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Tag: banche Pagina 13 di 20

Moneta fiscale alla Cdp per uscire dalla crisi bancaria

L’emissione di obbligazioni con valore fiscale da parte di Cassa depositi e prestiti potrebbe essere la soluzione dei problemi del sistema bancario. Cdp avrebbe risorse a basso costo da impiegare per garantire le sofferenze e ricapitalizzare le banche. Ma anche per un’efficace politica industriale.

Banche italiane, l’aiuto passa dallo stress test

Quanto fatto finora sul fronte bancario non è servito a molto. Stessa sorte avrà lo scudo appena varato, perché non tocca i crediti in sofferenza. I margini per negoziare con l’Europa un intervento nel capitale delle banche ci sono, benché ristretti. Bisogna sfruttare i risultati dello stress test.

Il Punto

Lo “scudo” di 150 miliardi per le banche italiane servirà a poco. Si tratta di garanzie statali per l’emissione di nuove obbligazioni. Bisognerebbe invece svalutare i crediti in sofferenza per poi ricapitalizzare con contributo pubblico. Il che va bene per la Ue solo se alcune nostre banche escono male dagli stress test.
La politica post-Brexit nel Regno Unito è in confusione su tutti i fronti politici. Una cosa appare chiara a tutti: Bruxelles non concederà a Londra di scegliersi un’Europa à la carte. I principi di libertà di movimento di merci, servizi, capitali, e lavoro sono inscindibili. Tra i danni della Brexit, anche un probabile raffreddamento dei rapporti della Gran Bretagna con i cinesi. Preoccupati dalla volatilità dei cambi e dalla perdita di un alleato per il riconoscimento dello status di economia di mercato.
Se il nuovo Senato uscirà indenne dal referendum costituzionale d’autunno, risulterà svecchiato. Perché l’età minima per accedervi passerà da 40 a 18 anni. Inoltre sarà votato indirettamente da elettori più giovani. Il che – sulla carta – beneficerà il M5s, mentre il partito più penalizzato sarà il Pd.
Mentre il governo sta studiando una riorganizzazione di Agenzia delle entrate e di Equitalia, i nuovi compiti assegnati al fisco dalla mini-riforma avranno indubbiamente dei costi. Proprio quando è alle viste un taglio dell’Ires al 24 per cento. Come far stare insieme queste esigenze contrapposte?
Nelle recenti crisi bancarie i risparmiatori italiani sono stati scottati dal deficit di vigilanza sostanziale delle autorità ma anche dalla propria scarsa educazione finanziaria. Una ricerca dice che chi ne ha di meno, si rivolge meno ai consulenti finanziari. Chi ne ha di più spesso sbaglia per eccessiva fiducia in se stesso.

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Il Punto

Si è detto che gli elettori pro e contro Brexit si differenziano per età, istruzione e territorio. A ben guardare però la discriminante più profonda è tra chi ha valori ostili all’inclusione e chi ha una concezione del mondo libertaria. I primi, i sostenitori del “Leave”, somigliano molto ai supporter americani di Trump. Proprio la Brexit sembra l’aggancio per costituire un governo in Spagna. Dove le recenti elezioni hanno confermato la frammentazione in partiti che non vogliono né possono allearsi. Eppure se popolari e socialisti si accordano sulla gestione dei drammatici problemi europei, una “grosse koalition” è possibile. In Italia, nelle animate discussioni sul referendum che potrebbe sancire la fine del bicameralismo perfetto si è parlato poco di come cambierebbe il potere d’influenza delle lobby. Che, con procedure legislative più spedite, avrebbero meno possibilità di insabbiare i provvedimenti.
Con il decreto banche appena diventato legge si mette una pezza tardiva alle perdite degli obbligazionisti delle quattro banche “salvate” a fine 2015. Un’autorità a difesa dei risparmiatori – separata dai controllori Consob e Bankitalia – potrebbe evitare il ripetersi di questi episodi.
Ce lo ricorda spesso la Commissione europea: siamo il paese che negli ultimi due anni ha più beneficiato della flessibilità nei conti pubblici. Ma quanto durerà il trattamento di favore? E ne stiamo facendo buon uso?
Con la voluntary disclosure di quasi 130 mila contribuenti italiani, le attività mobiliari e immobiliari riemerse e domiciliate all’estero possono essere rintracciate nel database dei beni pignorabili. E diventa più facile la rivalsa per il creditore con un titolo esecutivo.
All’Ocse li chiamano studenti resilienti. Sono quel 6,4 per cento di alunni che superano situazioni socio-economiche di svantaggio ottenendo buoni risultati scolastici. Ce ne sono meno nel Mezzogiorno dove la sfida è più difficile. Mettere più soldi per aumentare il numero di questi ragazzi è un buon uso del denaro pubblico.

