Dopo molto tempo il voto tende a essere meno territoriale. Il Movimento 5 stelle ha preso voti in modo uniforme in tutta Italia. Pd e Pdl hanno perso maggiori consensi nelle loro roccaforti. Quella raccolta da Grillo è una protesta interclassista ma che rappresenta di più i giovani. E senza neve e pioggia nei giorni del voto, il M5s avrebbe avuto un risultato elettorale ancora migliore.
Nei prossimi anni ci sarà poco spazio per riduzioni di tasse. Ma anche a parità di gettito è possibile redistribuire risorse verso le persone con redditi più bassi. Documentiamo che un potenziamento dei sussidi di disoccupazione, finanziato con tasse sui più ricchi, farebbe aumentare i consumi in modo significativo.
Il super indice Ocse lascia intravedere una luce in fondo al tunnel della crisi dell’eurozona. Ancora una volta è la Germania che traina. Continuerà a soffrire, invece, il mercato interno Italiano in assenza di provvedimenti e stimoli.
Mentre gli immigrati fuggono dall’Italia, bisogna trattenere da noi i giovani e quelli con maggiore capitale umano. Offrendo loro la cittadinanza italiana. Una scheda descrive come altri paesi europei hanno affrontato il problema.
Articolato in 61 linee d’azione, il Piano strategico per il turismo è uno degli ultimi programmi lanciati dal Governo Monti. Punta sui mercati esteri e accentra le competenze nel ministro. Prima breccia nel federalismo perché le Regioni dovrebbero avere poteri esclusivi in materia.
Un nuovo ingresso in redazione: Riccardo Puglisi (twitter: @ricpuglisi) che i lettori de lavoce.info già conoscono attraverso numerosi suoi interventi. A Riccardo, che ci darà un contributo originale e di alto livello soprattutto sui temi dell’informazione -in particolare i nuovi media-, un caloroso benvenuto.
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Faccenda complessa eleggere il nuovo Papa con una maggioranza di due terzi più un voto. Prendendo in esame l’andamento degli scrutini degli ultimi sette conclavi, e tenendo conto delle riforme elettorali degli ultimi due pontefici, cerchiamo di prevedere i comportamenti dei cardinali nel conclave.
Di quanto aumenta il potere contrattuale di Grillo nel suo mostrarsi riluttante ad alleanze con il Pd? Può acquisire un potere addirittura superiore a quello del Pd. Ma una sua totale intransigenza avvantaggerebbe il centro-destra. È quanto emerge da un algoritmo che utilizza l’indice di potere di Shapley-Shubik.
Un altro 8 marzo in cui ripetiamo per l’ennesima volta che il posto delle donne nella società italiana è largamente sotto gli altri paesi europei. Ma qualcosa si muove: finalmente abbiamo un Parlamento con un terzo di donne. Sono anche la metà del cielo dei ricercatori universitari, ma diminuiscono drasticamente nei ruoli più alti, professori associati e ordinari. Un grafico documenta questo gap di genere e il numero eccessivo di ordinari nell’università italiana.
Nello stallo politico, il Governo dimissionario può soltanto “disbrigare gli affari correnti”. Che cosa può fare e cosa no il Governo Monti durante la crisi politica?
Com’è calcolata oggi, l’Irap è un’imposta iniqua e penalizza soprattutto le imprese di minori dimensioni. Troppo limitati i correttivi del Governo Monti. Si potrebbe invece, per esempio, aumentare la deducibilità del costo del lavoro.
Nella ricostruzione dopo le calamità naturali gioca un ruolo importante il microcredito, sostenuto dalle donazioni internazionali. Perché funzioni correttamente, occorre che i finanziamenti rispettino rigorosi requisiti. Una lezione che può servire anche al nostro paese, soggetto a tanti disastri.
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Il 30 gennaio scorso, il Consiglio universitario nazionale ha pubblicato un documento sulle “Emergenze del sistema”, che ha riscosso un inatteso interesse mediatico. I numeri sono impietosi: il nostro è un sistema universitario in fase di pericoloso ridimensionamento.
