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Quanto costa il passo indietro sulla pensione dei medici

La riforma delle pensioni dei medici e di altre tre categorie produrrebbe risparmi non indifferenti per la finanza pubblica. Ma toccare i diritti acquisiti provoca reazioni. Così il governo ha scelto di continuare ad agire sui requisiti di uscita.

C’era una volta la perequazione automatica delle pensioni

Pur di fare cassa, i governi continuano a calpestare i criteri che la perequazione delle pensioni deve rispettare. Le risorse devono arrivare da un’età media al pensionamento più consona al paese col maggior quoziente di dipendenza old age nell’Ocse.

Pensioni senza un’idea di futuro

Agli interventi sulle pensioni previsti dalla legge di bilancio manca una visione complessiva e lungimirante. Invece di favorire la pensione anticipata, bisognerebbe pensare a come raggiungere la sostenibilità finanziaria e sociale del sistema.

Maglie più strette per l’anticipo della pensione

In vista della legge di bilancio, il segnale sulle pensioni è chiaro: in un contesto di bassa crescita economica, incipiente inverno demografico e alta incertezza, si restringe lo spazio per le uscite anticipate. Resta poi la questione dell’indicizzazione.

In pensione, ma part-time

Tra le novità della prossima legge di bilancio potrebbe esserci la pensione part-time, ripresa dal modello svedese. Se fosse ben disegnata, potrebbe rappresentare un utile elemento di flessibilità. Altrimenti, renderà ancora più complicato il sistema.

Le iniquità del metodo contributivo

Nel 1996 la riforma Dini ha introdotto il metodo di calcolo contributivo nel nostro sistema pensionistico. Dopo oltre 25 anni, il periodo di transizione non è completo né sono state sanate alcune iniquità, in particolare sui coefficienti di trasformazione.

Sulla riforma delle pensioni c’è una via di uscita *

Una possibile soluzione per arrivare a una riforma previdenziale senza pesare sui conti pubblici è sostituire le pensioni di vecchiaia e di anzianità con un assegno calcolato sul montante contributivo versato, integrata per i lavoratori in regime misto.

L’Italia si è davvero dotata di un sistema contributivo?

Il sistema contributivo italiano è una rozza approssimazione del modello Ndc varato in Svezia nel 1998. Lacune ed errori impediscono gli scopi per i quali fu scelto. La classe politica sembra inconsapevole e assume provvedimenti ulteriormente peggiorativi.

“Opzione donna”, la flessibilità non abita più qui

“Opzione donna” ha rappresentato uno dei pochi strumenti di autentica flessibilità in uscita che un sistema contributivo ben disegnato dovrebbe avere. L’aver reso molto difficile l’accesso alla misura risponde solo a ragioni di contenimento della spesa.

Come ridurre il cuneo fiscale

La pressione contributiva italiana è certamente alta e occorre ridurla. Ma bisogna considerare gli effetti sul montante contributivo. Per compensarli, va prolungata la durata della contribuzione aumentando l’età al pensionamento, spesso ancora troppo bassa.

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