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Le imposte di Tremonti

Il suo progetto di riforma fiscale è rimasto incompiuto non solo perché costosissimo, ma anche perché sono emersi gli importanti effetti redistributivi impliciti nel passaggio a un’imposta sui redditi a due aliquote, 23 e 33 per cento. I tagli alle tasse legati alla Tremonti bis e al primo modulo di riforma Irpef non si sono autofinanziati perché non si sono trasformati in un sostegno alla domanda. Resta, però, la riduzione permanente del gettito. Mentre le conseguenze di scudo e condono fiscale sull’attività di accertamento sono state e saranno molto gravi.

Quante ore in Europa?

Mentre le 35 ore sembrano destinate alla poubelle , tre economisti francesi, Olivier Blanchard, Jean Pisani-Ferry e Charles Wyplosz, discutono di ore lavorate e produttività. Secondo Blanchard, non c’è ragione di essere troppo pessimisti guardando alla performance economica dell’Europa in rapporto agli Stati Uniti. Gli europei hanno preferito destinarne una parte all’aumento del tempo libero e non a quello del reddito. Per Wyplosz, invece, l’Europa è malata di conservatorismo sociale che le impedisce di sfruttare il proprio capitale umano. Pisani-Ferry contesta la tesi secondo cui la diminuzione del tempo dedicato al lavoro sia sempre una libera scelta dei cittadini europei.

Un bilancio ad interim

E’ stato il ministro delle una tantum e ha giocato dÂ’azzardo sperando in una ripresa del ciclo e in un allentamento dei vincoli europei. Ha perso e lascia i conti pubblici in una situazione preoccupante. Eppure, rischiamo di rimpiangere Giulio Tremonti. Di fronte a un prevedibile rialzo dei tassi, dovremmo ridurre la spesa primaria che ha ripreso a crescere. Invece per il prossimo ministro delle Finanze varranno le leggi del ciclo politico, che comportano un aumento del deficit pubblico di circa mezzo punto di Pil in occasione di ogni tornata elettorale.

Due anni con lavoce.info

A lavoce.info dedichiamo il bene più scarso per tutti noi: il nostro tempo. Abbiamo deciso di continuare a farlo perché ci sembra di renderci utili, di contribuire davvero a migliorare la qualità dell’informazione economica nel nostro paese. Lo dimostra il numero dei lettori in costante crescita e la loro qualità. Alcune novità e una richiesta di aiuto per migliorare ulteriormente il servizio, cercando soprattutto di rafforzare i nostri contatti con il pubblico, le risposte alle vostre lettere e i commenti.

La Legge Gasparri, una vera best practice

Poche leggi sono entrate in vigore così rapidamente e con effetti così vasti e duraturi. O così prontamente accolte dal mercato. La carta prepagata Mediaset sul digitale terrestre, peraltro studiata nei laboratori della Rai, ne è un esempio. Intanto, la ripresa del mercato pubblicitario va a tutto vantaggio di televisione e radio, mentre la carta stampa continua a soffrire. Se lo stesso grado di attenzione e di compattezza politica dedicato alla legge sul riordino del sistema delle comunicazioni fosse stato riservato anche ad altri temi, all’economia per esempio, forse l’Italia sarebbe oggi in una situazione migliore.

Il filtro dell’autonomia

Il gioco esasperato di interrelazioni tra informazione, statistica ed economia rischia di rendere tutto indeterminato. Il rischio è più forte in Italia per la ristrettezza del mercato dei media. Invece di sognare un editore puro che non è mai esistito o un servizio pubblico super partes, è meglio favorire la crescita di soggetti che dichiarano con trasparenza i propri interessi e impegnano il proprio nome a garanzia di autonomia di giudizio e di rispetto per il lettore. Come ha fatto lavoce.info nei suoi due anni di vita.

Black out estivo sui disoccupati

L’Istat cambia il metodo di classificazione delle forze lavoro per adeguarsi a una normativa comunitaria. I dati dell’inchiesta trimestrale appena pubblicati non sono quindi confrontabili con quelli del passato. Un peccato perché si sarebbero potuti vedere gli effetti sul mercato del lavoro della Legge Biagi e dell’incremento superiore alle attese del Pil. Tra i cambiamenti più significativi, la continuità della rilevazione, con interviste che avvengono durante tutto il trimestre, e una più precisa individuazione dei lavoratori parasubordinati.

Immigrati e lavoro: tra disuguaglianze e burocrazia

Il lavoratore straniero regolarmente soggiornante viene discriminato rispetto a quello italiano sia perché si rende più onerosa la sua assunzione, sia perché il rinnovo del permesso di soggiorno è costellato di passaggi bizantini. Il mercato del lavoro richiede politiche migratorie strutturate in modo da poter reagire rapidamente ed efficacemente. Se ai lavoratori migranti si toglie la possibilità di rispondere a queste esigenze, inevitabilmente si infittiranno le fila degli irregolari.

Tre punti critici e un Ddl

Anche se i suoi sostenitori sembrano diminuire di giorno in giorno, il disegno di legge per la tutela del risparmio resta necessario e urgente e deve affrontare correttamente tre questioni per raggiungere i suoi obiettivi: equilibrio negli interventi per rimediare ai fallimenti del sistema dei controlli, riordino delle funzioni di vigilanza sui mercati per linee funzionali, indipendenza delle autorità preposte ai controlli. Un comitato ristretto per redigere rapidamente una versione finale sarebbe garanzia di solidità e qualità giuridica in materie così delicate

Il sindacato e la nuova concertazione

In passato ha permesso il risanamento, oggi la concertazione deve servire a perseguire la crescita del paese. L’obiettivo è rimuovere le cause strutturali della perdita di competitività del nostro sistema e porre rimedio alla scarsità degli investimenti Il sistema contrattuale va rimodulato per garantire il salario reale e ripartire l’aumento di ricchezza dovuto alla crescita della produttività. In questo contesto di sviluppo, ruolo e funzione del sindacato possono essere decisivi. E la loro definizione non ha bisogno di alcun provvedimento legislativo.

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