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Il Punto

I bonus milionari ai banchieri li hanno spinti a impegnare gli istituti di credito in operazioni spericolate, talvolta illegali, mettendo a rischio l’intero sistema finanziario. E gli incentivi squilibrati non riguardano solo il top management ma tutta la catena di comando. Per questo i provvedimenti legislativi non possono porre un argine al fenomeno. Ci vogliono un miglioramento della governance e interventi preventivi delle autorità di regolazione.
In Italia si crede che l’edilizia sia la chiave dello sviluppo. Ma lo stock di alloggi invenduti continua ad aumentare: si può stimare in 340 mila abitazioni. Vogliamo fare come la Spagna?
La sopravvivenza degli impianti Fiat in Italia è affidata al piano industriale di Marchionne che punta sull’alto di gamma. Deve allora investire sull’Alfa Romeo recuperando il tesoretto della famiglia Agnelli. Oppure farebbe meglio a venderla.
Solo per essere in grado di chiedere l’ammissione a un master, uno studente spende almeno 400 euro. Pochi possono permetterselo. Il riconoscimento all’estero dei test Invalsi potrebbe ridurre questo costo.

Il Punto

Mentre i crediti in sofferenza delle banche italiane continuano a crescere, si è invece invertita la tendenza in Spagna. Dove è stata istituita una bad bank che raccoglie le posizioni incagliate, rompendo il circolo vizioso tra sofferenze ed erogazioni in calo che creano nuove sofferenze. Ecco come funziona.
Dopo la Svizzera, anche l’Unione Europea sta per mettere un freno alle super-retribuzioni dei banchieri. Ma la regolamentazione di bonus e stock option da sola non basta: ci vogliono insieme una precisa definizione degli obiettivi che fruttano i premi e soprattutto una migliore corporate governance da parte degli azionisti.
Sconfitta in Italia e vittoriosa in Lombardia, la Lega continua a prospettare l’accorpamento delle tre maggiori regioni del Nord in una macroregione. L’alternativa credibile e costituzionalmente praticabile alla secessione dai governatori del Nord può essere la rivendicazione di maggiore autonomia su una serie di materie. Vediamo come.
È una creazione di carte e burocrazia l’iter di controllo di comuni e province. Lo svolge la Corte dei conti, sottoponendo agli amministratori locali questionari tanto complessi quanto inutili. Bene sarebbe, invece, se a un soggetto indipendente fossero affidate verifiche preventive a campione. Anche sugli effetti della spesa.
Cresce in misura inaspettata la quantità di energia elettrica prodotta in Italia da fonti rinnovabili. Come mostra il grafico, con un andamento mensile molto variabile.
Tito Bianchi e Paolo Severati rispondono ai commenti su “Uno spazio per la valutazione in Italia

La freccia del Sud

“Veloce come Mennea”. Per chi è cresciuto negli anni ’70 in Italia non ci poteva essere complimento più grande, se si parlava di rapidità. Il termine di paragone assoluto. Pietro Mennea, morto ieri a 60 anni, era il Bolt di quegli anni. Record del mondo sui 200 metri nel 1979 a Città del Messico con un tempo, 19’’72, che avrebbe resistito per quasi 20 anni. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca l’anno dopo, sempre sui 200 metri. Mennea era però diversissimo da Bolt. Un fisico “normale”, del tutto sprovvisto degli enormi muscoli che hanno i velocisti di oggi.

