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EQUA, SEMPLICE E FEDERALISTA: TROPPE QUALITÀ PER L’IMU

È arduo disegnare un’imposta basata sul valore degli immobili che sia contemporaneamente equa, di semplice applicazione e federalista. E infatti l’Imu è un’imposta abbastanza semplice. Ha però problemi di equità. Perché si parte dall’ipotesi, non sempre vera, che un contribuente possieda altri immobili solo in aggiunta all’abitazione principale. Si può rendere equa l’Imu adottando un’aliquota unica e prevedendo una detrazione fissa per tutti i contribuenti. Ma così si perde il carattere federalista. Che potrebbe essere recuperato, a patto di rendere tutto molto più complicato.

IMU, LA SPECIAL ONE

Arriva l’Imu, ma c’è poca chiarezza sulla sua disciplina. Se vuole essere un’imposta patrimoniale, allora bisogna chiarirne la portata, con un’analisi dettagliata dei suoi effetti redistributivi. Se è un’imposta locale, è necessario indicare quali siano i benefici locali che garantisce. Oltretutto, è anche un’imposta nazionale. Il suo peccato originale è la mancanza di cifre certe. E quella che è stata inizialmente definita come stima di gettito di 21 miliardi di euro, è in realtà un obiettivo minimo. Chiariti invece altri punti di contenzioso.

PROVE DI RIFORMA FISCALE

La riforma fiscale che il governo ha in mente punta, tra l’altro, a spostare il prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette. Uno studio mostra però che gli aumenti di accise, Iva, Imu e Irpef non sono distribuiti in maniera uniforme, incidono di più sulle famiglie nei primi decili di reddito. Ulteriori interventi devono perciò essere compensati con riduzioni delle imposte sui redditi più bassi. E non solo per ragioni di equità. Ma perché si corre il rischio di ostacolare la ripresa della domanda e della crescita.

CALA LA NEBBIA SULL’IMU DEGLI ENTI ECCLESIASTICI

La tassazione Imu degli enti non commerciali, compresi quelli ecclesiastici, è una questione molto delicata. Il governo ha cercato di risolverla con un articolo inserito nel decreto liberalizzazioni. La norma non brilla né per chiarezza né per rigore, oltre a contenere l’ennesimo rinvio a un futuro regolamento ministeriale per aspetti di dettaglio. Se la previgente disciplina Ici era in potenziale contrasto con il divieto comunitario di aiuti di Stato, resta ancora lunga la strada per portare il mondo del non profit italiano nell’alveo della piena compatibilità comunitaria.

ECCO PERCHÉ LA TOBIN TAX È UNA PESSIMA IDEA

La Tobin Tax è lo strumento corretto per attenuare gli effetti della speculazione internazionale? Nel mercato dei cambi, come in quello azionario o dei titoli a reddito fisso, la questione fondamentale è l’informazione. Meglio quindi puntare su logiche di incentivo alla trasparenza delle negoziazioni. Infatti i problemi degli ultimi mesi non vengono tanto dai mercati regolamentati, quanto dai mercati paralleli. E imporre la tassa unilateralmente, senza un reale accordo internazionale, rischia di aumentare le criticità di un sistema finanziario già molto volatile.

SE L’ECONOMIA SI AVVITA TRA SOMMERSO E RECESSIONE

La manovra Monti è recessiva? Intanto, un intervento sulla spesa invece che sulle entrate produrrebbe effetti ancora più recessivi. Tuttavia, le simulazioni mostrano una crescita significativa dell’economia sommersa. E allora un risanamento dei conti pubblici che non implichi anche una pericolosa ricomposizione strutturale dell’economia, dovrebbe prevedere un’azione di forte contrasto all’evasione. Significherebbe una minor pressione fiscale complessiva, che genererebbe una riallocazione di risorse virtuosa dal settore sommerso a quello di mercato.

TASSARE IL CIBO SPAZZATURA?

