Le 2.803 unioni civili avvenute nei primi otto mesi di esistenza di questo istituto sono il 2,2 per cento dei matrimoni nello stesso periodo di tempo. Una percentuale più alta di quella registrata dopo riforme analoghe in Spagna, ma più bassa che nei paesi del Nord dove i diritti gay sono riconosciuti da più tempo.
Nel discutere di riforma elettorale, c’è accordo sulla necessità di sfuggire al rischio di maggioranze diverse a Camera e Senato. Ma sarebbe meglio evitare un regime proporzionale che lasci le mani libere ai partiti per apparentarsi con scambio di poltrone dopo il voto. Per questo si discute di un parziale ritorno al Mattarellum.
Parlando di riforma dell’Irpef, ecco una proposta che – diboscando la giungla di aliquote marginali effettive inique e di detrazioni per pochi – ridisegnerebbe la tassazione in senso progressivo con sette aliquote, dal 20 per cento al 50. E sovrimposte locali con progressività uguale in tutto il paese.
Da una parte abbiamo a disposizione strumenti elettronici di pagamento – come le app – sempre più sofisticati, dall’altra ci riempiamo le tasche di monetine, in particolare quelle da uno e due centesimi, già abolite in vari paesi euro. Ma toglierle dalla circolazione non è poi così semplice.
Gli abitanti di Udine possono controllare l’attività di giunta e consiglio comunale e seguire le scelte di ogni politico attraverso una piattaforma di e-government. Pochi, però i cittadini che la frequentano. E in città non è cambiato il modo di fare politica.
L’indicatore di attività economica regionale (una media di tante variabili più sofisticata del Pil) mostra che nel 2015 nelle regioni del Sud le cose sarebbero andate meglio che nel resto d’Italia. Un’inversione di trend rispetto agli anni della crisi? Sembra di no. I dati 2016 indicano un affievolirsi di queste tendenze.
Tommaso Di Tanno risponde ai commenti al suo articolo “Su Google vince il fisco, perde il diritto”.
15 anni de lavoce.info: feste-convegni 5 giugno a Milano e 6 giugno a Roma
Nel 2017, lavoce.info compie 15 anni. Festeggeremo il compleanno con i nostri affezionati lettori e sottoscrittori la mattina di lunedì 5 giugno a Milano e il pomeriggio di martedì 6 giugno a Roma. E, se potete, destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!
Lo spreco di incentivi troppo generosi
Di Giorgio Ragazzi e Francesco Ramella
il 23/05/2017
in Commenti e repliche
Una politica folle
Ringraziamo i lettori per i molti commenti al nostro articolo “Primi nelle energie rinnovabili. Ma a che prezzo?”
Uno dei lettori scrive “oggi si potrebbero istallare altri 15 GWp di fotovoltaico senza incentivi”. Forse è ottimista, ma sottolinea quanto folle sia stata la politica di incentivi nel fotovoltaico: se si fosse ridotto il sostegno mentre crollava il costo dei pannelli e si fossero diluiti gli investimenti su alcuni anni avremmo potuto raggiungere la stessa potenza istallata alla metà del costo totale per sussidi. Dà fastidio che in Italia non si identifichi mai il responsabile politico degli sperperi di denaro pubblico.
Rinnovabili ed emissioni
Quanto ai benefici delle rinnovabili: come già indicato in un nostro articolo del 2014, l’incentivo medio per il fotovoltaico in Italia risultava nel 2011 pari a 367,2 euro/MWh equivalente a trentasei volte il valore delle esternalità evitate. Con la stessa cifra sarebbe stato possibile ottenere una riduzione di emissioni di gran lunga superiore a quella ottenuta intervenendo laddove il costo marginale di abbattimento è minimo. Peraltro, a livello planetario la riduzione di emissioni conseguita finora grazie alla incentivazione delle rinnovabili è del tutto irrilevante: la quota di energia prodotta da fonti non fossili è aumentata negli ultimi quindici anni di un solo punto percentuale dal 13 al 14 per cento; quella del solare nel 2015 ha rappresentato meno dello 0,5 per cento del fabbisogno mondiale.