Il peso delle imposte sul Pil rimane all’incirca lo stesso del 2019, molto meno quindi di quanto avremmo pagato senza la manovra. Ma sarà diversa la composizione del prelievo. Con effetti su famiglie e imprese che si potranno valutare solo col testo definitivo.
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La Commissione von der Leyen dovrà governare i profondi mutamenti che interessano la società europea. Oltre a politica monetaria e migrazioni, la sua azione dovrà affrontare temi come cambiamento climatico, digitalizzazione e sostenibilità alimentare.
Investire nel carbone è dannoso dal punto di vista ambientale, ma anche economicamente sbagliato. Lo dicono i risultati delle utility a basse emissioni. Ma va garantita una decarbonizzazione ordinata. Intanto, in Italia entra in vigore il capacity market.
Il settore dell’acciaio attraversa una fase difficile. Perciò si sono indebolite le ragioni che hanno spinto ArcelorMittal a partecipare alla gara per l’acquisizione dell’ex Ilva. La revoca dello scudo legale ha dato un buon pretesto per uscirne.
Le proposte per favorire il ricorso ai pagamenti elettronici prevedono anche un piccolo sussidio per i consumatori che utilizzano bancomat e carte di credito. Ma può essere un incentivo controproducente, perché ignora la spinta etico-morale anti-evasione.
La strategia per il rilancio dell’economia delineata dal Documento programmatico di bilancio ha come fulcro la realizzazione di un “green new deal” italiano. Positivo che le risorse per il “decreto clima” vengano dalle aste verdi. Ma resta un’ambiguità.
Il riordino e il potenziamento delle misure a sostegno delle famiglie con figli è uno dei punti qualificanti del governo Conte bis. Dovrebbe costare circa 6 miliardi in più rispetto alle risorse già impegnate. Ecco come potrebbe essere progettato.
L’industria dell’auto è in una fase di profondi cambiamenti. Tanto che nel 2019 il calo delle vendite continua. Ma se la diffusione della mobilità condivisa può essere una minaccia, la transizione alla mobilità elettrica offre opportunità di rilancio.
Con la sua prima legge di bilancio il governo giallorosso sfora un po’ sui conti per rassicurare i cittadini, mentre rinvia al futuro l’attuazione di più ambiziosi piani di investimento. Sperando in una riforma delle regole Ue.
Chiudere le esportazioni di armi verso la Turchia non comporterebbe grossi problemi per la nostra economia. Al di là degli aspetti contabili, andrebbe poi valutato il costo reputazionale per l’Italia della prosecuzione del commercio militare con Ankara.