Il successo degli European safe bond non dipende da un massimale agli investimenti nei titoli di stato. Se sarà previsto un pari assorbimento di capitale, le banche li acquisteranno fin quando il premio di liquidità non sarà lo stesso dei titoli tedeschi.
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L’amministrazione americana vuole smantellare le regole prudenziali e di protezione di investitori e consumatori introdotte dopo la crisi del 2007-2008. Se passerà anche al Senato, sarà un favore a pochi e potenti privilegiati, a scapito di soggetti deboli.
La proposta dei “safe bond” europei è certamente interessante, ma per funzionare deve essere accompagnata da un importante cambiamento della normativa prudenziale. Altrimenti, nessuno li comprerà e finiranno per penalizzare i paesi ad alto debito.
Il Meccanismo europeo di stabilità è uno dei lasciti positivi della crisi. Ma per funzionare bene ha bisogno di alcuni aggiustamenti. La seconda parte dell’introduzione dell’e-book che disegna la strategia per assicurare la stabilità dell’Eurozona.
Le famiglie tengono i risparmi nei depositi e le banche, prese tra stringenti requisiti patrimoniali e rischi di liquidità, investono in titoli di stato invece di erogare nuovo credito. Una combinazione che non aiuta la ripartenza dell’economia.
Perché si è aperto un abisso tra la finanza “buona”, che svolge una funzione essenziale per la crescita, e la “nuova” finanza che ha portato alla più grave crisi della storia? Lo spiega Marco Onado nel suo ultimo libro, di cui pubblichiamo l’introduzione.
Dal 1° gennaio 2018 il documento informativo sui prodotti finanziari sarà molto più semplice e trasparente. Una rivoluzione perché il prospetto diventa di facile lettura per i risparmiatori. A patto che l’industria finanziaria sappia farsi trovare pronta.
La Commissione europea ha proposto l’introduzione di “titoli di stato sintetici” nell’area dell’euro, prodotti con un processo di cartolarizzazione. Non sono gli Eurobond. Ma potrebbero essere importanti per la stabilità finanziaria dell’Eurozona.
Anche il governatore della Banca d’Italia ha sottolineato la necessità di una gestione delle sofferenze diversa dalla svendita ai pochi grandi operatori specializzati. Intanto in parlamento ci sono tre proposte che prevedono la vendita agli stessi debitori.
Le regole europee mettono un limite ai bonus dei banchieri, per evitare che si prendano troppi rischi. Ma chi gestisce i soldi dei clienti continua a ricevere lauti premi se ottiene buoni risultati, senza subire alcuna conseguenza nel caso opposto.