Negli ultimi anni è cresciuta la sfiducia dei cittadini europei verso le istituzioni governative, anche a causa di alti livelli di disuguaglianza economica. Come l’interazione digitale può ridurre la sensazione di distanza tra governanti e governati.
Autore: Agnese Sacchi
Agnese Sacchi è Professoressa associata di Scienza delle Finanze presso il Dipartimento di Economia, Società, Politica dell'Università di Urbino Carlo Bo ed è membro del Governance and Economics research Network dell’Università di Vigo. Si è laureata a Urbino e ha conseguito il Dottorato di ricerca in Economia Politica presso l'Università Politecnica delle Marche. Attualmente, è membro eletto del Board della European Public Choice Society (2022-2025) e componente della Commissione per l'Università, la Ricerca e la Valutazione della Società Italiana di Economia (2022-2025). Si occupa di finanza pubblica locale e decentramento, politica fiscale, political economy.
Il consenso verso le politiche contro il cambiamento climatico dipende anche dalla professione svolta. Chi rischia di perdere il posto di lavoro si opporrà più spesso a queste misure. Programmi di compensazione possono aiutare l’attenzione per l’ambiente.
Forme asimmetriche di decentramento potrebbero offrire soluzioni flessibili ed efficaci per prevenire i conflitti intergovernativi, accentuati dall’emergenza Covid-19. Ma come garantire vantaggi alle regioni con più autonomia senza danneggiare le altre?
La regolarizzazione dei lavoratori stranieri può contribuire ad aumentare le entrate tributarie, Iva compresa. Ma i benefici maggiori si avrebbero se il provvedimento riguardasse tutti i settori e comprendesse anche gli italiani che lavorano in nero.
È vero che gli immigrati sfruttano i sistemi di welfare dei paesi di arrivo? Gli stranieri che risiedono in Italia sono mediamente più giovani della popolazione italiana. Ed è più bassa la loro domanda di servizi sanitari, facendo scendere la spesa.
Nei paesi avanzati le competenze economico-finanziarie dei cittadini non sono importanti solo per le scelte individuali, ma anche per quelle collettive. Perché per i politici è più difficile un uso strategico della politica fiscale. E l’Italia è un caso esemplare.
L’imposta sulla proprietà non è solo una forma di tassazione meno distorsiva di altre. Applicata a livello locale, sembra anche aumentare la disciplina fiscale generale. Meccanismi che incentivano i politici locali a essere responsabili e gli elettori a informarsi sui costi dei programmi di spesa.