La liberalizzazione dei subappalti risponde a più esigenze. Ora, però, per contrastare le infiltrazioni criminali, la corruzione e i cartelli serviranno seri controlli preventivi, basati sul rafforzamento e sull’incrocio di banche dati pubbliche.
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Come si può arrivare a decisioni rapide e flessibili sugli appalti pubblici? È necessario ridurre il numero dei centri decisionali. E ripensare la cornice normativa, intervenendo su Codice degli appalti, ruolo dell’Anac e commissioni di gara.
Gli interventi nelle infrastrutture finanziati dal Recovery Fund richiedono una revisione della cornice giuridica per gli appalti pubblici. Le strategie che si possono seguire sono almeno tre. La più adatta riprende il percorso della semplificazione.
In Italia uno stesso dispositivo medico può avere un costo molto diverso a seconda dell’ospedale che lo acquista. Spuntano i prezzi migliori le stazioni appaltanti più grandi. Mentre i prezzi di riferimento avvantaggiano solo quelle meno competenti.
Nel tentativo di superare l’impasse derivante dal timore dei funzionari pubblici di incorrere in responsabilità per danno erariale, il dl “semplificazione” liberalizza molti comportamenti negligenti. Ma il rischio è di favorire ulteriori sprechi e inefficienze.
Siamo in una fase di emergenza economica, caratterizzata dall’esigenza di dare liquidità al sistema produttivo. Ma non si riescono a spendere 220 miliardi già stanziati per infrastrutture, che potrebbero rappresentare un fattore trainante della ripresa.
La Commissione europea studia le misure per fronteggiare la grave crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Il piano di ricostruzione finanziato dal Recovery Fund potrebbe essere un’ottima occasione per uniformare le regole italiane alle norme comunitarie.
Meglio tardi che mai, anche in Italia è stato introdotto l’accesso civico, il diritto a ottenere qualsiasi informazione detenuta dalla pubblica amministrazione e da altri soggetti, senza necessità di motivare la richiesta. Limiti all’esercizio del diritto demandati all’Anac. E mancano le sanzioni.
In tempi di crisi la politica tende a spargere populismo a piene mani per ottenere consenso. In economia significa promettere soluzioni win-win, sempre vincenti. Esempio: tagli di tasse ma non di spesa pubblica. Alla fine, però, il salato conto da pagare è l’aumento del debito pubblico.
Mostra un vero scalino all’insù la curva dell’occupazione disegnata sui dati Istat di gennaio. Conferma trend molto netti: marcata crescita tendenziale dalla fine del 2015 dei contratti a tempo indeterminato, al palo quelli a termine, in declino il lavoro indipendente. Il rischio è che senza la molla degli incentivi la corsa si fermi.
Come vincere la forte instabilità che stanno vivendo le banche europee e il mercato finanziario? Tocca ai governi fornire garanzie sulle banche e restituire loro affidabilità. Ma non si tratta di affossare le regole europee perché i trattati consentono gli aiuti di stato in caso di emergenza.
Anche se la sua efficacia è poco percepita, il bilancio della lotta alla corruzione nei due anni di governo Renzi presenta una serie di iniziative significative: dall’affidamento di un’Anac rafforzata a Raffaele Cantone all’inasprimento delle pene. Ci sono però occasioni mancate e misure rinviate che rischiano l’insabbiamento. O anche provvedimenti pasticciati, come il ripristino del reato di falso in bilancio (praticamente depenalizzato nell’era Berlusconi). La nuova norma è così ambigua – nel non condannare le “valutazioni” ma solo i “fatti materiali” non veritieri – che dalle corti di giustizia arrivano sentenze contraddittorie. D’altra parte la confusione nei testi normativi è diventato un vizio difficile da estirpare. Si legifera sempre più per decreti, scritti male e infarciti di disposizioni incongrue con la materia. Nella riforma costituzionale ci sono tentativi di porre paletti al loro abuso. Speriamo abbia successo.
Nel momento della scomparsa di Marcello de Cecco, brillante economista e opinionista, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’alto impegno scientifico, didattico e civile.
L’ennesimo scandalo negli appalti delle grandi opere impone la ricerca di strumenti di contrasto alla corruzione. La tanto invocata rotazione dei dirigenti è già legge, ma va applicata. Sarebbe utile un diverso ruolo dell’Anac nei controlli. L’idea di accentramento degli appalti