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Categoria: Lavoro Pagina 32 di 113

Italia che resti, Italia che vai. E non torni

Nel 2017 sono andati all’estero 117 mila italiani e solo 40 mila vi hanno fatto ritorno. È una perdita di capitale umano e sociale. Potrebbe trasformarsi in un’opportunità. A patto di sviluppare collaborazioni tra chi parte, chi rimane e chi torna.

Cosa è cambiato e cosa no nel mondo del lavoro*

Il decreto dignità voleva essere la “Waterloo del precariato”. Ma la precarietà non dipende solo dalle forme contrattuali. Il problema è l’economia debole. Mentre il sistema degli ammortizzatori è ancora limitato. E le politiche attive non incidono.

La Cassazione e il Jobs act

La recente sentenza della Corte Suprema sui licenziamenti ingiustificati conferma un principio in sé ovvio. Ma l’applicazione di questo principio nel caso concreto sembra indicare il persistere di una “fronda giudiziale” contro la riforma dei licenziamenti del 2012-2015.

L’unità sindacale possibile

L’appello del 1° maggio non sembra poter preludere davvero al superamento delle divergenze tra Cgil Cisl e Uil. Il massimo di unità sindacale oggi possibile è probabilmente un avviso comune al governo per una legge leggera su rappresentanza ed effetti della contrattazione collettiva.

Se l’Italia si disoccupa dei giovani

L’Italia non si occupa dei suoi giovani. Non si tratta solo della condizione lavorativa, ma del ruolo delle nuove generazioni all’interno dei processi di innovazione e sviluppo competitivo del paese. Lo mostrano i dati e il modo di raccontare la realtà.

Perché le aziende non amano il part-time

Le statistiche rivelano che il lavoro part-time è meno produttivo ed è pagato di più: per questo le aziende spesso non lo concedono. Ma è uno strumento fondamentale di conciliazione vita-lavoro. Occorre perciò che lo stato lo agevoli con alcune misure.

Lavori che muoiono e nascono con rivoluzione digitale

La rivoluzione digitale ridefinirà radicalmente la domanda e l’offerta di lavoro. Le previsioni indicano però che il saldo tra posti perduti e generati dovrebbe essere positivo. A patto di avere una visione di sistema, che in Italia per ora manca.

Il lato perverso della contrattazione centralizzata

In molti paesi europei, i salari sono determinati da accordi collettivi che sulla carta dovrebbero far aumentare i salari e ridurre le disuguaglianze. Ma un confronto Italia-Germania mostra che il sistema italiano genera squilibri regionali costosi per tutti.

“Lavorare meno, lavorare tutti” sogno o realtà?

È possibile lavorare meno e tutti, quello che conta è la produttività. Ridurre l’orario di lavoro per decreto non è perciò una grande idea. Ma una discussione sull’organizzazione dell’orario di lavoro, soprattutto nei contratti collettivi, sarebbe utile.

Quando i lavoratori si comprano l’azienda in crisi*

Sono molte in Italia le aziende a rischio di chiusura rilevate e rilanciate dai loro stessi lavoratori. In questo modo si salvaguardano l’occupazione e le competenze acquisite. Il ForumDD propone quattro linee di azione per sostenerne la diffusione.

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