Rinnovabili e crescita

La crescita di energia prodotta con fonti rinnovabili, tanto rapida quanto non prevista, sta generando tanto clamore, specie tra gli addetti ai lavori. Le rinnovabili infatti sono accusate di guadagnare spazio a discapito delle altre fonti.
sileo cusumano
Il grafico mostra la produzione mensile espressa in GWh di energia da idroelettrico, da fotovoltaico più eolico e la quota di produzione delle fonti rinnovabili (idroelettrica, geotermoelettrica, fotovoltaica ed eolica) sul totale della produzione mensile (linea arancione).
Almeno tre sono le considerazioni che si possono fare:
–          La quota mensile di produzione da rinnovabili sul totale segue strettamente l’andamento della produzione di energia idroelettrica, cosa che si verificata anche in passato. Questa relazione sembra rafforzarsi a partire dal gennaio 2012.
–          La produzione mensile di idroelettrico appare più variabile nella sua dinamica, rispetto alla somma della produzione di eolico e fotovoltaico. Ai fini di gestione della rete è più importante la variabilità “quotidiana”, e la programmabilità della produzione. La produzione di di idroelettrico appare più variabile rispetto alla somma di eolico e fotovoltaico in quanto ad energia totale prodotta. Ai fini della gestione in tempo reale della rete è però più importante la variabilità oraria nonchè la programmabilità della produzione.
–          Nei primi due mesi del 2013 si assiste all’emergere di un andamento divergente tra quota di produzione rinnovabile sul totale (in crescita) e della produzione complessiva di rinnovabili (stabile/in diminuzione). La diminuzione della domanda e la conseguente contrazione della produzione termoelettrica sono state più marcate della diminuzione della produzione rinnovabile (che beneficia dell’obbligo di ritiro).
Le polemiche sulle rinnovabili da parte dei produttori di energia da fonti tradizionali non potranno quindi che rafforzarsi, tuttavia il problema vero è l’assenza di domanda di energia elettrica che, come sappiamo, dipende anche dalla crescita economica.

La risposta ai commenti

Ringraziamo i lettori per i commenti arrivati al nostro articolo. Per esigenze redazionali di seguito rispondiamo solo ad alcuni dei vari spunti interessanti.

Il Punto

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Con la crisi di Cipro l’Eurozona ripiomba nell’incertezza. Si sarebbero dovute varare da tempo regole chiare di gestione delle crisi bancarie e una buona supervisione ma l’allentamento della pressione dei mercati, negli ultimi mesi, ha “distratto” l’Europa. Il prelievo sui depositi, imposto da Bruxelles, potrà costituire un precedente molto pericoloso ed è contraddittorio con l’assicurazione dei depositi inferiori a centomila euro. Il Consiglio europeo che ha preceduto di poche ore il collasso della situazione cipriota non ha brillato per iniziativa ma, seppure con toni sommessi, ha aperto qualche spiraglio per una politica fiscale comune. Per segni più tangibili dovremo aspettare dopo le elezioni tedesche.
Facciamo chiarezza sull’intricata vicenda dei due marò. L’Italia ha una posizione forte nel rivendicare la propria giurisdizione, debole nel non aver fatto rientrare i militari in India. E il divieto di lasciare il paese asiatico al nostro ambasciatore è una violazione del diritto internazionale.
Studi e ricerche cercano di stabilire il fatturato delle organizzazioni criminali e i numeri che ne vengono fuori sono molto discordanti. Vediamo come si possono fare i conti in tasca alla mafia in modo più rigoroso.
L’Imu può diventare più progressiva a parità di gettito aumentando l’aliquota per gli immobili diversi dall’abitazione principale. Vediamo come.

Europa in stallo

Senza la pistola alla tempia dei mercati finanziari, l’Europa si ferma. Le conclusioni del Consiglio europeo del 14 marzo sono un atto notarile, in cui si prende atto di iniziative avviate e non ancora concluse, di obiettivi da raggiungere non si sa come. Un esempio per tutti: l’unione bancaria.

Fact checking: istruzioni per l’uso

Il Punto

Mentre si chiude l’ennesimo deludente vertice europeo, la propaganda politica indica come fonte di tutti i nostri mali le regole fiscali europee che l’Italia si è  impegnata a rispettare. Vediamo quali sono gli obblighi assunti con il Fiscal compact e con lo Stability and growth pact. E cosa sarà l’organismo indipendente che verificherà gli adempimenti.
Si riunisce il nuovo Parlamento che -dopo le promesse della campagna elettorale- deve affrontare i problemi reali del paese, sperabilmente guidato da un governo in grado di operare. Vediamo come si può riformare lImu -una tassa iniqua e che penalizza il mercato degli affitti-  e offrire un sostegno ai più poveri con un reddito minimo garantito che incorpori anche i vari sussidi sociali esistenti. Un Dossier raccoglie gli articoli pubblicati sul tema da lavoce.info. E l’esperienza della Provincia di Trento, che dal 2009 ha introdotto il reddito minimo, mostra come si può fare.
I lavoratori delle aree con maggiore disoccupazione sono meno assenteisti rispetto a quelli dove c’è più lavoro. Così nel Sud l’assenza dal lavoro è meno rilevante, contrariamente ai luoghi comuni. Ma nel settore pubblico questo effetto non c’è.

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Reddito minimo garantito: come funziona

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