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Perché voterò Sarkozy*

Pessimi rapporti tra le parti sociali, ammortizzatori sociali costosi e inefficaci, un sistema universitario profondamente malato: sono i problemi principali della Francia di oggi. Giusto quindi andare a vedere cosa hanno da dire su questi temi i due candidati all’Eliseo. E scoprire chi fra i due abbia un’idea più chiara sulle strategie e sulle soluzioni da perseguire. Per migliorare il futuro dei giovani, diminuire la disoccupazione e impegnarsi in una vera riforma dell’università.

Ma a Telecom serve una strategia industriale

Il dibattito su Telecom Italia si incentra per lo più su questioni societarie e economico-finanziarie, lasciando in secondo piano gli aspetti industriali. Invece la strategia industriale della società è un fattore importante per lo sviluppo del paese. E nel medio-lungo periodo ne è necessaria una che sappia coniugare la piena valorizzazione delle nuove tecnologie, la possibilità di rilanciare gli investimenti nel settore, la nascita di nuove imprese e la promozione del patrimonio di competenze e asset già acquisiti.

Il peso elettorale dei sedicenni*

L’Austria sarà la prima in Europa ad abbassare il voto ai 16 anni. I motivi che hanno spinto il governo austriaco al “rivoluzionario” cambiamento valgono ancor di più per l’Italia. Ma le trasformazioni demografiche in atto sono tali che anche un allargamento così significativo dell’elettorato giovanile avrebbe di fatto solo un valore simbolico. Costituirebbe però un primo passo importante verso la valorizzazione delle nuove generazioni in un paese che finora investito poco sui giovani e, quindi, sul proprio futuro.

All’ombra delle piramidi

Il problema delle piramidi societarie torna di attualità con la vicenda Telecom. Rappresenta indubbiamente un freno alla crescita e allo sviluppo dei mercati finanziari, perciò è stato più volte affrontato in sede comunitaria ed è tuttora oggetto di discussioni. Alcuni interventi sono stati realizzati, anche nel nostro paese. Ma è l’autoregolamentazione che può fare di più, in attesa di un ripensamento complessivo della disciplina degli assetti proprietari.

Di cosa parliamo quando parliamo di reti

Si discute molto dell’infrastruttura di rete di proprietà Telecom e del destino che potrebbe subire nell’eventualità dell’arrivo di At&t. Il controllo pubblico non sembra desiderabile proprio perché si tratta di un’infrastruttura complessa e “intelligente”, che condiziona il tipo di servizi erogabili. E perché si invoca ora una “soluzione inglese”? Gli interessi degli utenti e del sistema paese richiedono operatori che abbiano adeguati incentivi, know-how e risorse finanziarie per investire nello sviluppo delle componenti hardware e software di rete.

Privatizzazioni, davvero si poteva fare meglio?

I casi Autostrade e Telecom ridanno voce ai critici delle privatizzazioni. In particolare, per la mancata liberalizzazione e regolazione delle utilities e per l’inefficienza della struttura proprietaria. Il processo di dismissione si realizzò infatti sotto i vincoli della crisi finanziaria e del timore di fallire l’ingresso nell’euro. E’ così mancata una profonda revisione delle istituzioni economiche che influenzano il mercato dei diritti proprietari. Ma non è lasciando un ruolo attivo allo Stato nel controllo delle imprese che si realizza una economia aperta.

Uno sguardo dal fondo

Tre stralci dellÂ’ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale; vengono trattati temi di particolare rilievo per gli sviluppi dellÂ’economia mondiale nei prossimi mesi: dalle possibili variazioni nei tassi di cambio, anche in considerazione di una riduzione del deficit della bilancia commerciale statunitense, alle conseguenze della frenata dellÂ’economia americana. Infine, gli effetti della globalizzazione della forza lavoro, unita a rapidi cambiamenti tecnologici, e le politiche necessarie per governare il fenomeno.

Quando la teoria è di rigore

E se i rigori venissero battuti prima dei supplementari? Una proposta apparentemente strampalata trae fondamento dalla teoria dei giochi e presenta aspetti intriganti per migliorare ulteriormente lo spettacolo calcistico nei casi in cui, dopo 90 o 180 minuti, le sue squadre sono ancora in situazione di parità. Dal punto di vista dello spettatore, infatti, sono sempre molto emozionanti. Senza contare che i supplementari diventerebbero così ancora più avvincenti.

Calcio, il fuorigioco dell’Authority

Nella sua indagine conoscitiva sul calcio professionistico, l’Agcm individua la necessità di riforme ampiamente condivisibili. Ma segna anche un netto cambiamento di rotta rispetto a sue precedenti indicazioni, senza spiegarne adeguatamente le ragioni. La vicenda del calcio pone allora interrogativi profondi, perché se mancano trasparenza nelle decisioni e tempestività di intervento vengono meno due delle principali ragion d’essere di una autorità indipendente.

La partita più lunga

Il sistema degli stadi è largamente superato nei modi di gestione e nella ripartizione dei relativi oneri tra club e amministrazioni pubbliche, proprietarie degli impianti. Il tavolo di concertazione previsto dal “decreto Amato” potrebbe essere l’occasione perché l’intervento pubblico abbandoni la logica assistenzialistico-clientelare e imbocchi la strada di una vera e propria politica industriale volta a consolidare un settore che ha raggiunto volumi di affari di grande rilievo nell’economia nazionale, ma presenta ancora evidenti fragilità di fondo.

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