Si fa un gran parlare di inflazione. Ma il tema da affrontare non è tanto quello delle strozzature delle catene della produzione, quanto quello della risposta delle banche centrali. Come ci hanno insegnato gli anni Settanta, le loro scelte sono cruciali.
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Quantitative easing e monetizzazione del debito sono profondamente diversi per natura e obiettivi. E soprattutto il secondo porterebbe alla perdita di uno dei beni pubblici più importanti dell’Europa di oggi: l’indipendenza della banca centrale.
Perché va salvaguardata l’indipendenza delle Autorità? Perché la buona gestione degli organismi di controllo dei mercati richiede un’ottica di lungo periodo. E quando il potere politico consolida la sua presa sull’economia si aprono scenari bui.
Delle importanti misure annunciate da Draghi per combattere la deflazione – riduzione dei tassi, più volumi mensili ed estensione degli acquisti di titoli, nuove operazioni ad hoc di finanziamento alle banche (Tltro) – la terza è la più innovativa e utile. Una banca che ha prestato di più a imprese e famiglie potrà a sua volta ricevere più prestiti Bce (a tassi inferiori e fino al 30 per cento della sua esposizione). Meglio comunque che l’istituto guidato da Draghi continui ad agire in autonomia. Anche se c’è chi sostiene il contrario e vorrebbe una banca centrale agli ordini della politica che distribuisca direttamente denaro ai cittadini.
Con l’acquisto di uno dei leader del caffè in Francia, Carte Noire, la Lavazza si candida al ruolo di aggregatore in un mercato presto dominato da pochi player multinazionali. Impresa difficile ma possibile perché, come in casi analoghi, l’azienda è di una famiglia che ne ha affidato la gestione a manager esterni. Il prossimo passo dovrebbe muoverlo verso la borsa, con una diluizione del controllo. I Lavazza sapranno farlo?
A scuola gli 800 mila figli degli immigrati (quadruplicati rispetto al 2001) sono indietro rispetto agli italiani nei test Invalsi, in matematica e in italiano. Pesano la mancata conoscenza della lingua e le avverse condizioni familiari. Servono politiche di sostegno e interventi specifici soprattutto in età pre-scolare.
Dopo un complesso iter costituzionale, la Camera approverà presto definitivamente la riforma del Senato. Torniamo a ripercorrere le nuove norme che – tra luci e ombre – mettono fine al bicameralismo perfetto. E sulle quali il premier Renzi si sottoporrà a giudizio in un referendum dopo l’estate.
Il ministro Delrio ha annunciato una straordinaria quantità di risorse pubbliche per infrastrutture ferroviarie: 9 miliardi più – possibilmente – altri 8. Con dovizia di particolari sulle loro destinazioni. Meglio sarebbe definire gli obiettivi di spesa in termini di occupazione, ambiente e ritorni finanziari attesi.
Il nostro amico e collega Vincenzo Galasso entra nell’Unità economica della Presidenza del consiglio. Com’è consuetudine de lavoce.info, rimane membro della redazione in aspettativa, vale a dire non attivo per la durata dell’incarico. A Vincenzo i nostri migliori auguri di buon lavoro!
La riforma delle quote di proprietà delle Banca d’Italia voleva creare un mercato di quelle quote. E prevedeva la possibilità di una banca centrale azionista di se stessa. Adesso, con il Quantitative easing, la norma introdotta un anno fa rischia di avere conseguenze paradossali.