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Parola di Authority

Intervista a Pippo Ranci, presidente dell’Autorità dell’energia elettrica e del gas, sulla liberalizzazione dei mercati energetici, a cura di Michele Polo.

Il processo è a buon punto per il settore elettrico, anche se resta la questione della posizione dominante dell’Enel nella generazione. Più difficoltà per il gas, soggetto a contratti di lungo periodo. Criteri di trasparenza nel fissare le tariffe. Da sfatare la leggenda che liberalizzare implichi una peggiore qualità del servizio. E sull’indipendenza delle autorità ribadisce che la politica ha tutto da guadagnarne perché crea fiducia negli investitori e nei consumatori.

Se la liberalizzazione finisce al buio

I black out e le interruzioni programmate dell’estate ci rivelano quanto il problema della sicurezza del sistema sia stato trascurato nell’approccio seguito per l’apertura alla concorrenza del settore elettrico. Il caso americano dovrebbe far riflettere i federalisti a oltranza sui rischi che derivano da legislazioni troppo frammentate. Quanto all’Italia, ha il vantaggio di una rete strutturata da un monopolista, ma resta da verificare l’efficacia dei recenti interventi del Governo per sopperire alla scarsità dell’offerta.

La statistica vale più di una citazione

Nella bozza di Costituzione europea solo un accenno alla materia e nessun riferimento esplicito dell’esistenza di un Sistema statistico europeo. Eppure, è già stata raggiunta una notevole integrazione tra sistemi nazionali e un ulteriore passo avanti servirebbe a dare a politici e operatori strumenti migliori per competere con gli altri grandi paesi industrializzati. Il riconoscimento di una statistica comunitaria e la definizione dei principi sui quali si deve basare sono invece fondamentali per lo sviluppo della democrazia oltreché dell’economia.

Sarà strutturale?

Sembra esserci l’accordo nella maggioranza sulla riforma delle pensioni. Dal 2008 si chiuderà uno dei due canali di accesso alle pensioni di anzianità. Tentiamo una prima valutazione sulla base dei (pochi) dati disponibili. Vi è il rischio di forti fughe verso le anzianità da qui al 2008, che potrebbero compromettere i risparmi successivi. Inoltre, aumenterebbero le disparità di trattamento, accentuando la complessità del sistema.

Consumi e distribuzione del reddito

Prezzi alle stelle, negozi vuoti: così viene percepita la situazione attuale in Italia. Eppure, dati alla mano, non è vero che i consumi degli italiani ristagnano. Piuttosto muta la loro composizione e, soprattutto, aumenta la quota di beni e servizi acquistati all’estero grazie al rafforzamento della nostra moneta. D’altra parte, i prezzi interni e quelli al consumo crescono di pari passo. C’è dunque una redistribuzione del reddito fra produttori, a favore delle strutture meno concorrenziali. Che ha come contraltare una più ineguale distribuzione del potere d’acquisto delle famiglie, nonostante le misure adottate a beneficio dei redditi medio bassi. Chissà cosa succederà quando si ridurranno le imposte su quelli più alti.

Quando Tremonti ha ragione

Diminuire le imposte è inutile perché un eventuale taglio non servirebbe a stimolare consumi e produzione, ma solo ad aumentare il risparmio. Lo dichiara il ministro dell’Economia citando a riprova delle sue affermazioni i risultati della Finanziaria, che pure ha ridotto alcune aliquote Irpef. È perfettamente vero. Le famiglie cercano di mantenere un livello di consumo stabile e reagiscono in modo diverso a variazioni di reddito percepite come temporanee o permanenti. Se gli italiani hanno continuato a risparmiare è perché hanno giudicato la riforma fiscale dello scorso anno poco credibile e certo non destinata a durare nel tempo.

Lo sciopero del carrello

Una giornata senza acquisti. È stata promossa da alcune associazioni dei consumatori contro quello che viene considerato un generalizzato rialzo dei prezzi. È un’iniziativa positiva? Al di là di anacronistiche tentazioni di ritorno a calmieri e prezzi amministrati, può contribuire a formare un’opinione pubblica che spinga per attuare la riforma del commercio al dettaglio, liberalizzare alcuni servizi i cui costi gravano sulle imprese e, magari, opporsi ai protezionismi agricoli. Perché mercato e concorrenza sono il migliore e più efficace avvocato dei consumatori.

Università: un’autonomia difficile

Il governo sembra voler prendere in esame alcune misure di modifica dei rapporti tra Ministero e Università che lavoce.info aveva già trattato all’inizio dell’estate. Riproponiamo ora questo dibattito con un nuovo intervento di Giovanni Azzone.

Se mille poliziotti vi sembran pochi

La risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini continua a privilegiare la quantità sulla qualità. Numero di agenti e spesa in questo settore sono più che adeguati alle necessità italiane. Quello che manca, invece, è la volontà di affrontare i nodi che impediscono un loro utilizzo efficace ed efficiente. A cominciare da una chiara divisione di compiti tra le varie forze dell’ordine. E da stipendi che tengano conto della diversità dei compiti svolti.

Calcio in tv, va in onda la crisi

I diritti televisivi sono stati un fattore scatenante della crisi finanziaria delle squadre italiane. Perché le società hanno dovuto trasferire ai giocatori buona parte di questi inaspettati e improvvisi ricavi. D’altra parte, la necessità di assicurarsi le esclusive ha alzato i prezzi e diminuito la remuneratività delle partite in tv. E tutti ne hanno sopravvalutato il potenziale di sviluppo. Ma se le emittenti possono permettersi di trasmettere in perdita per un breve periodo, alle squadre per pareggiare costi e ricavi non resta che abbassare gli stipendi dei calciatori.

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