Il capitolo “Reclutamento del personale universitario-personale docente” glissa tuttavia sulla questione dell’equilibrio di genere. Gli ultimi dati Istat disponibili sono del 2008, ma restano sostanzialmente immutati nel 2013 per i limiti stringenti al reclutamento, e fotografano una situazione a dir poco drammatica.
L’equilibrio di genere è soddisfacente nella classe dei ricercatori, ma nei ruoli più alti le donne sono la metà dei colleghi professori associati e meno di un quarto dei professori ordinari.
I rapporti di ruolo sono ragionevoli in assoluto per le donne, dove si nota l’aspetto piramidale della distribuzione, ma si rivelano del tutto sbilanciati per gli uomini, dove i professori ordinari sono più numerosi persino dei ricercatori.
Sanare questa situazione pone dilemmi politici atroci: dovremmo bloccare le progressioni di carriera dei colleghi, per lasciare spazio al riequilibrio di genere? Iniettare finanziamenti più che cospicui per reclutare nuove forze femminili (“piano straordinario delle professoresse”)? Lasciare tutto come sta e, de-finanziando l’università, disincentivare l’impegno dei giovani uomini nella docenza universitaria, consegnando un lavoro poco o sotto-pagato alle donne?
Si vedranno nei prossimi anni gli effetti delle recenti riforme in materia di ordinamento universitario e reclutamento nei ruoli della docenza. Tuttavia, solo una coraggiosa politica del prossimo ministro potrà correggere queste distorsioni, indegne di un paese civile.
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Cos’è il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 stelle come uno dei punti qualificanti del suo programma di governo? Una proposta non fattibile. Altra cosa è un reddito minimo garantito offerto solo ai poveri, tra cui molti giovani. Tra l’altro, il voto giovanile al movimento guidato da Grillo segnala che è il primo partito generazionale in Italia.
Sono molto più care in Italia rispetto al resto d’Europa le polizze Rc-auto. Perché il mercato non è concorrenziale. A quando un intervento sugli intrecci azionari, sulle cariche multiple e incrociate degli amministratori, sulle barriere all’ingresso di compagnie straniere?
Franco svizzero e yen si sono fortemente svalutati, aumentando la sofferenza dell’Eurozona. È esplosa una guerra delle valute? Più probabilmente è solo una “crisi di nervi” provocata dalla difficoltà di far uscire le economie di molti paesi da una recessione interminabile. E dall’assenza di iniziative internazionali capaci di coordinare questi sforzi.
Oltre un terzo dei brevetti italiani concessi dalle autorità europee non viene utilizzato. Potrebbero invece essere adoperati per incentivare le start-up innovative che oggi investono poco in nuova tecnologia.
Ha assunto un’importanza strategica la valutazione delle politiche pubbliche. Ma non si capisce bene chi, come, e quando svolgerà questo ruolo. Tre proposte per procedere con trasparenza.
Nel nostro grafico la composizione del nuovo Senato in base alle esperienze politiche dei nuovi eletti. Grande rinnovamento e… grande inesperienza.
Valentino Larcinese risponde ai commenti al suo articolo “Dimezzare il Parlamento? No, meglio gli stipendi”
Paolo Scarpa risponde ai commenti al suo articolo “Così lavora un sindaco a 5 Stelle”
Il grafico mostra la percentuale di nuovi senatori rispetto ai seggi previsti nel Senato della Repubblica (315). Si nota come questa legislatura si prefigura essere la più innovativa dal punto di vista di nuove presenze a Palazzo Madama. Speriamo che al rinnovamento corrisponda anche la competenza.
Fonte: Ministero dell’Interno e Senato della Repubblica. A cura di Pietro Scarpa e Filippo Teoldi
Nota metodologica: Nel caso di eletti in più circoscrizione (visto che ad oggi non è ancora chiara la loro scelta). Abbiamo assegnato loro il seggio in cui avevano ricevuto più voti, considerando invece per gli altri seggi il primo non eletto.
