Il declino economico dell’Europa rispetto agli Stati Uniti si basa sull’osservazione che a partire dai primi anni Novanta il divario tra i rispettivi Pil pro capite ha ripreso ad allargarsi. Ma questo dato non è una misura adeguata del successo economico di un paese perché trascura la produzione non per il mercato e gli investimenti immateriali. Tuttavia, anche se prendiamo in considerazione le due voci, la situazione non migliora. Anzi, il declino relativo dell’Europa potrebbe essere ancora più marcato di quanto appare dalle statistiche ufficiali.
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Merito indiscutibile del processo di riforma dei servizi di pubblica utilità, avviato a metà anni Novanta, è l’aver attribuito una dimensione imprenditoriale alla loro organizzazione. Proprio ciò che ora viene rimesso in discussione, in particolare per quanto riguarda il servizio idrico. Si diffonde infatti una prorompente voglia di municipalizzazione. Ma come possono asfittiche e anacronistiche aziende pubbliche, monopolizzate dalla politica, con microscopici bacini di utenza, raccogliere la sfida tecnologica e industriale di questi settori?
Se si considera che la manovra avrà scarso impatto sull’occupazione e che i costi per il bilancio saranno elevati, la defiscalizzazione degli straordinari sembra proprio una cattiva idea. E’ sbagliato decidere per legge l’orario di lavoro, meglio sarebbe lasciare libere le parti sociali di trovare un accordo, settore per settore. Però, il provvedimento contribuirà comunque a ridurre il costo del lavoro e ad aumentare le ore lavorate. Un bene per l’economia francese. Anche se per raggiungere gli stessi scopi esistono altri strumenti, meno distorsivi.
Dopo la vicenda Telecom si sono levate forti critiche all’attuale legislazione in materia di Opa e sono state avanzate numerose proposte. Se le prime sembrano non del tutto meritate, le seconde possono creare più problemi di quanti ne possano risolvere. In particolare, l’idea di consentire alla Consob di imporre discrezionalmente l’Opa obbligatoria ogni volta che si accerti il passaggio del controllo. Ma è il clima economico e politico generale, più che i dettagli tecnici della legge, a ingessare il mercato del controllo proprietario italiano.
Il suo valore è scarso se si guardano profitti, qualità dei servizi, flotta e capacità manageriali. Tuttavia, la disastrata compagnia di bandiera gode di slot aeroportuali molto pregiati a Roma, Milano e nelle grandi città europee. Ma sulle rotte extra-europee le posizioni monopolistiche si stanno erodendo. E la liberalizzazione danneggerà le società meno efficienti. Quindi un investitore razionale ha interesse a intervenire se può garantirsi protezioni pubbliche contro l’apertura alla concorrenza e la diffusione dei servizi low-cost. A danno degli utenti.
Proibizione del tasso di interesse, equiparato a usura, e di tutto ciò che è incertezza. Sono i concetti fondamentali dell’agire economico islamico. Quale ruolo può rivestire in Europa la finanza islamica? La situazione di gran parte degli immigrati non li rende un target appetibile per le grandi banche. Il loro interesse sembra diretto ad attrarre il risparmio e gli investimenti dei capitali orientali in fuga dagli Stati Uniti. Ma non è una buona strategia perché, su questo, i paesi del Gulf Cooperation Council si stanno attrezzando per fare da soli.
Il sistema di ricerca italiano è scarsamente meritocratico e l’introduzione di meccanismi di valutazione del merito, a tutti i livelli, costituisce una priorità assoluta. Il progetto di istituire una Agenzia di valutazione è perciò un primo passo nella giusta direzione. Tuttavia, è preoccupante la scelta di costituire un comitato direttivo composto da sette membri con incarico full-time e di conseguenza staccati dall’attività di ricerca sul campo. E la vastità del compito assegnato all’Anvur potrebbe rimandare a tempi lunghi l’ottenimento di risultati e l’impatto sul sistema.
La linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione è oggi uno dei più importanti progetti infrastrutturali nel mondo intero. Il costo complessivo è stimato ufficialmente in 16 miliardi di euro. Si tratta di un progetto socialmente desiderabile? Un tentativo di analisi costi-benefici fornisce risultati molto negativi. Non solo il debito aggregato di Italia e Francia aumenterà di 16 miliardi, ma la gestione dell’opera andrà ad accrescere il loro deficit per i quaranta anni successivi alla sua apertura.
Diversi studi suggeriscono che i provvedimenti di incentivazione all’innovazione servono probabilmente solo a rendere più conveniente l’investimento alle imprese che avrebbero comunque investito. Anche senza rinunciare alle erogazioni pubbliche, si potrebbero rivedere gli impieghi. Concentrandosi su infrastrutture, accesso al capitale umano e al credito, legalità e chiarezza contrattuale. Eventuali provvedimenti diretti alle aziende, dovrebbero avere obiettivi chiari e specifici. Ma soprattutto dovrebbero essere verificabili e reversibili.
Il tasso di crescita del Pil rallenta nel primo trimestre 2007. Ma non sono le inevitabili oscillazioni trimestrali a dover preoccupare. Nel 2006 la crescita dell’economia italiana è quasi interamente spiegata dall’aumento delle unità di lavoro, mentre la produttività del lavoro è rimasta quasi ferma. La stagnazione aggregata è però la combinazione di dati molto differenziati tra l’industria e i servizi privati. La produttività va male nel settore immobiliare e laddove i vincoli infrastrutturali e di mancanza di concorrenza pesano di più.