Scarse le risorse per i comuni nel disegno di legge di bilancio. Ci vorrebbe di più per mettere in sicurezza edifici e territorio. Almeno si potrebbero abolire i vincoli sul lato delle entrate. Invece, a parte Tari e imposta di soggiorno, rimane il blocco delle aliquote. Se un sindaco voleva dare nuovi servizi alla città dovrà rimandare. L’equo compenso ai professionisti è un modo per reintrodurre le tariffe minime professionali, già abolite senza rimpianti. Alla sua riproposizione nella legge di bilancio si oppone preventivamente l’Autorità garante della concorrenza. Nella “finanziaria” arrivata alla Camera c’è anche la web tax che anticipa la normativa Ue allo studio. Il rischio è che la norma scivoli proprio sulle regole europee generali perché potrebbe prevedere trattamenti diversi tra le imprese stabilite in Italia e quelle che operano dall’estero.
Con 85 euro mensili di aumento si chiude il contratto del pubblico impiego? No. Rimane in ballo la complessa parte normativa, dall’assenteismo al part-time. E in più, oltre ai 2,8 miliardi per l’aumento ai dipendenti delle amministrazioni centrali, se ne dovranno trovare altrettanti per quelli degli enti locali.
In un anno in Italia gli occupati a tempo indeterminato sono saliti dello 0,3 per cento, quelli a termine del 14. Tutto il contrario di quanto succede nel resto d’Europa. Se però la mobilità è oggi la prima caratteristica del mercato del lavoro, è arrivato il momento di rimodulare le protezioni dei lavoratori, come stanno facendo in altri paesi.
Categoria: Rubriche Pagina 113 di 258
- Commenti e repliche
- Documenti utili
- Dossier
- Fact-checking
- Il Punto
- La parola ai grafici
- La parola ai numeri
- Lettere
- Libri
Con la nuova legge elettorale, il governo ha ridisegnato i collegi elettorali, in funzione di tanti criteri socio-demografici. Un esercizio complesso e non neutrale che porta a compattare o dividere gruppi di votanti omogenei. Rispetto al 2013, Lombardia e Molise avranno un deputato in più, a scapito di Trentino-Alto Adige e Veneto.
Un recente rapporto Ue sull’istruzione spiega come si perpetua la disuguaglianza. Gli studenti che vanno male a scuola vengono spesso da famiglie svantaggiate. Mentre, seguiti e aiutati, i figli dei benestanti se la cavano anche se poco brillanti. Lo stesso vale nei percorsi lavorativi. Su questo la politica batte un colpo?
Vero o falso che la causa numero uno dell’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di calcio è la presenza di troppi giocatori stranieri nel campionato di A, come sostengono Salvini e Meloni? Una verifica relativa ad altri 23 paesi con il fact-checking de lavoce.info dice che i due politici dovrebbero essere più prudenti prima di puntare il dito.
In attesa di una sua improbabile vendita, il governo ha fatto salire il prestito ponte ad Alitalia a 900 milioni, cui si aggiungono 80 milioni all’anno per la cassa integrazione di 1600 dipendenti. Gli stessi soldi dei contribuenti potevano essere destinati a comprare il 20 per cento di Air France-Klm o l’intera Norwegian.
Si scoprono truffe ai danni dell’Inps che coinvolgono immigrati. Reati da punire. Che non oscurano il contributo degli stranieri al nostro sistema previdenziale: ricevono 800 milioni di pensioni e versano oltre 10 miliardi all’anno. Predisporre buoni percorsi d’integrazione potrebbe ancora migliorare questo rapporto.
I consumatori meno sprovveduti in fatto di finanza e investimenti sono per lo più maschi, istruiti, con buon reddito e conoscenze linguistiche e informatiche. E tutti gli altri? Occorre dar loro strumenti automatici di tutela passiva. Perché l’ignoranza economica ha un costo salato. Per gli individui e per la società.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle dichiarazioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni dopo la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali.
