridica (che in altri paesi -F, D, CH- c’è!) sulla responsabilità dello Stato in caso di eventuali problemi alla salute causati da vaccini. È una questione di credibilità.

    • Marco Candidi

      Ecco, è proprio la credibilita dello stato e della classe politica che è pari a zero. Storicamente il nostri beneamati politici ci hanno insegnato che fare i furbi paga, e che gli onesti sono fessi: hai pagato Le tasse? Che fesso… chi evade ha lo scudo fiscale. Hai pagato la pensione agli altri? Sei un fesso.. a te non la daremo. Paghi le multe, il bollo, tutto, non commetti abusi edilizi ? Idem..

      Ma con i vaccini si è fatto un salto di qualità, i nostri amati governanti si sono messi in cattedra, hanno voluto proprio far vedere come si fa a fare i furbacchioni. Quesito: avendo concesso alle case farmaceutiche uno scudo totale perché, evidentemente, i rischi del vaccino non si conoscono (quelli seri a medio lungo termine ovviamente) , come si fa ad obbligare tutti a vaccinarsi, senza pero’ assumersi il rischio economico di indennizzi legati alla introduzione della obbligatorieta’ del vaccino? Risposta: il green pass…che furbacchioni. Peccato che grazie a questo artificio si subordinano diritti costituzionali fondamentali quali lavoro, libera circolazione, uguaglianza, ad UN ATTO NON OBBLIGATORIO (il vaccino, senza il quale non hai il green pass ). E non si fanno scupoli a farlo per un mero calcolo economico. Mi illudevo pensando che la Costituzione avesse un valore piu alto. Pero’ la campagna mediatica sulla sicurezza del vaccino è asfissiante, perché deve diventare pensiero dominante, incontestabile e scientificamente provato (come se la scienza non avesse mai fatto errori, o non fosse mai stata usata strumentalmente). Allora, se il vaccino è così sicuro come dicono, che mettano l’obbligo vaccinale generalizzato, la costituzione lo permette, indennizzino chi subisce effetti collaterali gravi, e smettano di mettere in atto l’artificio furbetto del green pass, che offende la costituzione e l’intelligenza di tutti. Ma ormai il danno è fatto, il precedente creato, il popolo domato, e tutti vanno avanti con la distrazione di massa della guerra tra pro-Vax e no-Vax.

      • Marco

        Ma chi ha mai detto che esistano rischi a medio-lungo termine?? E’ un ‘invenzione!
        I vaccini hanno rischi a breve termine (intolleranza, allergia, miocarditi, trombosi, ecc ecc), ma che si manifestano in poco tempo. Non esiste che dopo 10 anni il vaccino “si risvegli” e povochi chissà quali mutazioni. Questo esiste solo nei film

      • ADB

        Concordo con la risposta di Marco e inoltre mi incuriosisce il fatto che tutti i no vax non si preoccupino mai delle conseguenze di lungo periodo del COVID, queste sì ad oggi una potenziale incognita.
        Sul tema degli indennizzi ricordo che recenti pronunce della Consulta hanno stabilito che questi siano dovuti in caso di danni collaterali da vaccino, anche in assenza di obbligo, ma quando comunque il vaccino sia “raccomandato”, come quello per il COVID. Pertanto l’argomento che l’assenza di obbligo sarebbe un indicatore del fatto che l’autorità pubblica ne temerebbe (o peggio sarebbe consapevole de) gli effetti collaterali a lungo termine è privo di fondamento.

  2. francesco galluzzo

    I dati parlano chiaro ma la interpretazione può essere un’altra: mi sembra di capire che con l’obbligo vaccinale vacillerebbe il 30 per cento circa dei soggetti che rifiutano il vaccino ossia un poco meno di 1 su 3 che si aggiungerebbero ai vaccinati che nel frattempo accetterebbero senza grossi sforzi la terza dose: la massimizzazione numerica dei vaccinati si raggiungerebbe con entrambe le condizioni applicate: terze dosi e obbligo vaccinale!

  3. bob

    ..frutto della ” democrazia anarchica” o se vogliamo della ” democrazia delle minoranze” oppure ” democrazia istintiva”…

  4. artemiss

    dall’articolo non mi è chiaro un aspetto: stante le caratteristiche di variante Delta e soprattutto di Omicron siamo in grado di mantenere l’operatività del sistema sanitario con l’attuale percentuale di non vaccinati (che, oramai è assodato, hanno maggiori probabilità di averne bisogno a seguito di contagio)?