Ringrazio i lettori de lavoce.info per i loro commenti, numerosi e costruttivi, al mio articolo sul dimezzamento dei parlamentari. Cercherò di rispondere a quelle che mi sembrano le osservazioni più significative.

Correlazione condizionata a dummy nord-est (ne), nord-ovest (no), centro, sud. Isole sono la excluded dummy.
Lo scatter è lo scatter dei residui della partitioned regression. In questo modo la correlazione è depurata dell’effetto delle dummy per nord/centro/sud. Inoltre, essendo plottati i residui, i valori non corrispondono piú al numero di sacche per 100 abitanti.
Ai residui è aggiunta la media, in modo che non siano centrati a zero
Su Lavoce.info abbiamo dedicato ampio spazio nei giorni scorsi ad analisi che si propongono di rispondere alla domanda che più frequentemente ci viene rivolta quando viaggiamo all’estero: “Perché gli italiani continuano a votare per Berlusconi?”.
Il voto ci ha restituito un paese ingovernabile. Lo sarebbe forse stato anche con una legge elettorale diversa ma è certo che il Porcellum unisce al regalo di maggioranze diverse alla Camera e al Senato il fatto di essere profondamente antidemocratico: con solo lo 0,36 per cento di voti più del Pdl, il Pd ottiene quasi tre volte il suo numero di seggi alla Camera. Per uscire dallo stallo ci vorrebbe un governo che affronti la crisi politica –riforma elettorale, riduzione del numero dei parlamentari e dell’autoreferenzialità delle amministrazioni regionali– prima di tornare al voto. E abbia la riforma elettorale al primo posto. Su questo tema il Movimento 5 stelle potrebbe giocare una delle sue mosse decisive. Vediamo perchè gli converrebbe promuovere il sistema uninominale a doppio turno.Un nuovo Dossier raccoglie i numerosi articoli pubblicati da lavoce.info sui sistemi elettorali.
L’esito delle elezioni causa instabilità sui mercati finanziari. Perché la politica monetaria non può fare tutto. Anche la politica tout court deve fare la propria parte perché l’economia riparta. Solo allora il credito riprenderà ad arrivare alle imprese.
Il movimento di Grillo è considerato l’oggetto misterioso del nuovo quadro politico. Però qualche indicazione di come governa si può cogliere a Parma, dove il sindaco Pizzarotti ha ereditato nove mesi fa una situazione fallimentare del Comune. Sinora ha fatto una politica ragionieristica (più tasse, meno spese) contraddicendo molte promesse fatte in campagna elettorale.
La promessa di restituire l’Imu ha fatto breccia fra pensionati house rich e cash poor anche perché non possono vendere le loro proprietà dato il collasso del mercato immobiliare in Italia. Le compravendite sono la metà rispetto al 2004. E i mutui concessi dalle banche sempre meno.
Un grafico mostra che nelle regioni dove il Pdl ha preso più voti c’è meno capitale sociale.
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La risposta ai commenti dei lettori
Di Paolo Scarpa
il 05/03/2013
in Commenti e repliche, Rubriche
Rispondo molto sinteticamente alle osservazioni al mio pezzo sul lavoce.info, in cui si è fatto riferimento all’operato amministrativo di questi primi mesi della giunta Pizzarotti, raffrontandolo per punti con il programma elettorale e con le “Linee programmatiche di mandato 2012-2017” approvate dal Consiglio comunale con delibera del 26 luglio 2012.
I fatti possono piacere o non piacere, alcuni commenti apparsi sul sito sono palesemente viziati da spirito di parte, se non palesemente in mala fede, ed a questi non è il caso di rispondere, pur non sottraendomi al merito sui singoli fatti. Tuttavia è in generale comprensibile la reazione di sorpresa e/o delusione alla presa d’atto di una distanza reale che si è manifestata tra le intenzioni elettorali e programmatiche del Movimento 5 stelle a Parma e la prassi amministrativa manifestatasi nei primi mesi con gli atti concreti della giunta Pizzarotti.