In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, guardiamo i dati del fenomeno. In Italia troviamo meno femminicidi che altrove. Ma negli altri paesi il loro numero scende nel tempo, da noi no. E ad essere particolarmente aggressivi sono i partner e gli ex. La violenza da chi non te l’aspetti.
Ben 36 italiani su cento ritengono l’immigrazione un grande problema. Nel 2012 a pensarla così erano solo 3 su cento. Del resto, l’italiano medio ritiene che gli immigrati siano un quarto della popolazione (in realtà sono il 9 per cento). La distanza tra realtà e percezione è alimentata dalle paure indotte dall’afflusso dei rifugiati. Un’altra illusione ottica riguarda la gravità degli attentati terroristici. Ci pare che l’Europa ne sia il bersaglio principale. Eppure il numero delle vittime dal 2001 ad oggi è lo 0,36 per cento del totale, mentre il tragico primato va ad Africa, Medio Oriente e Asia Meridionale.
Il braccio della vigilanza Bce intensifica il monitoraggio per ridurre i crediti inesigibili. E le banche italiane affondano in borsa. Ma i rischi sistemici potrebbero arrivare anche da altre voci, come i derivati non coperti, di ammontare ignoto e diffusi tra i grandi istituti Ue.
Nella legge di bilancio in discussione, l’obbligo dal 2019 di inviare le fatture emesse e quelle registrate in acquisto all’Agenzia delle entrate. Ne varrà la pena solo se il fisco saprà utilizzare l’enorme massa di dati e se i contribuenti si convinceranno ad adeguarsi.
Per quanto se ne discuta, la verità è che non esiste un sistema elettorale capace di indurre sempre gli eletti a comportamenti virtuosi. Uno studio recente confronta le prassi dei senatori italiani usciti da collegi uninominali (prima del 2005) con quelli scelti col voto di lista e mostra l’influenza del contesto sociale sulla loro condotta.
In un recente rapporto l’Istat ha aggiornato le stime sul peso del sommerso e dell’economia illegale che arriverebbe a 207 miliardi all’anno (il 12,6 per cento del Pil). Il peso degli stupefacenti è misurato dal lato di chi acquista, prostituzione e contrabbando di tabacco da quello di chi offre questi peculiari beni e servizi.
Tornato sulla scena politica, Berlusconi rivendica di “non aver messo le mani nelle tasche degli italiani” durante i suoi quattro governi. Il fact-checking de lavoce.info mostra però che nel 2011 l’ex Cavaliere aumentò l’Iva e mise le basi di legge per gli aumenti degli anni successivi. Altri dati che si prestano a interpretazioni di parte sono quelli sul mercato del lavoro. Dove i buoni numeri sull’occupazione sono controbilanciati dalla persistenza del tasso di disoccupazione e il mancato recupero delle ore lavorate totali. Tra le anomalie del mercato del lavoro in Italia, la più lenta crescita dei salari del mondo industrializzato da 20 anni a questa parte. Colpa della produttività stagnante, non dell’euro.
Con il mancato pagamento di 200 milioni di interessi sul debito sovrano, il Venezuela è di fatto in default. Il suo futuro è ora in mano ai principali creditori, cinesi e russi. I primi sono grandi acquirenti del suo petrolio, i secondi – meno esposti – coltivano soprattutto un interesse geo-politico nella regione.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Silvio Berlusconi che ritorna con un suo classico: le tasse.
Con la legge di bilancio l’Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri) viene incredibilmente rimandata al 2018. Per mettere in cassa 2 miliardi in più. Al costo di non attuare una buona idea (già preventivata) che uniforma le tasse sulle imprese e favorisce il reinvestimento degli utili nelle piccole e micro-aziende. Tra le pieghe della “finanziaria”, anche un condono sulle somme che le aziende farmaceutiche devono allo stato per lo sforamento dei tetti di spesa. Il tutto per un tragicomico pasticcio da miliardi di euro. Protagonisti: Agenzia del farmaco, imprese del settore, Tar del Lazio, regioni, ospedali. E contribuenti.
