A giugno l’energia elettrica generata in Italia da fonti rinnovabili, idroelettrico incluso, ha superato quella da fossili. Un sorpasso ottenuto anche grazie ai bassi consumi, ma che potrebbe segnare l’inizio di una nuova epoca. Riusciremo a governare il cambiamento? E che fine ha fatto il Green act?
Tag: consumi Pagina 3 di 4
Nel primo semestre 2016 i consumi rallentano, mentre prosegue l’aumento della produzione industriale. Per rilanciare subito la crescita si comincia riducendo il carico fiscale sui consumatori, non quello sulle imprese. E c’è da riaprire il cantiere delle riforme che servono. Completando la riforma della Pa.
Cosa dovrebbe fare un governo che si ritrova consumatori sfiduciati, produzione industriale in lieve aumento, fatturati e ordinativi in calo per deflazione? Due cose, prima di tutto. Riavviare la macchina delle riforme, completando la riforma della Pa. E favorire una più rapida ripresa dei redditi netti, tagliando le tasse sulle persone e non l’Ires. Tenendo conto che arriverà l’effetto Brexit. Che per ora pesa anzitutto nel Regno Unito dove, malgrado la tenuta della borsa, la sterlina si deprezza. Con una classe politica inadeguata a traghettare il paese verso una svolta epocale.
Torniamo a parlare di imprese familiari. È giusto esentare gli eredi dalla tassa di successione per favorire la continuità alla guida dell’azienda? Una via di mezzo è quella di riservare gli incentivi fiscali alle imprese di più piccole dimensioni (per favorirne la crescita) e a quelle con una governance più strutturata.
L’evoluzione del mercato della musica verso piattaforme come iTunes o Google play e con l’uso sempre più frequente di servizi di streaming (Spotify, Deezer) ha indotto la Ue a liberalizzare il sistema dei diritti d’autore. Tocca al Parlamento italiano smantellare il monopolio della Siae dove non serve.
Salpa la riforma del sistema portuale con 15 autorità territoriali. È il punto di partenza per nuovi investimenti con risorse proprie o finanziamenti bancari semi-pubblici. Ma le autorità più piccole rischiano di non farcela da sole. Mentre sono all’orizzonte nuove norme Ue che rimetteranno tutto in discussione.
È tutta un paradosso la giustizia tributaria: è amministrata da giudici onorari scelti senza verifica delle competenze e per compensi irrisori. Ciò nonostante, il processo è mediamente più veloce di quello civile e la corruzione un’eccezione. Riesce dunque a funzionare. Ma per quanto tempo ancora?
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).
Dai lavori in corso per definire la legge di stabilità emergono già chiare le linee generali: rimandato al futuro il pieno riequilibrio dei conti, con meno tasse e meno tagli di spesa, dunque più deficit. Tutte le caratteristiche di una manovra pre-elettorale.
“Il cambiamento siamo noi” recita senza autoironia la pubblicità di Poste Italiane che va in borsa. Sembra invece la solita minestra di una privatizzazione accompagnata da provvedimenti che perpetuano le nicchie di monopolio. Alla faccia della concorrenza e dei cittadini che – alla fine – pagano.
Per l’economia il Nobel 2015 va ad Angus Deaton. Un economista e statistico completo che ha spiegato una cosa ovvia per tutti ma non per la macroeconomia e cioè che non esiste “un” consumatore rappresentativo di tutti gli altri. Nei suoi lavori ha anche mostrato perché i consumi – specie quelli delle famiglie meno abbienti – non ripartono se le persone hanno paura del futuro. E ha enfatizzato come tra mancanza della salute e mancanza di reddito ci possa essere una relazione di concausa, soprattutto nei paesi più poveri.
Si discute alla Camera una riforma delle norme sulla cittadinanza che ne faciliti l’acquisizione per chi nasce in Italia da genitori stranieri o per chi arriva ancora minorenne. Una buona proposta con qualche ombra. Soprattutto sulla nozione di “residenza legale” e sulle barriere frapposte ai disabili.
Una riduzione delle cause civili del 20 per cento era la previsione del Guardasigilli Orlando in virtù della spinta alla mediazione extragiudiziale e allo scoraggiamento delle tattiche dilatorie nel processo. In effetti i risultati – anche se più lenti del previsto – stanno arrivando. Vale quindi la pena di rafforzare le nuove regole.
Il bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti ha avuto un effetto positivo sui consumi e dunque sul Pil in generale? Forse è presto per dirlo. L’incertezza sulla conferma e sulle coperture finanziarie può averne attenuato i risultati, almeno per il 2014. Beneficio individuale e reddito familiare.
Gli 80 euro in busta paga hanno fatto crescere la spesa delle famiglie per consumi. I risultati diversi ottenuti con gli stessi dati nascono da una diversa classificazione, che assegna tra i non beneficiari famiglie che invece hanno ottenuto il bonus. E nuove stime confermano gli effetti positivi.
I beneficiari hanno percepito il bonus da 80 euro come una misura permanente e lo hanno speso interamente. In beni alimentari, ma anche per pagare le rate del mutuo. Un provvedimento efficace per sostenere la domanda, dunque. Stessi risultati con la politica fiscale annunciata dal governo?
Molti attribuiscono la bassa crescita del Pil alla carenza di domanda. Non è così. L’Istat dice che nel secondo trimestre i consumi si sono risvegliati con una crescita dello 0,4 per cento. Il guaio è che la maggiore domanda è soddisfatta più dalla produzione estera (le importazioni) che da quella interna.
Da tempo i consumi italiani di energia elettrica segnano il passo. E non basta la crisi a spiegare il fenomeno, che coinvolge terziario e utenze domestiche oltre all’industria. Come la riforma della struttura tariffaria per i consumatori finali dovrebbe portare a un incremento della domanda.
Quali sono stati gli effetti sui consumi dovuti all’introduzione dell’Imu nel 2011? Sono scesi gli acquisti di beni durevoli. In particolare da parte delle famiglie con un mutuo sulla loro unica proprietà. Abolizione dell’imposta sulla prima casa compensata da più tasse sulle seconde abitazioni.