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Il Punto

La vittoria del sì alla Brexit porta la Gran Bretagna verso il Regno Disunito (Scotexit sarà il prossimo passo?) e il sistema finanziario entra in un tunnel. Come se non bastasse, altri rischi incombono. Ben vengano dunque gli stress test sulle grandi banche europee. La novità è che i risultati dei test non porteranno a bollini blu o rossi per le banche ma rimarranno nel back office delle autorità di vigilanza che potrebbero applicarli in modo differenziato tra paesi. Un grande problema dietro ai risultati del referendum inglese così incerto è il timore a fronte del flusso inarrestabile di profughi. L’Onu ne ha contati 65,3 milioni in tutto il mondo, di cui solo 1 milione è entrato nella Ue nel 2015. Pochi rispetto al totale. Molti per un’Unione che non ha una strategia condivisa nell’affrontare il problema. È luogo comune che con l’immigrazione aumenti la violenza. Ma nuovi dati dicono che, per il ventiquattresimo anno consecutivo, gli omicidi sono in calo fino al loro minimo storico nel nostro paese. E – ancora in barba agli stereotipi – la diminuzione è più marcata al Sud.
“Cara Enel, se fai soldi con la banda larga devi distribuirli anche ai tuoi utenti elettrici”. È questo in sostanza ciò che l’Autorità per l’energia è orientata a dire all’ex monopolista che ha deciso di fare una rete tlc in sinergia con quella elettrica. Una mossa che cambia gli assetti di mercato e anche il quadro di regole.
Che ne è dei patti per il Sud fondati sul Masterplan presentato dal governo sette mesi fa? Dovrebbero definire in ciascuna area territoriale gli interventi prioritari e trainanti per lo sviluppo. In realtà ripresentano progetti senza criteri di razionalità economica e non prevedono risorse aggiuntive. Un film già visto.
Passato l’esame di maturità di questi giorni, molti studenti cercano percorsi universitari che diano competenze subito spendibili in un lavoro, come chiedono molte imprese. Ma l’acquisizione di una preparazione generale rimane un’assicurazione contro la rapida e imprevedibile evoluzione delle tecnologie.

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Quel patto che rende più veloce il recupero dei crediti

I tempi di recupero dei crediti in Italia sono eccessivi e sono uno svantaggio per le banche ma anche per le imprese. Il decreto del governo punta ad accorciarli, abolendo il divieto di patto marciano. Ma ciò non significa cancellare le tutele per il debitore. Autonomia contrattuale rafforzata.

Risparmiatori traditi: e il governo ci mette una pezza

Il decreto del governo ha trovato una soluzione di compromesso per gli obbligazionisti coinvolti nelle vicende delle quattro banche locali. Ma occorre anche definire una coerente strategia di nuove regole e nuove prassi che contribuiscano a innalzare il livello di consapevolezza degli investitori.

Quanto durerà l’effetto Atlante?

Il fondo Atlante non ha le caratteristiche che si richiedono a un compratore di ultima istanza: risorse illimitate e terzietà rispetto al mercato. Presto o tardi, questa lacuna minerà la sua credibilità. Intanto però risolve i problemi più immediati e difende l’italianità delle nostre banche.

Tempesta sulle banche, il governo naviga a vista

La Borsa penalizza le nostre banche, oberate di sofferenze, e il governo non ha una strategia. Ci riprova con la bad bank di sistema, ammettendo così che la neonata Gacs non funziona. Le fondazioni ne approfittano per rientrare nel capitale delle banche: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Il Punto

In tempi di crisi la politica tende a spargere populismo a piene mani per ottenere consenso. In economia significa promettere soluzioni win-win, sempre vincenti. Esempio: tagli di tasse ma non di spesa pubblica. Alla fine, però, il salato conto da pagare è l’aumento del debito pubblico.
Mostra un vero scalino all’insù la curva dell’occupazione disegnata sui dati Istat di gennaio. Conferma trend molto netti: marcata crescita tendenziale dalla fine del 2015 dei contratti a tempo indeterminato, al palo quelli a termine, in declino il lavoro indipendente. Il rischio è che senza la molla degli incentivi la corsa si fermi.
Come vincere la forte instabilità che stanno vivendo le banche europee e il mercato finanziario? Tocca ai governi fornire garanzie sulle banche e restituire loro affidabilità. Ma non si tratta di affossare le regole europee perché i trattati consentono gli aiuti di stato in caso di emergenza.
Anche se la sua efficacia è poco percepita, il bilancio della lotta alla corruzione nei due anni di governo Renzi presenta una serie di iniziative significative: dall’affidamento di un’Anac rafforzata a Raffaele Cantone all’inasprimento delle pene. Ci sono però occasioni mancate e misure rinviate che rischiano l’insabbiamento. O anche provvedimenti pasticciati, come il ripristino del reato di falso in bilancio (praticamente depenalizzato nell’era Berlusconi). La nuova norma è così ambigua – nel non condannare le “valutazioni” ma solo i “fatti materiali” non veritieri – che dalle corti di giustizia arrivano sentenze contraddittorie. D’altra parte la confusione nei testi normativi è diventato un vizio difficile da estirpare. Si legifera sempre più per decreti, scritti male e infarciti di disposizioni incongrue con la materia. Nella riforma costituzionale ci sono tentativi di porre paletti al loro abuso. Speriamo abbia successo.

Nel momento della scomparsa di Marcello de Cecco, brillante economista e opinionista, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’alto impegno scientifico, didattico e civile. 

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