Elaborando i dati Istat sui permessi edilizi si possono valutare i piani casa delle regioni. Varati nel 2009 per incentivare ricostruzione e ampliamento di edifici residenziali con premi di superficie o volume in mezzo a una crisi dell’immobiliare, hanno prodotto investimenti modesti, permettendo però di sopravvivere a piccole imprese e artigiani.
Trump ha chiesto ai cinesi di aprire la finanza ai capitali esteri. Pechino ha risposto ribadendo che rivedrà complessivamente le barriere alle partecipazioni e acquisizioni estere nei settori bancario, finanziario e assicurativo. Belle parole a cui dovrebbe far seguito un’agenda chiara e credibile di riforme.
Il terzo trimestre di quest’anno ci regala una crescita dell’Eurozona allo 0,6 per cento e dell’Italia allo 0,5. Peggio dei partner europei ma un po’ meglio delle aspettative. L’economia, dunque, continua a macinare crescita. A meno che la Germania pretenda la fine del Quantitative easing della Bce.
Nel ddl bilancio 2018 vari articoli a favore di amministrazioni e popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia e nuove risorse per il Fondo investimenti che per un quinto viene utilizzato per la prevenzione dei rischi sismici. Oltre a stanziare, c’è poi da spendere bene e velocemente senza alimentare la corruzione.
Decolla a fatica l’alternanza scuola-lavoro, ora obbligatoria nelle superiori. Quando era facoltativa (dal 2005) l’hanno attivata molto più gli istituti professionali e tecnici dei licei. Eppure non ci sono dati per rispondere alla domanda più importante: quali effetti determina sulla condizione occupazionale degli ex-studenti?
Se in Italia ci sono tanti risparmiatori traditi e gabbati è anche perché, se mai li leggono, non capiscono quasi nulla dei documenti informativi finanziari. Linguaggio burocratico e criptico da una parte, ignoranza economica dall’altra. Se n’è accorta anche la Consob.
Nello sconcertante rimpallo di responsabilità tra Bankitalia e Consob su chi non ha vigilato sulle banche, in mezzo rimangono i risparmiatori con il cerino acceso in mano. Al netto di tutto c’è la tutela del risparmio da ridisegnare.
Mentre le previsioni della Commissione europea vedono la crescita italiana al traino di quella Ue per i prossimi due anni, nella finanziaria gli incentivi per le imprese che rientrano nel programma Industria 4.0 sono rafforzati. Ci sarebbe da azzerare il sostegno agli investimenti ordinari e concentrare tutto su quelli innovativi. Compresi quelli in formazione all’uso delle nuove tecnologie.
Anche quest’anno la riduzione di tasse inclusa nella manovra di bilancio consiste soprattutto nel disattivare parzialmente gli aumenti automatici delle imposte indirette previsti come salvaguardie contro i rischi di sforamento dei conti. Al prossimo Parlamento l’onere di interventi più strutturali sul fisco, specie sull’Iva. Sempre in tema di bilancio 2018, c’è da capire come gli statali beneficeranno dell’aumento di 85 euro al mese previsto nella legge. I conti vanno fatti con il nuovo regime del bonus da 80 euro per i dipendenti con salari fino a 26.600 euro annui. Ne viene fuori un quadro pieno di storture che sarebbe bene ridisegnare.
Ospitiamo un intervento di Claudio De Vincenti, ministro della Coesione territoriale che spiega come nel Mezzogiorno, sia ora lo stato a riprendersi dalle regioni le politiche per sviluppare nuove imprese e rafforzare quelle esistenti. Strumenti? Patti territoriali, masterplan, zone economiche speciali. Certo che al Sud, come indica l’ultimo Rapporto Svimez, a fianco di segnali positivi su occupazione e capacità di alcune imprese di agganciare la ripresa, mancano ancora un terzo del Pil locale e 200 mila occupati.
I paradise papers confermano che nei paradisi fiscali vanno ricchi e famosi per evadere il fisco, potenti che vogliono anzitutto occultare il patrimonio, imprese che li usano per operazioni inconfessabili. Sullo sfondo si sprecano ipocrite dichiarazioni pubbliche per la trasparenza. L’Ocse dovrebbe passare a maniere più spicce.