    • Enrico Rettore

      Già… il problema è proprio questo. A quanto si vede fin qui, la terza dose serve ad evitare che la velocità di riempimento delle TI aumenti. Ma non impedisce che le TI si riempiano progressivamentre, alla velocità che stiamo osservando da inizio novembre, velocità di riempimento determinata in gran parte dal 13% di popolazione 12+ non vaccinata.

    • Giuseppe Russo

      Sono un (come chiamate voi) “no vax”
      Le posizioni sono molteplici, la mia è pressoché politica e mi avranno solamente con un Tso.
      Gli altri invece variano da superstizioni indotte dalla religione, altri credono ci sia il microchip nel vacchino, altri la grafite , altri ancora per orgorglio pur di non sentirsi dire da voi “ecco tanto lo sapevo che avresti ceduto, sei come gli altri” , altri ancora hanno tanti soldi e possono permetterselo, altri lavorano in nero e non li puoi controllare, altri sono mafiosi e nessuno puo ricattarli…e così via.
      In linea di massima c’è tanta superstizione e disprezzo per la politica romana.
      Vi prego non censuratemi, è pura verità.

      Beppe

      • Francesco

        Gentile Beppe, lei ha esposto le ragioni degli altri no vax, omettendo la sua.

  5. Andrea Zatti

    La complessità dell’argomento è dimostrata dall’odierna uscita della newsletter de ‘LaVoce’.Info. I primi due articoli, ben costruiti e supportati da dati, arrivano di fatto a conclusioni opposte….Personalmente, mi pare che l’argomentazione di Enrico rettore sia più convincente

  6. Aram Megighian

    L’articolo, per quanto preciso ed interessante, pecca di visione “medica”. Qui abbiamo un aspetto “biologico” (lotta al virus), due “medici” (1. cura delle persone con gravi sintomi da virus e 2. cura di tutte le altre patologie che non vanno in vacanza).
    Attualmente la migliore forma di cura medica è il vaccino, perchè, comunque previene in misura netta le forme gravi da infezione covid-19, cioè si previene in larghissima misura l’ospedalizzazione.
    Questo dato ci porta direttamente al punto fondamentale: al punto medico 2. Nel 2020 abbiamo visto chiaramente cosa significa un sistema sanitario sovraccarico. Molte persone nella prima ondata sono morte perchè il sistema era sovraccarico (si parlava di medicina di guerra, e quello era esattamente quello che succede in guerra) e molte sono morte indirettamente perchè il sistema era inaccessibile in gran parte per le altre patologie.
    Veniamo alla situazione attuale. Abbiamo i vaccini e possiamo impedire o grandemente ridurre questo sovraccarico al sistema. Tuttavia abbiamo anche un certa quantità di persone non vaccinate (ho calcolato dai dati ISS circa 2.7 mln di persone tra i 40 e 60 anni. Anche considerando la minore incidenza di casi gravi in questa fascia di età, si tratterebbe pur sempre di un numero impressionante di persone che arrivano negli ospedali in un periodo ristretto di tempo (sta infatti succedendo e gli ospedali iniziano ad essere sotto stress). Bisogna ragionare in numeri assoluti e in periodi temporali brevi….esattamente il ragionamento che si fa per una pandemia e un’infezione ad elevato indice di contagio come SARS-CoV-2……
    Ma mi pare che spesso si rifugga dai numeri assoluti e si preferiscano le percentuali, quando invece, medici, infermieri, ospedali, letti, sale operatorie bloccate, materiale e altre patologie e persone ammalate non sono percentuali, ma numeri assoluti.
    Questo, governa un obbligo vaccinale. Non una limitazione di libertà, ma piuttosto l’esigenza di impedire un collasso sanitario che si ripercuoterebbe non solo sui malati contagiati con gravi sintomi, ma anche su tutti gli altri ammalati.
    Chiaro è che una campagna vaccinale ha poi come conseguenza anche l’eradicazione del virus. Ma questa si previene o con un vaccino che impedisce al 100% il contagio (attualmente solo quello per la rabbia) o con successive e ripetute campagne vaccinali (vedi poliomielite in Italia e nel mondo, vedi vaiolo) che vanno avanti per molti anni. I vaccini che abbiamo ora sono anche meglio di altri per quel che riguarda la protezione dal contagio, ma non sono come il vaccino della rabbia. Dobbiamo quindi rassegnarci a veder girare il virus per molti anni ancora. Forse muterà in meglio o forse anche in peggio. Nessuno lo sa.

