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Anni vissuti sul filo del rasoio

Dalla revisione sui dati di finanza pubblica del triennio 2001-2003 e dall’andamento nel 2004 apprendiamo di aver vissuto gli ultimi anni sul filo del rasoio del limite del 3 per cento. Per il 2005, le maggiori incertezze riguardano lÂ’effettiva realizzabilità di alcune misure decise nella Finanziaria. E non mancano le una tantum, comprese quelle che producono costi per il futuro. Ancora una volta si conferma che il sistema di controllo della spesa pubblica è poco efficace e trasparente, incapace di raccogliere le informazioni in modo completo e tempestivo.

L’ambigua privatizzazione della Rai

Il sistema scelto per la privatizzazione della Rai presenta alcuni risvolti paradossali e finirà per creare inevitabilmente effetti distorsivi nel mercato. A danno dei cittadini che pagheranno un canone pubblico a vantaggio di azionisti privati. O a danno degli azionisti privati che avranno investito capitali in un’azienda che sussidia un servizio pubblico. Sul mercato dovrebbe casomai andare una società svincolata dal servizio pubblico, con i medesimi obblighi di affollamento del concorrente e per la quale non esistono più legami così stringenti con la politica.

Settore bancario, la miglior difesa è l’attacco

Il mercato europeo del corporate e investment banking non è impenetrabile. Il successo di attori regionali europei fa ritenere che vi sia ancora spazio per operatori italiani che sappiano cogliere la sfida. I costi legati alla fusione di grandi gruppi, per esempio l’emergere di posizioni dominanti in alcune regioni, sarebbero di gran lunga compensati dai benefici che ne conseguirebbero per l’intera economia. Una specializzazione nelle attività all’ingrosso potrebbe anche favorire il processo di crescita dimensionale delle medie imprese italiane.

Le banche estere sono cattive?

Il dibattito degli ultimi mesi sembra dare per scontato che la presenza di banche straniere sia dannosa per il nostro sistema economico. Mentre l’esperienza mostra che è vero il contrario. Nel paese di destinazione dell’investimento estero si ha una crescita dell’efficienza complessiva del sistema bancario, con effetti positivi sullÂ’intera economia. Se invece si crede che il sistema bancario italiano non sia ancora pronto per fronteggiare la concorrenza delle grandi istituti europei si apre un’altra questione: perché considerare terminata la sua ristrutturazione?

Banche: i costi della mancata concorrenza

Gli ultimi dati aggiornati da Cap Gemini confermano che in Italia i costi dei servizi bancari sono più alti rispetto agli altri paesi Ocse. Riproponiamo ai nostri lettori un intervento che documentava i costi della mancata concorrenza in Italia e alleghiamo le nuove tabelle tratte dallo studio Cap Gemini.

Aprendo il pacchetto

Il Governo ha finalmente presentato alle parti sociali il pacchetto sulla competitività. Molti provvedimenti.  Quelli sugli ordini professionali o sul diritto fallimentare, sono condivisibili. Altre misure non fanno che correggere distorsioni introdotte nel passato da questo stesso esecutivo. Su altre ancora pesa l’interrogativo dell’adeguatezza delle risorse stanziate. Ai lettori de lavoce.info proponiamo un’analisi ragionata per grandi capitoli (con interventi di Tito Boeri, Andrea Boitani, Massimo Bordignon, Francesco Daveri, Francesco Giavazzi, Cecilia Guerra, Daniela Marchesi, Roberto Perotti e Michele Polo) nell’auspicio di contribuire al dibattito su come affrontare i nodi della competitività dell’economia italiana.

L’onda anomala del turismo responsabile

Dopo le devastazioni dello tsunami, la corsa al ripristino delle attività turistiche fa emergere questioni etiche e pragmatiche sullo sviluppo del settore nei paesi colpiti. La programmazione degli investimenti a breve termine per accelerare la ripresa potrebbe portare all’aumento del divario tra l’attività turistica e la realtà locale. Va invece favorita l’adozione di un approccio integrato e sistemico, accompagnato da efficaci metodi di valutazione e monitoraggio. Solo così il turismo potrà essere un volano di sviluppo per le aree economicamente svantaggiate.

La prevalenza del Trattato

Il Patto di Stabilità non esaurisce la disciplina europea delle finanze pubbliche. Al di sopra si pongono le disposizioni del Trattato, in particolare l’articolo 104 che istituisce una procedura per i disavanzi eccessivi. Le regole del Trattato e quelle del Patto si ispirano però a principi divergenti: di flessibilità e discrezionalità, le prime; di rigidità e automatismo, le seconde. Improponibile una revisione del Trattato, non è senza difficoltà una modifica del Patto. Probabile, dunque, una soluzione intermedia

Ritorniamo a Maastricht

Non c’è bisogno di un’ulteriore revisione del Trattato: è sufficiente sfruttare gli spazi di manovra offerti dalle regole esistenti. La Costituzione europea fissa i principi: non consente che i disavanzi aumentino o restino inalterati, ma lascia ampi margini di discrezionalità ai governi e al Consiglio. Alla Commissione spetta il compito di verificare il rispetto dei principi, alla luce degli standard applicativi. E perché la disciplina europea risulti effettiva, sono cruciali l’accuratezza e la omogeneità dei dati sui risultati conseguiti dai governi.

Effetto tsunami

Esiste un nesso tra tsunami e cambiamenti climatici? Le opinioni sono contrapposte, la cautela è d’obbligo. Più interessante e utile è chiedersi se le conseguenze socio-economiche dei disastri naturali possano illuminare circa le conseguenze socio-economiche dei cambiamenti del clima. E lo tsunami offre una opportunità quale esperimento naturale per valutare le conseguenze nefaste dei mutamenti climatici. La chiave di lettura che proponiamo è che ripensare agli effetti dello tsunami è come vedere il film degli effetti del riscaldamento globale a velocità accelerata.

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