l pacchetto Bersani raccoglie molte indicazioni dell’Autorità antitrust e comprende tanti interventi, alcuni buoni, altri forse solo di facciata. Agisce su settori ad alto impatto sull’economia, come quello assicurativo o la distribuzione di carburanti, o nell’avvio di una borsa all’ingrosso del gas naturale. Discutibili invece i provvedimenti sulla ricarica dei cellulari e sui mutui. Sembra un quadro frammentato, ma assomiglia piuttosto a un puzzle, ove alla fine i diversi pezzi acquisiscono una loro coerenza. Da perfezionare, ma per ora bene così.
Categoria: Argomenti Pagina 932 di 1082
- Banche e finanza
- Concorrenza e mercati
- Conti Pubblici
- Disuguaglianze
- Energia e ambiente
- Famiglia
- Fisco
- Gender gap
- Giustizia
- Immigrazione
- Imprese
- Informazione
- Infrastrutture e trasporti
- Internazionale
- Investimenti e innovazione
- Lavoro
- Mezzogiorno
- Moneta e inflazione
- Pensioni
- Povertà
- Sanità
- Scuola, università e ricerca
- Società e cultura
- Stato e istituzioni
- Turismo
- Unione europea
In Italia la prima rata di pensione arriva in media intorno ai 56,8 anni per gli uomini e 57,1 per le donne. I confronti internazionali mostrano che siano tra i paesi con l’età di uscita dal mondo del lavoro più bassa, addirittura al primo posto fra gli stati europei considerati. Vogliamo aumentare ancora questo divario? Senza prendere decisioni estreme, forse non sarebbe così sbagliato cercare almeno di allinearci alla media europea.
La capitalizzazione nazionale estende a tutti l’accesso a uno stesso tasso di rendimento a rischio basso o nullo, grazie al finanziamento a ripartizione e al patto intergenerazionale su cui si regge. Al contrario, la capitalizzazione reale indirizza i capitali previdenziali verso le opportunità migliori, entrando direttamente nel processo di produzione di ricchezza reale. E’ necessario costruire un modello nuovo, fondato su di un mix dei criteri di calcolo e finanziamento, per produrre effetti positivi sia per il lavoratore-investitore sia a livello aggregato.
I risultati di un’indagine campionaria Istat sulle nascite. Più della metà delle donne intervistate desidera un secondo bambino, ma rinuncia. Perché i figli costano e perché è difficile conciliare famiglia e lavoro. Mentre aumentano le preoccupazioni per le responsabilità di cura. Per le quali ci si affida all’aiuto dei nonni, mentre i padri contribuiscono assai poco al lavoro familiare. Ma sono soprattutto le madri del Sud a trovarsi in maggiore difficoltà: hanno a che fare con un mercato del lavoro più difficile e con un sistema dei servizi più carente.
Undici milioni di lavoratori sono chiamati a decidere sulla destinazione del loro Tfr. Una scelta complessa per diversi motivi. Alla previdenza complementare spetta infatti il compito di compensare il minore livello di copertura fornito dal pilastro pubblico obbligatorio. Utile guardare all’esperienza degli Stati Uniti. Ma ancor di più sarebbe auspicabile il varo di un codice di autodisciplina volto a dettare norme di comportamento omogenee e tutti i soggetti che sollecitano l’adesione ai fondi pensione dovrebbero impegnarsi a osservarle.
Tre interventi sull’Irpef in pochi anni. Con obiettivi distributivi diversi. Qual è l’impatto totale sui redditi degli italiani? Stime calcolate su un campione rappresentativo di famiglie ci dicono che il primo modulo è stato favorevole ai redditi medio-bassi e ha interessato poco gli altri. Il secondo ha beneficiato in modo particolare la coda superiore della distribuzione. La Finanziaria 2007 avvantaggia i redditi medio-bassi, ma in misura trascurabile i poveri, e riduce quelli alti. Gli incrementi delle addizionali e l’obiettivo di una maggiore equità.
Sulla base di stime macroeconomiche, le misure che la legge Finanziaria ha previsto a compensazione delle imprese per la perdita del Tfr sembrano più che adeguate. La soglia dei 50 addetti non sembrerebbe configurarsi, almeno dal mero punto di vista contabile, come un ulteriore vincolo alla crescita dimensionale. Il settore pubblico resta l’unico attore che potrebbe essere interessato a un andamento lento della previdenza integrativa, confermando l’esistenza di un “conflitto di interessi” su questo tema.
Benché le storie contributive dei lavoratori siano molto diverse tra loro, abbiamo tentato una valutazione di convenienza relativa delle alternative a disposizione di chi si trova di fronte alla scelta se lasciare il futuro Tfr in azienda oppure conferirlo a un fondo pensione. Il montante derivante da un fondo chiuso, a parità di contribuzione, è sempre preferibile al Tfr, particolarmente per orizzonti temporali lunghi. Per i fondi aperti, i risultati sono più incerti, perché si ha maggiore volatilità e maggiori costi di gestione. Gli effetti della diversa tassazione.
L’analisi dei bilanci degli ultimi anni del Gruppo Autostrade mostra che il fatturato netto è in costante crescita, il rapporto tra valore aggiunto e fatturato netto è abnorme, la redditività delle vendite è decisamente elevata, così come quella del capitale di rischio. Cala solo il Roi, a causa dell’incorporazione nella molto indebitata NewCo28. Ma proprio questo è il dato utilizzato dal Nars per valutare gli adeguamenti dei pedaggi. Alla fine saranno dunque gli utenti a sostenere il costo di tutta l’operazione? L’Authority per i trasporti è sempre più urgente.
La Finanziaria 2007 consente agli enti locali di incrementare le addizionali Irpef e Irap. Che interessano anche i redditi più bassi. Chi le adotta, dunque, minerebbe l’azione redistributiva decisa dal governo. Non è così. Perché l’Irpef come strumento redistributivo ha molti limiti. E perché non è solo con il prelievo che si attua la redistribuzione. Buona parte della spesa comunale ha finalità dichiaratamente sociali. Bisogna quindi considerare come i comuni utilizzano le risorse aggiuntive e le possibili alternative per reperirle.