    • ADB

      Lei ha centrato perfettamente il punto. La presunta libertà soggettiva di non vaccinarsi va a scontrarsi col problema di intasamento delle risorse sanitarie, per loro natura finite e incapaci di fronteggiare una malattia ad alto tasso di contagio come questa. In tal modo si lede il diritto alla salute e alla libertà collettiva. Questo è il motivo per cui il non vaccinarsi non trova e non può trovare “protezione” costituzionale, dato che va contemperato con altri diritti fondamentali.

  7. Nicola

    La platea dei non vaccinati abbraccia persone con motivazioni assai differenti: speculatori che richiedono un indennizzo per effetti avversi, opportunisti che aspettano il raggiungimento di un’immunità di gregge, super cattolici che non vogliono inocularsi il siero di satana, teorici del complotto mondiale della trasformazione dei cittadini in sudditi, neocomunisti avversi alle lobby di BigPharma e ai loro smisurati profitti, manifestanti pronti a scendere in piazza ad ogni occasione per manifestare il disagio, o peggio, l’odio, verso una società che non gli appartiene o, viceversa, in cui non si sentono inclusi. E in questo momento me ne sfuggono ancora molte altre ……
    I nostri maldestri governanti insieme a una asservita informazione, la quasi totalità, hanno trasformato il non vaccinato, soggetto debole, minoritario, seppur per sua scelta, ma meritevole di tutela, in un così detto untore, creando nella popolazione una vera e propria messa alla gogna di chi fa una scelta, diversa dalla maggioranza, che la legge però consente.
    Il green pass nasce come strumento atto a favorire la circolazione dei cittadini comunitari e riattivare un turismo crollato!
    Ha finalità di protezione del non vaccinato preservandolo dal frequentare luoghi ad alto rischio di contagio dove egli, sprovvisto di protezione vaccinale, potrebbe ricevere un’alta dose di carica virale. Ecco il senso del green pass rilasciato a vaccinati e tamponati, entrambi dotati di bassa probabilità di contagiare con alta carica virale!
    La crescita dei contagi rallenta la produttività nazionale, la DAD lascia a casa, per diritto, tanti lavoratori aderenti al lavoro agile o al congedo covid, l’obbligo di green pass rafforzato induce il rilascio di numerosi certificati medici, nel settore pubblico quanto nel privato. Tutti effetti nefasti di cattiva comunicazione e di cattiva progettazione. Denaro sperperato inutilmente che non è stato allocato verso un miglioramento dei trasporti, dell’edilizia scolastica, dell’erogazione di servizi pubblici dignitosi ed efficienti. Un’occasione persa per lo sviluppo e la crescita di territori autonomi ma interconnessi che ha ricevuto fiumi di denaro spesi su consumi, non du investimenti, che i nostri figli e nipoti dovranno restituire con lacrime e sangue per il mantenimento di un enorme debito pubblico!

  8. marcello

    Quello che mi turba di più in tutta questa vicenda è che si può dire veramente qualunque cosa. L’obbligo vaccinale è legitimo e necessario. Omicron non è un’influenza. Guardate i dati di oggi del Regno Unito, dove Omicron è dominante: 130k contagi, 20k in ospedale e 398 morti. Nella campagna influenzale italiana del 2018-2019 ci sono stati oltre 8 milioni di cobtagi e circa 250 morti. Vorrei sapere di che cosa si parla, a vanvera direi. L’efficacia di una norma come ci insegna la teoria dipende dalla deterrenza che a sua volta è funzione della probabilità d essere sanzionati e dall’entità della sanzione. Lo schema di sanzioni monetarie crescenti e di impedimenti è corretto e oltremodo testato. Quindi per favore cerchiamo di fare ciascuno il proprio mestiere o comunque quello per cui si è studiato per decenni.

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