Lavoce.info

Categoria: Fisco Pagina 68 di 84

LE OMBRE SULLA DETASSAZIONE DEGLI AUMENTI CONTRATTUALI

Le ipotesi di detassazione degli incrementi di retribuzione derivanti dalla contrattazione di primo e secondo livello suscitano perplessità. Intanto bisognerebbe chiedersi se l’agevolazione fiscale sia la via più idonea per incentivare la crescita della produttività e i conseguenti aumenti di salario. E’ sicuramente la più facile, ma non necessariamente la più efficace ed efficiente. Vanno evitati effetti di elusione fiscale. In ogni caso, gli incentivi dovrebbero essere tali da non compromettere l’equità e la coerenza del prelievo nel suo insieme.

L’ACCISA CHE INFIAMMA LA BENZINA

Al di là degli aspetti tecnici, i meccanismi automatici di sterilizzazione degli incrementi del prezzo del barile attraverso la fiscalità pongono alcuni problemi. Intanto, ha senso fissare per legge una soglia di prezzo del petrolio? E in caso, non si dovrebbe anche aumentare l’accisa per mantenere inalterato il costo dei carburanti? Né i prodotti petroliferi sono gli unici inflattivi. Soprattutto però è sbagliato il messaggio. Perché non bisogna mai dimenticare che il petrolio è una risorsa esauribile e il suo consumo produce effetti negativi sull’ambiente.

DOVE VA LA TASSAZIONE DELLE SOCIETA’

La revisione della tassazione delle società è una delle principali novità della Finanziaria 2008. Semplificazione, razionalizzazione, certezza delle norme sono le priorità. Ma la riforma si articola in varie direzioni, forse con troppi obiettivi. Molto dipenderà anche dalla sua effettiva applicazione. Drastica la riduzione delle aliquote legali di imposizione, una necessità dovuta alla concorrenza fiscale fra paesi della Unione Europea. Difficile dire chi pagherà meno e chi di più. I possibili disincentivi alla trasformazione in società di capitali.

I POVERI FUORI DALL’AGENDA

La manovra approvata al Senato accentua gli squilibri redistributivi. L’intervento sull’Ici è diventato ancora più corposo, perché di fatto rivolto alla grande maggioranza dei proprietari, senza vincoli di ampiezza della abitazione né di reddito. Che invece rimangono per gli affittuari, tra i quali si concentrano persone e famiglie a reddito modesto e povere. Il bonus incapienti, l’unica misura fortemente redistributiva a favore dei più poveri, è non solo meno generoso, ma concepito come una tantum. E del reddito minimo non si parla neanche più.

UN TAGLIO POCO FEDERALE

Il taglio dell’Ici, deciso unilateralmente dallo Stato, è assai poco coerente con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia tributaria degli enti territoriali. Ma la questione è più generale e riguarda l’incompleta transizione dell’ordinamento italiano verso assetti autenticamente federali, anche in materia fiscale. Occorre attuare quanto prima un compiuto federalismo fiscale, che assegni a ciascun livello di governo una competenza esclusiva in ordine alla disciplina e alla gestione dei propri tributi.

CONSIDERAZIONI (CRITICHE) SUL 5 PER MILLE

Diverse voci della politica e della società civile hanno chiesto che il 5 per mille sia rafforzato per divenire un sistema stabile e generalizzato per il sostegno delle attività del terzo settore e della ricerca. Si tratta di uno strumento di finanziamento che di per sé presenta indubitabili aspetti positivi. Ma che si rivela anche assai delicato. Soprattutto se assunto come modello di riferimento, rischia di alterare gli equilibri nelle politiche di welfare e di dare un’attuazione distorta al principio costituzionale di sussidiarietà.

UNA TASSA CONTRO IL CIBO SPAZZATURA *

L’obesità è in crescita in molti paesi dell’Europa occidentale, sulla scia di quanto è già avvenuto negli Stati Uniti, dove è soprappeso il 30 per cento della popolazione. Con conseguenti problemi per la salute e costi diretti e indiretti per la società. La soluzione più efficace sembra essere una tassazione ad hoc sugli alimenti eccessivamente calorici. Andrebbe a colpire i più poveri e i più giovani che sono i grandi consumatori di cibo spazzatura. Ma potrebbe spingere l’industria agro-alimentare a produrre nuovi prodotti, meno grassi e con meno zuccheri.

CHI GUADAGNA DALLA MANOVRA

Se l’obiettivo è rendere più equa la distribuzione dei redditi, nella manovra finanziaria per il 2008 non mancano le zone d’ombra. Sicuramente positivi gli effetti redistributivi delle misure a favore degli incapienti, ovvero contribuenti che generalmente non possono beneficiare degli sgravi d’imposta, anche se limitata per il 2007. Ma dal 2008 si introducono benefici permanenti per affitti e Ici che si concentrano su una parte più alta della distribuzione dei redditi e riducono l’impatto positivo sui veri poveri.

LA SINISTRA, I BOT E IL TABU’ DELLA NOMINATIVITA’

La redistribuzione è l’unico motivo che giustifica la tassazione di interessi e dividendi. Ma allora sarebbe necessario assoggettarli alla medesima aliquota che il contribuente paga sul reddito da lavoro. E’ la soluzione adottata in molti paesi, a cominciare dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. In Italia invece si preferisce un’aliquota unica su tutte le rendite finanziarie. Anche al 20 per cento ridistribuisce …  ma favore dei ricchi. Diversamente da ciò che molti pensano, questo sarebbe il momento giusto per modificare il trattamento fiscale dei titoli di Stato.

FAMIGLIE E IMPRESE NELLA MANOVRA FINANZIARIA 2008

La manovra opera una parziale restituzione dell’extra-gettito. Ne beneficiano le famiglie: in particolare incapienti e proprietari di prima casa con redditi inferiori a cinquantamila euro. Molti sono anche gli interventi fiscali per società e imprese. Si preannunciano a costo zero, ma potranno avere effetti di rilievo sia sulla competitività che sulla ripartizione del carico fiscale fra i diversi soggetti. Prevalentemente improntate alla semplificazione sono le misure per le piccole imprese.

Pagina 68 di 84

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén