La proposta della Lega non disegna una vera flat tax, ma un’imposta in cui le aliquote diventano moltissime. L’analisi rivela una “fase 2” solo apparentemente semplice, ma in realtà complessa e confusa, che produce benefici limitati per i contribuenti.
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Quando si parla di riforma dell’Irpef, si indica spesso come punto di partenza la revisione delle spese fiscali. Ma quali sono quelle da eliminare? Le detrazioni incentivanti, per esempio, avvantaggiano molto i redditi alti e ben poco quelli medio-bassi.
La riforma del fisco è una questione urgente ma complessa, specie per una maggioranza di governo eterogenea. Due i temi principali: la scelta tra manutenzione dell’Irpef o revisione di tutto il sistema e il ridisegno della struttura stessa dell’Irpef.
Sono vari gli argomenti a favore e contro una patrimoniale personale. La via di uscita potrebbe essere l’introduzione di un’imposta complementare con base imponibile costituita dalla somma di quelle di Imu e imposta di bollo sulle attività finanziarie.
Il “decreto Rilancio” estende notevolmente la negoziabilità dei crediti fiscali sui lavori di ristrutturazione edilizia. La norma solleva varie questioni: dall’impatto sui conti pubblici agli effetti macroeconomici, alla possibile creazione di moneta.
L’Irpef contribuisce in modo netto a ridurre la disuguaglianza dei redditi. Lo fa attraverso la struttura delle aliquote e, in parte, delle detrazioni. Ma la definizione della base imponibile ha un ruolo limitato: sotto accusa sono i regimi speciali.
Un intervento temporaneo sulle aliquote Iva potrebbe contribuire a sostenere i consumi nel breve periodo, senza penalizzare troppo le casse dello stato. Non va però trasformato in una misura permanente. Ed è meglio evitare annunci a cui non seguono fatti.
I bonus permetteranno di effettuare ristrutturazioni edilizie senza sborsare un euro. L’intento è nobile, ma l’aliquota al 110 per cento elimina gli incentivi a mantenere prezzi competitivi e rischia di rivelarsi una fonte di spreco di denaro pubblico.
La progressività dell’Irpef non va eliminata, ma razionalizzata. Riducendo le detrazioni e introducendo trasferimenti monetari basati sulla prova dei mezzi per il complesso dei redditi familiari. Il sistema permetterebbe di abbassare le aliquote sui redditi bassi e medi, alzando quella più elevata.