Il ministro della Salute ha allo studio una tassa sul cibo spazzatura. Misure di questo tipo riducono il consumo di bibite zuccherate, anche se gli effetti sui rischi di sovrappeso e obesità sono difficili da quantificare. Funzionano meglio se accompagnate da una pluralità di interventi da realizzare in primo luogo nelle scuole e con il coinvolgimento dei genitori. Il rischio è che la eventuale tassa sia utilizzata più per fare cassa che per promuovere comportamenti alimentari sani. E le strutture sanitarie dovrebbero dare il buon esempio.

CASSE PIENE. DI RISCHI

Le casse di previdenza di diverse categorie professionali sono in sofferenza per l’esposizione eccessiva verso titoli strutturati. Ma come è potuto accedere? Spesso le casse previdenziali non hanno le competenze finanziarie adeguate e si rivolgono a consulenti in conflitto di interesse e interessati più al rendimento che al rischio connesso ai titoli nei quali investono. Anche in Italia dovrebbe crescere il ricorso a servizi indipendenti di risk advisory. Fondamentale che l’advisor per il rischio sia del tutto indipendente dall’advisor per la gestione di portafoglio.

IL CLUB MED DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Più che di Piigs dovremmo parlare di Club Med. È vero che Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna sono tutte state colpite dalla crisi dei debiti pubblici. Ma l’Irlanda ne è uscita per prima. E un altro paese, il Belgio, con un’alta evasione e un’alta propensione a generare debito pubblico, è sempre riuscito a venire fuori da complicati processi di consolidamento fiscale. Forse la differenza sta nel diverso livello di efficienza della pubblica amministrazione. Perchè le nazioni con burocrazie fragili hanno anche problemi di crescita economica e di credibilità.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

1.    Fra i numerosi difetti dello scudo italiano c’era anche quello di consentire la regolarizzazione lasciando le attività all’estero. Questa alternativa aveva certamente senso per gli immobili ma non per i beni mobili e di sicuro non per le attività finanziarie. Tremonti si è spesso vantato dell’arricchimento dell’economia italiana realizzato genericamente con le attività scudate confondendo le acque fra ciò che è effettivamente rientrato e ciò che è stato solo regolarizzato rimanendo, però, all’estero. Ed alla domanda: quanto è effettivamente rientrato? ha sempre risposto in modo volutamente impreciso. Lo scudo previsto per Germania e Regno Unito ha lo stesso difetto ma con un’aliquota (34%) decisamente più sensata ancorchè intrisa di perdonismo a pagamento [Arnaldo Mauri. Massimo Vannucci]. Le aliquote del 25% (Germania) e 40/48% (Regno Unito) si applicano – in  aggiunta al citato 34% – sui rendimenti (futuri) dei capitali scudati (cui altrimenti si sarebbe dovuta applicare l’euroritenuta del 35%) [Francesco Donà].

2.    Che la Svizzera sia disponibile a concedere all’Italia le stesse condizioni offerte a Germania e Regno Unito è, addirittura, più che probabile. I (presumibili) capitali italiani in Svizzera superano quelli tedeschi ed inglesi e le banche svizzere hanno, palesemente, come obiettivo quello di preservarne per loro stesse la gestione anche negli anni a venire. Obiettivo ottenibile attraverso questa formula. [Arnaldo Mauri]

3.    Le informazioni ottenibili dalla Svizzera attraverso gli accordi di scambio di informazioni sono attivabili mediante richiesta caso per caso dell’Amministrazione Finanziaria procedente al fisco svizzero. Quindi, al momento, niente lista con nomi. [Massimo Vannucci]

4.    Che il protrarsi infruttuoso della discussione provochi un po’ di panico è vero. Che spinga altresì a “portare i soldi in Svizzera” è, purtroppo, una constatazione – ancorché irrazionale – di questi giorni.[Michelangelo Casiraghi]

Tommaso  Di Tanno

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