I miracoli non li fa nessuno, né li poteva fare in pochi mesi Pizzarotti, a cui va riconosciuto soprattutto il merito di una discontinuità etica netta rispetto a un sistema di potere che a Parma ha espresso nel recente passato un’idea distorta di città, oltre i limiti dell’illegalità.
Tuttavia è emersa in questi mesi la distanza reale tra le ottime intenzioni espresse in via programmatica e la difficoltà reale del governare. La stessa idea di democrazia partecipata, nella prassi, si è dimostrata ad ora di complessa attuazione e i tentativi effettuati sono sembrati non solo inefficaci, ma in alcuni casi ostili al confronto, frutto probabilmente della fatica di misurarsi con il dissenso.
Non vi è dubbio che il programma di governo su Parma possedesse aspetti molto affascinanti, lo stop immediato alla costruzione del termovalorizzatore, il consumo di suolo zero, il ripianamento del debito del Comune passando da una ricontrattazione con le banche (detentrici del debito), senza gravare i cittadini di imposizioni fiscali e tariffarie pesanti, la riconversione del sistema distorto delle partecipate. Come era affascinante il progetto di una giunta di esperti di levatura nazionale a servizio di una città, laboratorio di una nuova politica. La realtà è stata diversa. Al debito si è fatto fronte con un aumento drastico della pressione fiscale, di rette e tariffe, a fronte di una limitazione dei servizi. Il progetto di bloccare il termovalorizzatore avrebbe dovuto passare da scelte coraggiose e drastiche che, come noto anche nei tempi della campagna elettorale, avrebbero comportato rischi elevati di richieste danni da parte di Iren s.p.a., che sta realizzando l’impianto a proprie spese. Iren è soggetto attuatore del piano prov.le del 2005; vi sono dubbi sulla linearità dell’affidamento diretto (avvenne in realtà alla preesistente Enìa, allora a totale controllo pubblico, ora confluita in Iren, società quotata in borsa), come vi sono preoccupazioni per presunti pericoli alla salute pubblica in caso di attivazione del forno. Non entro nel merito di quello che il Sindaco avrebbe potuto fare o non fare, mi limito a rilevare che il sindaco non attivato nessun provvedimento e, se ancora nulla accade, entro poche settimane il forno entrerà in funzione.
Sulle politiche urbanistiche non è vero che i piani attuativi (circa 200.000 mq di nuove aree urbanizzate) erano già stati approvati dalla precedente amministrazione di centro-destra, mentre è vero che essi avevano già superato l’iter istruttorio, ma, in base alla legge regionale Emilia Romagna 20/2000, modalità e tempi di proposta al giudizio del consiglio spettano alla giunta, come l’approvazione spetta al consiglio comunale che è organo sovrano e che questi piani ha immediatamente approvato. Non si entra nel giudizio, si prende atto che in pochi mesi ed in assenza soprattutto di linee generali di trasformazione urbanistica di una città già martoriata da ipertrofia edificatoria e da eccesso di consumo di suolo, si sia voluto, con tempi velocissimi, dare il via a ulteriori espansioni edilizie, che avrebbero, se non altro, potuto attendere di essere contestualizzate in un nuovo progetto di città. Non può sfuggire, in generale e nello specifico di questo caso, come l’estensione di nuovi piani edificatori comporti un vantaggio immediato di cassa per il Comune, in termini di entrate dovute a contributi ed oneri di urbanizzazione: si tratta dell’ormai decrepito conflitto tra interessi tra esigenze di cassa dei Comuni e sostenibilità delle scelte sul territorio, il quale tuttavia è una risorsa finita e non rinnovabile. L’opzione consumo di suolo zero presuppone altre scelte, più rigorose.